Parità di genere Linee guida attività di formazione

Decreto direttoriale n. 115/25. Linee guida per la programmazione e progettazione delle attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere.

Il Ministero del lavoro ha adottato, con Decreto direttoriale n. 115, del 17 marzo 2025, le “Linee guida per la programmazione e progettazione delle attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere” con l’obiettivo di stimolare la condivisione e la convergenza su alcuni elementi di contenuto e di contesto utili al processo di programmazione degli interventi.


DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DEL LAVORO, PREVIDENZIALI, ASSICURATIVE E PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO, DEI SERVIZI PER IL LAVORO E DEGLI INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE

Il Direttore generale Massimo Temussi decreta che al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità del 18 gennaio 2024, sono adottate le “Linee guida per la programmazione e progettazione delle attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere ai sensi dell’articolo 2, comma 2 del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità del 18 gennaio 2024”, che costituiscono parte integrante del presente decreto (Allegato 1).

Allegato 1

Linee guida per la programmazione e progettazione delle attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione della parità di genere ai sensi dell’articolo 2, comma 2 del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità del 18 gennaio 2024

Premessa
1. Finalità delle Linee guida
1.1 Inquadramento normativo e programmatico
2. Ambiti tematici degli interventi formativi
I. Formazione introduttiva
II. Formazione sui temi delle 6 aree di kpi
III. Formazione sui temi specifici di copertura degli indicatori di kpi
3. Modalità attuative della formazione
3. Modalità procedurali

Fonte: Ministero del lavoro


Parità di genere Linee guida attività di formazione
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Parità di genere, EU-OSHA, ISO 42001, Rifiuti urbani

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Parità di genere, EU-OSHA, ISO 42001, Rifiuti urbani.

Che cosa si intende con parità di genere

Che cosa si intende con parità di genere. Come spiegare la parità di genere.

La parità di genere è un concetto fondamentale nella lotta per i diritti umani e l’uguaglianza sociale. Ma che cosa significa davvero e come si può spiegare in modo chiaro ed efficace? In questo articolo, esploreremo il significato della parità di genere, le sue implicazioni, e l’importanza di promuovere una società in cui uomini e donne, così come le persone di ogni genere, abbiano pari opportunità e diritti.

Parità di Genere: Definizione e Significato

La parità di genere si riferisce alla condizione in cui uomini, donne e persone di ogni genere godono delle stesse opportunità, diritti e risorse, senza discriminazioni basate sul sesso o sull’identità di genere. Ciò implica non solo l’uguaglianza legale, ma anche l’uguaglianza sociale, economica e politica. La parità di genere riguarda quindi la rimozione di barriere che impediscono l’accesso equo a opportunità e risorse per tutti, indipendentemente dal loro sesso.

In molti contesti, la parità di genere significa che uomini e donne devono avere le stesse opportunità di:

  • Accedere all’istruzione
  • Essere trattati equamente nel lavoro
  • Partecipare alla vita politica e sociale
  • Essere protetti dalla violenza e dalle discriminazioni

L’Importanza della Parità di Genere

La parità di genere non riguarda solo i diritti delle donne, ma è una questione che tocca tutta la società. Quando si promuove la parità di genere, si favorisce una maggiore giustizia sociale, si migliora l’accesso alle risorse e si potenzia l’economia. Le società che perseguono l’uguaglianza di genere sono più stabili, più prosperose e più giuste. Inoltre, l’uguaglianza di genere aiuta a ridurre la povertà e a migliorare le condizioni di vita delle persone.

Come Spiegare la Parità di Genere in Maniera Semplice?

Quando si cerca di spiegare la parità di genere, è utile usare esempi concreti per far comprendere i suoi principi. Ecco alcuni modi semplici per farlo:

  1. Nel Mondo del Lavoro: Spiegare che uomini e donne dovrebbero ricevere lo stesso stipendio per lo stesso lavoro. In molte società, purtroppo, le donne guadagnano meno degli uomini per le stesse mansioni, una disparità che può essere ridotta promuovendo la parità di genere.
  2. Nell’Istruzione: Tutti i bambini, indipendentemente dal loro sesso, dovrebbero avere accesso alla stessa qualità di istruzione e le stesse opportunità di apprendimento. La parità di genere implica anche il diritto di ragazze e ragazzi di sviluppare liberamente il proprio potenziale.
  3. Nella Politica: La parità di genere si riflette anche nella partecipazione politica. In molti paesi, la rappresentanza politica femminile è ancora molto bassa, ma la parità di genere implica che anche le donne debbano avere la possibilità di assumere ruoli di leadership.
  4. Nel Riconoscimento dei Diritti: Ogni individuo, indipendentemente dal sesso, dovrebbe godere degli stessi diritti civili, tra cui il diritto di voto, il diritto alla salute, e il diritto di vivere una vita libera da violenza e discriminazione.

Parità di Genere e Le Sfide Attuali

Nonostante i progressi fatti nel corso degli anni, la parità di genere è ancora lontana dall’essere raggiunta in molte parti del mondo. Le discriminazioni di genere continuano ad esistere in molte aree, tra cui:

  • Violenza di genere: Le donne e le ragazze sono spesso vittime di violenza domestica, molestie e stupri.
  • Discriminazione sul lavoro: Le donne sono spesso sottopagate rispetto agli uomini e affrontano difficoltà nell’accesso a posizioni dirigenziali.
  • Rappresentanza politica: Le donne sono sotto-rappresentate nelle cariche politiche a livello globale.
  • Stereotipi di genere: Le aspettative sociali su come dovrebbero comportarsi gli uomini e le donne continuano a limitare le opportunità per molti individui.

Promuovere la Parità di Genere

In sintesi, la parità di genere non è solo un obiettivo per le donne, ma per tutta la società. Promuovere l’uguaglianza di genere porta vantaggi concreti in molti ambiti, dall’istruzione alla politica, fino all’economia. Per costruire una società più giusta e prospera, è fondamentale lavorare insieme per superare le discriminazioni di genere e per garantire che tutti, indipendentemente dal sesso o dal genere, abbiano le stesse opportunità nella vita.

Parità di Genere: Un Obiettivo per il Futuro

La lotta per la parità di genere è una sfida che coinvolge ognuno di noi. Promuovere il cambiamento inizia con l’educazione, la consapevolezza e l’impegno di tutti. Ogni passo verso la parità di genere è un passo verso una società più equa e prospera.

La Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’Unione europea, con una prospettiva di lungo termine, rappresenta lo schema di valori, la direzione delle politiche che dovranno essere realizzate e il punto di arrivo in termini di parità di genere. La Strategia è una delle priorità trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act.

Il documento strategico è il risultato di un percorso ampio e partecipato che ha coinvolto le amministrazioni, le parti sociali e le principali realtà associative. Cinque le priorità:  Lavoro, Reddito, Competenze, Tempo e Potere, con obiettivi e target dettagliati e misurabili, da raggiungere entro il 2026. L’obiettivo è  guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE.

Strategia Nazionale per la parità di genere 2021/2026
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Redazione portaleconsulenti

Interpello, Alfabetizzazione digitale, parità di genere, lavoro

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TRANSIZIONE 5.0, Bandi, Esempi di MOG, parità di genere.

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News sicurezza, ambiente, qualità,  E-learning, Formazione,  Competenze. Newsletter 30 del 28 Agosto 2024

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Esonero contributivo per i datori di lavoro del settore privato che siano in possesso della certificazione della parità di genere. Chiarimenti riguardanti la modalità di trasmissione delle richieste. Differimento dei …LEGGI TUTTO


TRANSIZIONE 5.0, OPERATIVO IL PORTALE

Operativo dalle ore 12:00 del 7 agosto 2024, in Area Clienti GSE, il portale per presentare le richieste di accesso alla misura “Transizione 5.0″. TRANSIZIONE 5.0, OPERATIVO IL PORTALE. Link al Portale: …LEGGI TUTTO


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Certificazione della parità di genere Esonero contributivo

Esonero contributivo per i datori di lavoro del settore privato che siano in possesso della certificazione della parità di genere. Chiarimenti riguardanti la modalità di trasmissione delle richieste. Differimento dei termini di presentazione delle domande per le certificazioni conseguite entro il 31 dicembre 2023.

L’articolo 5 della legge 5 novembre 2021, n. 162, prevede un esonero dal versamento dell’1% dei contributi previdenziali, nel limite massimo di 50.000 euro annui per beneficiario, a favore dei datori di lavoro privati che siano in possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (di seguito, Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), introdotto dall’articolo 4 della medesima legge.

Ai sensi del decreto del Ministro per le Pari opportunità e la famiglia del 29 aprile 2022, attuativo del citato articolo 46-bis, la certificazione della parità di genere viene rilasciata in conformità alla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, dagli Organismi di valutazione della conformità accreditati in questo ambito ai sensi del regolamento (CE) 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008.

Pertanto, solo le certificazioni rilasciate dai citati Organismi di certificazione, riportanti il marchio UNI e quello dell’Ente di accreditamento, sono valide ai fini del riconoscimento ai datori di lavoro privati del beneficio contributivo in argomento.

Con la circolare n. 137 del 27 dicembre 2022, il cui contenuto deve ritenersi integralmente richiamato, è stato illustrato l’esonero contributivo introdotto dal citato articolo 5 della legge n. 162/2021 e sono state fornite istruzioni operative per consentire, ai datori di lavoro che hanno conseguito la certificazione della parità di genere entro il 31 dicembre 2022, di accedere alla misura di esonero in esame.

In particolare, al paragrafo 7 della citata circolare è stato indicato che per accedere al beneficio i datori di lavoro del settore privato devono avvalersi dello specifico modulo telematico denominato “PAR_GEN”, strutturato secondo le indicazioni di dettaglio previste dal decreto 20 ottobre 2022, emanato dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze e con il Ministro per le Pari opportunità e la famiglia.

Con riferimento alle modalità e alle tempistiche di trasmissione delle richieste di esonero per l’anno 2022, con il messaggio n. 1269 del 3 aprile 2023 sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande e forniti ulteriori chiarimenti, al cui contenuto si rinvia integralmente.

Nello specifico, nel citato messaggio, con riferimento alle modalità di compilazione delle richieste, è stato chiarito che, in sede di compilazione della domanda di esonero, i soggetti interessati devono indicare la retribuzione media mensile globale e non quella del singolo lavoratore.

Con il successivo messaggio n. 4614 del 21 dicembre 2023 sono state fornite indicazioni per la presentazione delle domande di esonero relative alle certificazioni conseguite nell’anno 2023, ed è stato ribadito che al momento della presentazione deve essere indicata, tra le altre informazioni necessarie, la retribuzione media mensile globale relativa al periodo di validità della certificazione della parità di genere.

Tuttavia, nonostante i chiarimenti forniti con i citati messaggi, è emerso, in fase di elaborazione delle richieste, l’inserimento da parte dei datori di lavoro interessati, nei moduli di domanda, di una retribuzione media mensile globale non coerente, in quanto inferiore a quella effettiva.

Al riguardo, si precisa che l’indicazione della retribuzione media mensile globale stimata relativa al periodo di validità della certificazione della parità di genere è un elemento essenziale del modulo di domanda e che il riconoscimento del beneficio è strettamente correlato a quanto indicato dal datore di lavoro in fase di richiesta della misura agevolata.

In merito, si precisa che la retribuzione media mensile globale deve essere intesa come la media di tutte le retribuzioni mensili corrisposte dal datore di lavoro nel periodo di validità della certificazione.

In sostanza, la retribuzione media mensile globale si riferisce a tutte le retribuzioni corrisposte o da corrispondere da parte del datore di lavoro interessato a beneficiare dell’esonero in oggetto e non alla retribuzione media dei singoli lavoratori.

Pertanto, la stessa si riferisce all’ammontare delle retribuzioni erogate o da erogare per la totalità dei lavoratori in carico all’azienda. Ad esempio, nelle ipotesi in cui il datore di lavoro abbia una forza aziendale pari a 100 lavoratori, la retribuzione media mensile globale da considerare è quella erogata o da erogare per la totalità dei suddetti 100 lavoratori e non quella media del singolo lavoratore.

Tanto rappresentato, con il presente messaggio, al fine di consentire all’Istituto di elaborare correttamente le domande di esonero in commento per l’ammontare spettante, si comunica che, i datori di lavoro interessati, che abbiano conseguito la certificazione in argomento entro il 31 dicembre 2023 e che abbiano erroneamente compilato il campo relativo alla retribuzione media mensile globale stimata, possono rettificare i dati inseriti previa rinuncia alla domanda presentata contenente le informazioni erronee.

A seguito di tale rinuncia, i datori di lavoro potranno presentare una nuova domanda, con l’esatta indicazione delle informazioni e, in particolare, della retribuzione media mensile globale, da calcolare secondo le indicazioni sopra specificate.

La suddetta rinuncia nonché il successivo invio di una nuova richiesta devono essere effettuate, su indicazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, entro il termine perentorio del 15 ottobre 2024.

Alla scadenza del suddetto termine, tutte le domande in stato “trasmessa”, relative a certificazioni conseguite entro il 31 dicembre 2023, verranno massivamente elaborate secondo le indicazioni già fornite con la circolare n. 137/2022.

Pertanto, laddove il datore di lavoro interessato non rettifichi la domanda erroneamente presentata entro il termine sopra riportato, la stessa, qualora ricorrano tutti i requisiti di legge, sarà accolta per il minore importo determinato sulla base della retribuzione media mensile globale stimata erroneamente indicata.

All’esito dell’elaborazione massiva delle istanze, a ciascun contribuente sarà comunicato l’importo autorizzato con nota in calce al modulo di istanza online presente all’interno del “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”.

L’esonero autorizzato potrà essere fruito dal primo mese di validità della certificazione e per l’intero periodo di durata della stessa, come previsto dal decreto interministeriale 20 ottobre 2022 (cfr. l’art. 3, comma 3, del medesimo decreto).

Al riguardo, si precisa che l’INPS autorizzerà i datori di lavoro alla fruizione dell’esonero in misura non superiore all’1% dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico degli stessi datori di lavoro indicati nella domanda di autorizzazione, fermo restando il limite massimo di 50.000 euro annui per ciascun beneficiario (cfr. l’art. 5, comma 2, della legge n. 162/2021).

Sul punto, si sottolinea che l’ammontare massimo di 50.000 euro annui per beneficiario deve intendersi riferito al medesimo codice fiscale. Pertanto, nelle ipotesi in cui siano state presentate più domande per posizioni aziendali associate al medesimo codice fiscale, l’Istituto provvederà a riconoscere l’esonero nei limiti del massimale annuo di 50.000 euro per codice fiscale.

Le istanze per le quali sarà riconosciuto l’intero ammontare dell’esonero spettante saranno contrassegnate dallo stato “Accolta”.

Fermo restando il limite di spesa di 50 milioni di euro annui, di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto interministeriale 20 ottobre 2022, nell’ipotesi di insufficienza di tali risorse, l’esonero – in conformità a quanto previsto dall’articolo 3, comma 3, del medesimo decreto interministeriale – sarà proporzionalmente ridotto per la totalità della platea dei beneficiari che hanno presentato una domanda potenzialmente ammissibile.

Qualora si rendesse necessario procedere a detta riduzione, le istanze saranno contrassegnate dallo stato “Accolta parziale”.

All’esito dell’elaborazione delle istanze, alle posizioni contributive che risulteranno beneficiarie dell’esonero sarà attribuito il codice di autorizzazione (CA) “4R”, che assume il significato di “Azienda autorizzata all’esonero di cui all’articolo 5 della legge n. 162/2021”.

La misura di esonero potrà, conseguentemente, trovare applicazione per i soli datori di lavoro ai quali, in base alle informazioni presenti negli archivi dell’Istituto, è stato attribuito il CA “4R”.

Si ricorda da ultimo che, ai fini della verifica del possesso dei requisiti legittimanti la fruizione dell’esonero, il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica all’INPS i dati identificativi dei datori di lavoro del settore privato che siano in possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

Qualora la certificazione indicata nella richiesta di esonero non corrisponda ai requisiti di cui sopra, la domanda di esonero non potrà, conseguentemente, trovare accoglimento.

Con riferimento all’esonero autorizzato si chiarisce, infine, che:

  • i datori di lavoro privati che hanno già presentato la domanda di esonero e che siano in possesso di un certificato di parità di genere conforme a quanto previsto dalla legge n. 162/2021 e dal decreto del Ministro per le Pari opportunità e la famiglia del 29 aprile 2022, non devono ripresentare domanda, in quanto, a seguito dell’accoglimento della stessa, l’esonero contributivo è automaticamente riconosciuto per tutti i 36 mesi di validità della certificazione. Pertanto, qualora la medesima posizione aziendale abbia già ricevuto un accoglimento della domanda presentata nel 2022, la domanda inoltrata per la certificazione conseguita nell’anno 2023 sarà respinta;
  • i datori di lavoro privati che hanno presentato domanda, indicando erroneamente un periodo di validità della certificazione inferiore a 36 mesi, potranno beneficiare dell’esonero per l’intero periodo legale di validità della certificazione stessa, in quanto l’INPS procederà d’ufficio alla sanatoria delle relative domande e al riconoscimento dell’esonero per l’intero periodo spettante.

Con riferimento alle modalità di fruizione dell’esonero autorizzato, si rinvia alle indicazioni operative già fornite con la citata circolare n. 137/2022 e si precisa che l’effettiva fruizione della misura di esonero potrà decorrere solo all’esito dell’elaborazione massiva delle istanze trasmesse.

Il Direttore generale vicario

Antonio Pone


Certificazione della parità di genere Esonero contributivo. Esonero contributivo per i datori di lavoro del settore privato.
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