La leadership sostenibile

La leadership sostenibile: un modello emergente. La complessità dell’attuale mondo del lavoro richiede alle organizzazioni paradigmi nuovi, multidisciplinarità e prospettive di lungo termine per una gestione. INAIL 2025


La Leadership Sostenibile: una guida per costruire organizzazioni più resilienti, inclusive e innovative

Nel mondo del lavoro contemporaneo, segnato da rapidi cambiamenti e crescente complessità, emerge con forza un nuovo paradigma di leadership: quello sostenibile.

Il concetto di leadership sostenibile si fonda sull’idea che le organizzazioni debbano generare valore duraturo non solo sul piano economico, ma anche sociale e ambientale. Questo modello va oltre la semplice gestione delle risorse: integra visione strategica, empatia, inclusione e responsabilità condivisa, per guidare il cambiamento in modo etico e partecipativo.

Un modello in evoluzione

Storicamente, la leadership è stata studiata secondo vari approcci: dai tratti personali del leader, ai suoi comportamenti, fino alle relazioni dinamiche con il contesto. Oggi, la leadership sostenibile si impone come risposta alla necessità di affrontare sfide globali complesse, promuovendo un “vantaggio per tutti”: persone, organizzazioni e ambiente.

Secondo il Cambridge Sustainability Leadership Model, la sostenibilità nella leadership si realizza attraverso tre pilastri fondamentali:

  1. Contesto (interno ed esterno all’organizzazione),

  2. Caratteristiche individuali del leader (tratti, stili, competenze),

  3. Pratiche organizzative che promuovono trasparenza, inclusione e innovazione.

I tratti distintivi della leadership sostenibile

Tra i fattori chiave individuati dalla letteratura spiccano:

  • Visione a lungo termine e capacità di ispirare;

  • Pensiero sistemico, per valutare impatti e connessioni;

  • Etica e responsabilità diffusa, per scelte consapevoli;

  • Inclusione e partecipazione attiva nei processi decisionali;

  • Empowerment e supporto, per valorizzare le persone;

  • Comunicazione assertiva e intelligenza emotiva come strumenti di relazione efficace.

Questi elementi contribuiscono a creare ambienti di lavoro in cui benessere e performance si rafforzano a vicenda.

Vantaggi concreti per le organizzazioni

Numerosi studi mostrano che le organizzazioni guidate secondo i principi della leadership sostenibile sono:

  • più capaci di affrontare transizioni e innovazioni,

  • attrattive per i talenti,

  • resilienti ai cambiamenti,

  • maggiormente apprezzate da clienti e stakeholder.

Inoltre, promuovono motivazione, soddisfazione e coinvolgimento tra i lavoratori, elementi chiave per una performance di valore.

La leadership come leva di trasformazione culturale

Alla base di una leadership sostenibile vi è un cambio di prospettiva: non basta guidare processi, bisogna entrare in relazione con le persone. Solo così si può costruire un’organizzazione davvero partecipativa, fondata su fiducia, ascolto e corresponsabilità.

Una leadership che sa “sentire”, oltre che decidere, può rappresentare il cuore pulsante di un’impresa moderna e sostenibile.


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Soluzioni basate su modelli AI

Documento INAIL 2025 Soluzioni basate su modelli AI. Chatbot per l’AI Act: come l’intelligenza artificiale può semplificare la normativa europea.

L’intelligenza artificiale al servizio della comprensione normativa

L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il modo in cui interagiamo con le informazioni complesse. Un esempio concreto è rappresentato dal nuovo chatbot sviluppato per supportare la consultazione del Regolamento Europeo sull’IA (AI Act), entrato in vigore nel luglio 2024. Questo strumento, basato su modelli linguistici avanzati (LLM), è stato personalizzato per fornire risposte chiare, accurate e pertinenti alle domande più complesse sul quadro normativo.

Un GPT su misura per il Regolamento Europeo

Il progetto ha visto la creazione di un chatbot specializzato, costruito attraverso tre fasi fondamentali:

  1. Retrieval-Augmented Generation: il modello ha accesso a fonti normative (tra cui il testo completo dell’AI Act e il relativo sommario) per migliorare la qualità delle risposte.

  2. Istruzioni dettagliate: sono stati definiti prompt personalizzati per generare risposte strutturate e coerenti.

  3. Integrazione API: è prevista la possibilità di espandere le funzionalità con servizi esterni.

A cosa serve?

Il chatbot è stato progettato per aiutare l’utente a:

  • cercare articoli specifici nel Regolamento;

  • sintetizzare contenuti normativi in pochi secondi;

  • tradurre e semplificare testi tecnici;

  • comprendere meglio l’impatto del Regolamento in ambiti specifici, come la salute e sicurezza sul lavoro.

Un confronto tra modelli AI

Lo strumento sviluppato è stato messo alla prova contro tre dei principali modelli LLM: Claude 3.5 Sonnet, Gemini e Notebook LM. Sono state analizzate le risposte a quattro domande strategiche legate all’AI Act, con focus su PMI, salute e sicurezza sul lavoro.

Le risposte sono state valutate secondo cinque criteri:

  • Chiarezza

  • Completezza

  • Accuratezza

  • Pertinenza

  • Utilità

I risultati? Promettenti

Il chatbot personalizzato ha ottenuto il punteggio più alto in tutte le categorie, con una valutazione media complessiva di 96,1/100, superando tutti gli altri modelli. In particolare, ha eccelso in accuratezza e pertinenza.

Modello Punteggio Totale
GPT Specializzato 96,1
Claude 3.5 Sonnet 93,0
Gemini 87,8
NotebookLM 80,1

 

Verso strumenti sempre più avanzati

Oltre alla performance, ciò che distingue questo chatbot è la sua capacità di adattarsi alle richieste complesse degli utenti, combinando sintesi, elenchi puntati e riferimenti normativi puntuali. Le sue potenzialità future includono:

  • integrazione con nuove API per la simulazione di scenari decisionali;

  • miglioramento del linguaggio per una maggiore accessibilità;

  • estensione a nuovi ambiti della salute e sicurezza sul lavoro.

Perché è importante

Strumenti come questo rappresentano una risorsa preziosa, soprattutto per PMI e start-up, che spesso non dispongono di risorse dedicate all’interpretazione normativa. Facilitare la comprensione delle leggi significa anche accelerare l’innovazione e garantire una maggiore conformità, con benefici concreti in termini di sicurezza e competitività.


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Rapporto vigilanza 2024

Rapporto annuale attività di vigilanza 2024. Pubblicato dall’Ispettorato nazionale del lavoro il documento che riassume i dati derivanti dall’attività ispettiva condotta nel 2024 da Inl, Inps e Inail.

Elenco i dati :

  • 158.069 accessi totali, +42% sul 2023;
  • 80.245 gli illeciti rilevati, ovvero il 74% del totale;
  • 120.442 le violazioni riguardanti i singoli lavoratori, di queste 19.008 per lavoro nero e 13.458 interposizioni fittizia di manodopera, 1.226 caporalato;
  • 83.330 violazioni della normativa in materia salute e sicurezza sul lavoro, +127%;
  • 15.002 sospensioni di attività imprenditoriale, di queste il 37% per violazioni della sicurezza;
  • 12.521 le revoche delle attività;
  • pari a 200.000.000 di euro i contributi previdenziali non versati;
  • 16.255 segnalazioni , il 51% delle richieste di intervento hanno fatto ricorso a conciliazione monocratica.

Per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione condotte dall’Ispettorato, sono stati 955 gli incontri realizzati. Così Danilo Papa, direttore dell’Ispettorato del lavoro: “Nel 2025 l’Ispettorato prevede un impegno ancor maggiore, soprattutto in ambito salute e sicurezza sul lavoro, grazie anche all’immissione, nella seconda parte dell’anno, di nuove unità ispettive. In ambito prevenzione e promozione, saranno inoltre incrementate le iniziative di sensibilizzazione sui rischi connessi agli infortuni e alle malattie professionali, nonché le campagne informative per promuovere i vantaggi del lavoro regolare e contrastare il lavoro sommerso”.

Il numero di ispettori in forza al 31 dicembre 2024 è pari a 4.585 unità di cui:
3.160 ispettori civili dell’INL, dei quali 831 tecnici;
761 ispettori dell’INPS;
182 ispettori dell’INAIL;
482 militari dell’Arma.


Rapporto vigilanza 2024 Rapporto annuale attività di vigilanza 2024. Pubblicato dall’Ispettorato nazionale del lavoro
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Linee guida in materia di sicurezza ferroviaria

Con DECRETO 4 marzo 2025 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato le Linee guida in materia di sicurezza ferroviaria rivolte al sistema ferroviario italiano (ovvero l’insieme delle reti ferroviarie, le ferrovie turistiche ed i veicoli circolanti sulle reti). È in vigore dal 31 marzo 2025, data di pubblicazione del Decreto in Gazzetta.

Il documento, già in vigore, è stato adottato in attuazione dell’art. 13, comma 17-bis, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183 e abroga il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 28 ottobre 2005 Sicurezza nelle gallerie ferroviarie.

Obiettivo sono un livello adeguato di sicurezza ferroviaria e l’omogeneità della normativa europea e nazionale sui requisiti di sicurezza delle gallerie.

Riporta indicazioni tecniche di prevenzione e protezione, indicazioni per il piano di emergenza e soccorso PES e si applica a reti del ferroviario interoperabile europeo, reti isolate dal resto del sistema ferroviario, ferrovie turistiche. Questo l’indice:

  1. Principi generali;
  2. Gestore dell’infrastruttura;
  3. Referente della manutenzione;
  4. Referente delle emergenze;
  5. Imprese ferroviarie;
  6. Veicoli;
  7. Gallerie di nuova realizzazione;
  8. Gallerie in esercizio;
  9. Disposizioni particolari per le reti ferroviarie isolate;
  10. Disposizioni particolari per le ferrovie turistiche;
  11. Piani di emergenza e soccorso ed esercitazioni;
  12. Determinazione e valutazione dei rischi;
  13. Requisiti per l’adeguamento delle gallerie in esercizio;
  14. Requisiti per i quali è necessario attivare le procedure di cui all’art. 5 comma 2 del decreto di approvazione delle linee guida.

Con DECRETO 4 marzo 2025 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato le Linee guida in materia di sicurezza ferroviaria
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Linee guida per la misura dei campi elettromagnetici

Linee guida per la misura dei campi elettromagnetici generati da sistemi di telecomunicazione in tecnologia 5G. Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). 2025. Campi elettromagnetici, 5G, Antenne massive-MIMO, Analizzatore di spettro.

La legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” attribuisce alle Agenzie per l’ambiente la competenza in materia di controllo delle emissioni di campo elettromagnetico emesso dagli impianti di telefonia mobile.

In questo settore, il recente avvento della tecnologia 5G, la quinta generazione di telefonia mobile, e delle antenne attive massive-MIMO ha migliorato le prestazioni delle reti di telecomunicazione in termini di velocità di connessione, favorendo l’efficienza dello scambio di dati e di informazioni tra un numero elevato di utenti e le smart things e consentendo l’implementazione di servizi a bassa latenza, quali ad esempio la guida autonoma e la telemedicina. L’utilizzo sempre più diffuso dei nuovi servizi porterà, nel futuro prossimo, a una rivoluzione tecnologica in molteplici settori.

Questa evoluzione della tecnologia delle telecomunicazioni, che prevede un utilizzo più esteso dello spettro elettromagnetico rispetto al passato, richiede alle Agenzie un aggiornamento della strumentazione, delle metodologie di misura e delle modalità di valutazione dell’esposizione umana ai campi elettromagnetici generati dai nuovi sistemi. Pertanto, è sorta nel sistema l’esigenza di elaborare apposite Linee Guida, allo scopo di integrare il quadro della normativa tecnica di settore con elementi specifici e utili allo svolgimento dei compiti istituzionali svolti dalle Agenzie.

Le presenti Linee Guida, rivolte al personale delle Agenzie che effettuano i controlli sulle emissioni elettromagnetiche degli impianti in tecnologia 5G, riportano lo stato dell’arte sulle metodologie e tecniche di misura da utilizzare per una corretta valutazione del campo elettromagnetico generato da questa tipologia di sorgenti. Le modalità di misura descritte, relative ai più recenti sistemi di telecomunicazione mobile, forniscono gli strumenti necessari per valutare l’esposizione ai campi elettromagnetici e la conformità ai limiti previsti dalla normativa italiana.

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Download Linee guida per la misura dei campi elettromagnetici generati da sistemi di telecomunicazione in tecnologia 5G

A conclusione del documento, è riportato uno schema riepilogativo di tutte le casistiche di misura, organizzate per le diverse tipologie di strumentazione utilizzate e per le finalità di indagine. Questo schema rappresenta una sintesi operativa completa, in grado di guidare i tecnici delle Agenzie nello svolgimento delle attività di misura in campo.

La rendicontazione ESG, Environmental, Social, Governance.

La rendicontazione ESG (Environmental, Social, Governance) è diventata una pratica fondamentale per le aziende di ogni settore, man mano che cresce la consapevolezza globale riguardo ai temi ambientali, sociali e di governance. In un mondo sempre più attento alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, le imprese sono chiamate non solo a rispettare leggi e normative, ma anche a dimostrare un impegno concreto verso questi principi. La rendicontazione ESG fornisce agli stakeholder, tra cui investitori, dipendenti, clienti e regolatori, una panoramica chiara e trasparente su come l’azienda gestisce le proprie operazioni in relazione a questi aspetti. Utilizzare i dati per misurare e confrontare le iniziative ESG di un’azienda rispetto ai benchmark del settore e agli obiettivi prefissati è un passo fondamentale per comprendere il suo impatto complessivo e la sua sostenibilità nel lungo periodo. Questo articolo esplora come la rendicontazione ESG possa diventare uno strumento chiave per il processo decisionale aziendale, per la gestione dei rischi e per l’identificazione di opportunità di miglioramento, fornendo un quadro di riferimento completo per le imprese che vogliono orientarsi verso pratiche più sostenibili e responsabili.

Il concetto di ESG

Il concetto di ESG, che integra dimensioni ambientali, sociali e di governance all’interno di una valutazione complessiva delle performance aziendali, sta guadagnando sempre maggiore rilevanza nei contesti finanziari e industriali. La dimensione ambientale si riferisce all’impatto che l’azienda ha sul pianeta, comprese le sue politiche per ridurre le emissioni di gas serra, la gestione dei rifiuti e la conservazione delle risorse naturali. La dimensione sociale riguarda l’impatto delle operazioni aziendali sulle persone, come il benessere dei dipendenti, la sicurezza sul lavoro, la gestione della diversità e l’impegno nelle comunità locali. La governance, infine, si concentra sulle pratiche aziendali in termini di leadership, trasparenza, etica e compliance con le normative. La rendicontazione ESG consente di misurare ciascuna di queste dimensioni, utilizzando indicatori specifici e metodologie di valutazione che aiutano a monitorare i progressi verso gli obiettivi stabiliti.

La rendicontazione ESG è diventata una richiesta esplicita non solo da parte dei consumatori, ma anche degli investitori, che vedono nell’adozione di pratiche sostenibili un indicatore di gestione del rischio a lungo termine e di resilienza aziendale. La capacità di un’azienda di integrare efficacemente i principi ESG nelle proprie operazioni è vista come un fattore che può influire positivamente sulla sua performance finanziaria e sulla sua reputazione nel mercato. Le iniziative ESG possono infatti contribuire a migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e attrarre investitori socialmente responsabili, creando un circolo virtuoso che beneficia l’azienda nel suo complesso. Tuttavia, per poter misurare e valutare con precisione l’efficacia di queste iniziative, è fondamentale disporre di dati chiari, pertinenti e comparabili che possano essere utilizzati per confrontare l’azienda con i benchmark del settore e gli obiettivi di sostenibilità.

La raccolta e l’analisi dei dati ESG

La raccolta e l’analisi dei dati ESG sono fondamentali per ottenere informazioni approfondite sulle performance dell’azienda e sui suoi progressi in relazione agli obiettivi di sostenibilità. Questi dati possono essere di natura quantitativa, come le emissioni di CO2, la percentuale di energie rinnovabili utilizzate o il tasso di diversità nel consiglio di amministrazione, oppure qualitativa, come le politiche aziendali in materia di diritti umani o le pratiche di governance etica. Le informazioni ottenute dai dati ESG devono essere analizzate con attenzione per identificare le aree in cui l’azienda sta eccellendo e quelle in cui potrebbero esserci margini di miglioramento. Inoltre, l’analisi dei dati ESG consente di confrontare l’azienda con i benchmark del settore, che forniscono un riferimento rispetto alle migliori pratiche e agli standard di sostenibilità adottati da altre organizzazioni nel medesimo campo.

I benchmark ESG

I benchmark ESG sono strumenti essenziali per comprendere la posizione di un’azienda rispetto ai concorrenti e al mercato globale. Questi benchmark possono essere basati su indicatori settoriali, come le emissioni di carbonio per unità di prodotto in un’industria specifica, o su standard globali come gli Obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite. L’adozione di benchmark permette di mettere in evidenza le performance relative dell’azienda e di stabilire obiettivi di miglioramento realistici e raggiungibili. Allo stesso tempo, i benchmark forniscono agli stakeholder una misura oggettiva per confrontare le performance ESG delle aziende e prendere decisioni informate in merito agli investimenti, alle collaborazioni e ad altre forme di impegno.

La capacità di un’azienda di allinearsi con gli obiettivi ESG del settore o con gli standard internazionali non solo migliora la sua reputazione, ma le permette anche di cogliere opportunità che potrebbero altrimenti essere trascurate. Ad esempio, le aziende che investono in pratiche ambientali sostenibili possono beneficiare di incentivi fiscali, riduzioni dei costi operativi e un miglior posizionamento sul mercato grazie all’apprezzamento da parte dei consumatori attenti all’ambiente. Inoltre, l’adozione di politiche sociali avanzate può migliorare la motivazione e la produttività dei dipendenti, ridurre il turnover e attrarre talenti che apprezzano l’impegno sociale dell’azienda. La governance forte, caratterizzata da un’alta trasparenza e da pratiche etiche, può rafforzare la fiducia degli investitori e dei clienti, migliorando la stabilità e la performance complessiva dell’azienda.

Oltre agli aspetti positivi, la rendicontazione ESG consente di evidenziare anche i rischi che potrebbero compromettere la sostenibilità e la redditività dell’azienda. Ad esempio, un’azienda che non adotta politiche adeguate di gestione dei rischi ambientali potrebbe trovarsi esposta a potenziali danni reputazionali, costi di conformità a normative più severe o sanzioni legali in caso di disastri ecologici. Allo stesso modo, una governance debole o l’assenza di pratiche etiche solide possono esporre l’azienda a scandali, perdite di fiducia da parte degli investitori e dei consumatori, e una valutazione finanziaria compromessa. La rendicontazione ESG permette di monitorare costantemente questi rischi e di intervenire tempestivamente per mitigarli, contribuendo a proteggere l’azienda da potenziali danni e a migliorare la sua resilienza a lungo termine.

La trasparenza è uno degli aspetti più rilevanti della rendicontazione ESG, poiché consente di fornire agli stakeholder un quadro chiaro delle pratiche aziendali. Gli investitori, ad esempio, possono utilizzare i dati ESG per valutare i rischi legati a una determinata azienda e decidere se investire o meno in essa. I consumatori, dal canto loro, sono sempre più inclini a preferire aziende che dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità e la responsabilità sociale. La trasparenza nella rendicontazione ESG contribuisce anche a rafforzare la fiducia nelle istituzioni aziendali e a promuovere una cultura di responsabilità e di attenzione alle generazioni future.

La rendicontazione ESG, pertanto, non si limita a soddisfare una mera esigenza normativa o di compliance. Essa rappresenta una leva strategica per le aziende, in grado di generare valore a lungo termine, migliorare la competitività e attrarre investimenti. Per essere efficace, tuttavia, deve essere basata su dati concreti, misurabili e comparabili, in grado di fornire insight utili per il processo decisionale e per il miglioramento continuo delle performance aziendali. Le aziende che adottano pratiche di rendicontazione ESG efficaci e integrate nelle loro strategie di business sono quelle che, probabilmente, riusciranno a navigare con successo le sfide del futuro e a cogliere le opportunità di un mondo sempre più attento alla sostenibilità e alla responsabilità sociale.

In conclusione, la rendicontazione ESG rappresenta una parte fondamentale della strategia aziendale moderna. Utilizzare i dati per misurare e confrontare le performance ESG di un’azienda con i benchmark del settore e gli obiettivi globali consente di prendere decisioni informate, di identificare aree di miglioramento e di valorizzare le opportunità di sostenibilità. Allo stesso tempo, offre agli stakeholder una visione chiara delle pratiche aziendali, contribuendo a rafforzare la fiducia e a migliorare la competitività dell’azienda nel lungo termine. In un contesto economico e sociale in continuo cambiamento, le aziende che sapranno adottare un approccio proattivo alla rendicontazione ESG saranno quelle più capaci di affrontare le sfide e di raggiungere il successo sostenibile nel futuro.

REDAZIONE PORTALECONSULENTI

5×1000: elenchi ammessi ed esclusi A.F. 2024 e permanente 2025

5×1000: elenchi ammessi ed esclusi A.F. 2024 e permanente 2025. La Direzione Generale per le Politiche del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese ha provveduto il 31 marzo 2025 alla pubblicazione dei seguenti elenchi:

  • elenchi degli enti ammessi ed esclusi al beneficio del cinque per mille A.F. 2024 di cui all’articolo 9, comma 1, del D.P.C.M. del 23 luglio 2020, aggiornati rispetto a quelli pubblicati in data 30 dicembre 2024 al fine di ricomprendervi tutti gli enti aventi titolo in quanto in possesso dei requisiti richiesti ai fini dell’utile accreditamento al cinque per mille alla data del 31 dicembre 2024;
  • elenco permanente 2025, di cui all’articolo 8, comma 2, del D.P.C.M. del 23 luglio 2020.

Si pubblica a seguire il Decreto del Capo Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie n. 31 del 31 marzo 2025, di approvazione degli elenchi aggiornati degli enti ammessi ed esclusi al 5×1000 anno 2024, nonché dell’elenco permanente 2025, formati da InfoCamere S.C.p.A. mediante impiego dell’algoritmo approvato dall’Amministrazione con Decreto a firma del medesimo Capo Dipartimento n. 5 del 19 febbraio 2025:

Avviso del 30 dicembre 2024

Si pubblica a seguire il  Decreto del Capo Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie n. 371 del 30 dicembre 2024 di approvazione degli elenchi degli enti ammessi ed esclusi al 5×1000 anno 2024, formati da Infocamere S.C.p.A. mediante impiego dell’algoritmo approvato dall’Amministrazione con Decreto a firma del medesimo Capo Dipartimento n. 369 del 20 dicembre 2024 sulla scorta delle seguenti regole.

Si attira l’attenzione sul fatto che l’amministrazione procederà alla pubblicazione di un elenco aggiornato di soggetti ammessi ed esclusi al beneficio del 5×1000 per l’anno 2024, al fine di tener conto di tutte quelle situazioni, rilevanti ai fini dell’ammissione al beneficio, delle quali alla data odierna, per via di procedimenti ancora in corso, non è possibile dare evidenza.

Fonte Ministero del lavoro