Radiazioni ionizzanti: analisi delle principali criticità

Le istruttorie condotte dall’Inail in ambito radiazioni ionizzanti: analisi delle principali criticità emerse. Il documento riporta un’estrema sintesi delle più diffuse criticità riscontrate nelle istruttorie RI condotte dall’Inail per il tramite della Sezione Supporto al SSN in materia di radiazioni, quale organo di consulenza del Ministero della Salute. INAIL 2024.

Per tali competenze ai sensi dell’art. 23 della legge 833/1978 il Ministero aveva assegnato tale compito all’ISPESL (confluito nel 2010 all’INAIL). La proposta che ne scaturisce va intesa quale risultato della volontà di condivisione degli autori delle esperienze e sensibilità professionali maturate sul campo, nell’auspicio di promuovere un sempre più alto ma anche sostenibile standard di sicurezza nonché un utile modello di confronto per gli esperti di radioprotezione.

Le principali attività di consulenza sinora svolte hanno riguardato l’espressione di pareri nell’ambito del rilascio di nulla osta di Cat. A, il decommissioning di siti nucleari e l’aggiunta intenzionale di materie radioattive nella produzione e manifattura di prodotti di consumo.

L’Inail, invece, è coinvolta direttamente, ai sensi del d. lgs. 101/2020, nell’iter per il conferimento della qualifica di sorgente di tipo riconosciuto e nel riconoscimento dell’idoneità dei servizi di dosimetria e organismi di misura.

L’ATTIVITÀ ISTRUTTORIA DELL’INAIL IN AMBITO RI

L’attività di consulenza viene svolta su richiesta di parere dal Ministero della salute per tutte le pratiche RI in cui, per rilevanza o complessità dell’istanza, è ritenuto strategico il coinvolgimento dell’Inail, eventualmente con lo svolgimento di un sopralluogo presso il soggetto istante.

CRITICITÀ RELATIVE AI LAVORATORI

Le principali criticità riscontrate in sede di istruttoria riguardano aspetti relativi alla gestione e alla classificazione del personale non direttamente coinvolto nei processi operativi, ma che accede e opera all’interno delle zone controllate per svolgere ‘attività al contorno’ quali pulizie, manutenzioni ordinarie e straordinarie e attività amministrative.

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Infortuni mortali nel lavoro di magazzinaggio

Infortuni mortali nel lavoro di magazzinaggio: un caso particolare. Nel presente “Factsheet” viene analizzata una particolare tipologia di accadimento infortunistico in cui il muletto interviene all’inizio di una concatenazione di eventi che possono portare all’esito fatale. INAIL 2024

Queste circostanze hanno mostrato una certa ricorrenza, in quanto in un solo anno sono stati registrati 3 casi con esito mortale del tutto analoghi, senza considerare il fatto che quelli mortali sono solo la punta dell’iceberg di eventi gravi e meno gravi o near miss ben più numerosi. Si ritiene che l’interesse del caso e la maggiore insidia insita nello stesso sia il fatto che il lavoratore coinvolto non percepisca il rischio grave ed immediato al quale viene sottoposto.


L’Inail ha avviato il progetto “Infortuni mortali e strumenti di prevenzione” per l’approfondimento delle cause e circostanze degli infortuni mortali con l’obiettivo di suggerire misure di tipo prevenzionale.  A partire dai dati statistici estratti per il triennio 2017-19, lo studio ha previsto la realizzazione di alcuni focus per alcuni anni specifici attraverso l’analisi tecnica dei documenti presenti nei data base Inail; per ogni singolo caso, in particolare, sono stati esaminati la denuncia di infortunio e la relazione ispettiva, oltre, qualora disponibili, altri documenti utili ad approfondire le cause e le circostanze degli eventi mortali.

Nel presente factsheet si presenta un approfondimento sugli infortuni mortali denunciati nell’anno 2019 in ambiente di lavoro dedito al magazzinaggio. Questa tipologia di infortuni è stata individuata e analizzata partendo dal totale degli infortuni mortali denunciati nella suddetta annualità basandosi sulla documentazione in possesso dell’Inail per la definizione dei casi.

Gli infortuni in ambiente di lavoro dedito al magazzinaggio costituiscono una porzione rilevante del totale, come testimoniato dal grafico sottostante che ne evidenzia quelli mortali avvenuti nell’anno 2019.

Infortuni mortali nel lavoro di magazzinaggio. particolare tipologia di accadimento infortunistico in cui il muletto
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Malattie asbesto correlate

Le malattie asbesto correlate – Analisi statistica. INAIL 2024. L’opuscolo nasce dalla necessità di divulgare dati statistici aggiornati riguardanti le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’Inail e le rendite a favore dei soggetti colpiti dalle suddette malattie e dei loro superstiti, nonché le prestazioni del Fondo per le vittime dell’amianto.

L’analisi dell’andamento delle malattie da amianto e delle variabili tipo di malattia (classe ICD-10), genere, grado di menomazione, settore di attività e territorio fornisce un quadro statistico fruibile dai soggetti coinvolti a vario titolo nella “questione amianto”. I dati fanno riferimento agli archivi Open Data Inail aggiornati 30/4/2024 e ai Monitoraggi Inail del Fondo per le vittime dell’amianto.

La “questione amianto” continua ad essere oggetto di attenzione da parte di ricercatori, media, politici, parti sociali e semplici cittadini a causa del perdurare dei gravi danni alla salute causati dall’asbesto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno stimato che a livello mondiale oltre il 70% dei decessi per tumori di origine professionale è riconducibile all’esposizione all’amianto. In Europa, la direttiva 2023/2668 del 22/11/23 ha definito i nuovi obbiettivi per gli Stati Europei in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione all’amianto.

La fonte dei dati statistici sulle malattie professionali asbesto correlate riconosciute dall’Inail esposte nel seguente paragrafo è l’Open data Inail, sezione malattie professionali, tabelle nazionali con cadenza semestrale “Blocco 1” e “Blocco 2”, data di aggiornamento 30/4/2024, quinquennio di osservazione per anno di protocollazione della denuncia 2019-2023.

Nella lettura dei dati si deve tener presente che il riconoscimento della malattia professionale necessita di congrui tempi tecnici per la gestione e la definizione della pratica, inoltre i postumi delle malattie asbesto correlate sono fortemente influenzati dal periodo di tempo che intercorre tra la data di contrazione della patologia e la data di osservazione del fenomeno, pertanto, i dati esposti sono soggetti a variazione in funzione della data di aggiornamento e le informazioni più recenti non possono ritenersi consolidate.


Le malattie asbesto correlate - Analisi statistica
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L’integrazione dei sistemi Infor.Mo e Pre.Vi.S

L’integrazione dei sistemi Infor.Mo e Pre.Vi.S per il monitoraggio dei fattori di rischio. La scheda illustra l’integrazione tra i sistemi Infor.Mo e Pre.Vi.S che permette di avere a disposizione maggiori informazioni sui fattori di rischio tecnici, procedurali e organizzativi presenti nei luoghi di lavoro, andando a coniugare la sorveglianza degli eventi dannosi (gli esiti della mancata o insufficiente prevenzione) con l’osservazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro (pre-evento), attraverso un approccio sia reattivo che proattivo. INAIL 2024.

L’OSSERVAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO PRE E POST EVENTO INFORTUNISTICO

Il Piano nazionale della prevenzione (PNP), sul versante della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mira al contrasto degli infortuni e delle malattie professionali anche attraverso il perfezionamento e lo sviluppo dei sistemi di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro, tra cui Infor.Mo che costituisce una fonte consolidata per l’approfondimento delle conoscenze sui fattori causali.

Negli ultimi anni, attraverso la costituzione del sistema Pre.Vi.S (Prevenzione vigilanza soluzioni), si è proceduto alla valorizzazione delle informazioni presenti nei verbali di prescrizione dei servizi di prevenzione delle Asl, conseguenti ai sopralluoghi svolti per l’accertamento delle condizioni di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori nelle aziende o nei cantieri.

La lettura integrata dei sistemi Infor.Mo e Pre.Vi.S permette di avere a disposizione maggiori informazioni sui fattori di rischio tecnici, procedurali e organizzativi presenti nei luoghi di lavoro. L’utilizzo di modelli standardizzati per il monitoraggio favorisce, sia sul versante istituzionale che sul versante delle imprese, l’individuazione e la programmazione di più efficaci interventi di prevenzione.

In sostanza, si coniuga la sorveglianza degli eventi dannosi (gli esiti della mancata o insufficiente prevenzione) con l’osservazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro (pre-evento), attraverso un approccio sia reattivo che proattivo, consentendo una conoscenza più ampia delle criticità che caratterizzano la piramide della sicurezza di Heinrich e Bird.

Lo studio di fattibilità e la fase sperimentale del sistema Pre.Vi.S sono stati condotti grazie alla collaborazione tra Inail Dimeila, Asl, Regioni e Ministero della Salute che ha promosso due progetti dedicati sostenuti dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM). Recentemente, a seguito delle novità introdotte dalla l. 215/2021 che ha esteso le competenze in materia di vigilanza, è stata attivata una nuova Azione centrale del CCM, che ha come obiettivi specifici il coordinamento delle attività di vigilanza e l’evoluzione del sistema Pre.Vi.S.

L’integrazione dei sistemi Infor.Mo e Pre.Vi.S. il monitoraggio dei fattori di rischio. La scheda illustra l’integrazione tra i sistemi
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Infor.MO, Rischio infortunistico negli ambienti lavorativi

Infor.MO, Rischio infortunistico negli ambienti lavorativi: organizzazione degli spazi e viabilità. La scheda presenta un approfondimento sulle dinamiche infortunistiche caratterizzate da problemi di sicurezza legati alla viabilità aziendale e alla non corretta organizzazione degli spazi lavorativi. INAIL 2024

La scheda tecnica fornisce un approfondimento trasversale ai settori di attività economica delle aziende, sul rischio d’interferenza in senso ampio derivante sia dalla presenza di più imprese che svolgono la loro attività nello stesso luogo di lavoro, sia da attività lavorative differenti svolte da operatori della stessa azienda in ambienti non correttamente organizzati.

La disamina si riferisce all’analisi delle dinamiche caratterizzate dalla non corretta organizzazione degli spazi lavorativi e fa riferimento a casi di infortunio, presenti nella banca dati del sistema Infor.Mo, che presentano sempre tra le cause almeno un fattore ambiente contraddistinto da specifici problemi di sicurezza come l’assenza di spazi adeguati di lavoro/manovra, percorsi in sicurezza, adeguata viabilità, barriere e protezioni, illuminazione idonea, segnaletica, etc. o la presenza di elementi e di ingombri pericolosi.

A tale scopo, nel periodo considerato (2002 – 2022), sono stati selezionati 370 infortuni (17 generati da eventi collettivi) di cui 178 mortali e 192 gravi a cui si associano un totale di 889 fattori di rischio (media 2,4 per infortunio). Dall’analisi sono stati esclusi i settori Costruzioni e Agricoltura data la particolarità dei relativi ambienti di lavoro che richiedono approfondimenti tematici.

In merito alle caratteristiche dei lavoratori infortunati emerge che l’88,1% è di sesso maschile, l’85,9% di origine italiana e con un’anzianità nella mansione che nel 58% dei casi è superiore ai 3 anni.

Infor.MO, Rischio infortunistico negli ambienti lavorativi. organizzazione degli spazi e viabilità. La scheda presenta un approfondimento
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Rischi e prevenzione Sicurezza laser

Il testo è finalizzato ad orientare gli attori della sicurezza, e non solo, verso una maggiore consapevolezza del rischio da esposizione a radiazioni ottiche coerenti (LASER). INAIL 2024 Sicurezza laser – Rischi e prevenzione.

L’Inail è impegnato in attività legate alla promozione della cultura della salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, con l’obiettivo di ridurre il fenomeno infortunistico e tecnopatico.

In particolare, la Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza, con le sue professionalità multidisciplinari, contribuisce ad accrescere la conoscenza e la prevenzione dei rischi professionali, da quelli tradizionali a quelli emergenti legati alle nuove tecnologie e organizzazioni del lavoro.

Il presente volume nasce dall’esigenza di approfondire il rischio derivante dall’utilizzo nelle applicazioni tecnologiche che utilizzano nei processi produttivi la radiazione LASER.

Si tratta di un rischio che ricade nell’ambito delle Radiazioni Ottiche Artificiali di tipo coerente, talvolta poco conosciuto e sottostimato, nonostante tali tecnologie siano sempre più diffuse in vari settori lavorativi che vanno dalla sanità, alle telecomunicazioni, alla ricerca, fino ai centri estetici o agli spettacoli pubblici. A volte, le apparecchiature sono utilizzate in contesti non sicuri e da parte di personale non adeguatamente protetto, informato e formato. Infatti, nonostante il vasto impiego, la presenza di apparecchiature che emettono una radiazione LASER non sempre è accompagnata da una corretta valutazione del rischio.

L’impiego dei LASER, senza le opportune misure di prevenzione e protezione, può causare danni alla salute e, in alcuni casi, può rappresentare un fattore di rischio per la sicurezza; soprattutto gli occhi e la cute possono essere seriamente danneggiati, anche in maniera irreversibile.

Per tale motivo, la pubblicazione è rivolta non solo a datori di lavoro, ai servizi di prevenzione e protezione, e ai medici competenti, ma anche ai lavoratori stessi, con lo scopo di sensibilizzarli sul tema.

Esso è composto da una prima parte generale, che meglio fa comprendere gli aspetti inerenti i fattori di rischio e i conseguenti aspetti prevenzionali e protezionistici, e da una seconda parte applicativa, rappresentata da un allegato che orienta il lettore verso l’adozione delle migliori misure di sicurezza dipendenti dalla classe e dalle caratteristiche specifiche dell’apparecchiatura LASER utilizzata, oltre che alla eventuale necessità di nomina dell’esperto in sicurezza LASER.

Il testo è finalizzato ad orientare gli attori della sicurezza, e non solo, verso una maggiore consapevolezza del rischio da esposizione a radiazioni ottiche coerenti (LASER). INAIL 2024 Sicurezza laser - Rischi e prevenzione.
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L’esposizione a silice cristallina

L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile. La pubblicazione, risultato della collaborazione di Inail con FORMEDIL, presenta i dati di esposizione a silice cristallina e a polveri respirabili relativi alle mansioni tipiche dell’edilizia e dell’ingegneria civile; la probabilità di esposizione è stimata utilizzando la metodologia statistica indicata dalla normativa tecnica. INAIL 2024

Il quarzo, la forma più comune di silice cristallina, è uno dei minerali più abbondanti della crosta terrestre e di conseguenza è frequentemente contenuto nelle rocce, nei terreni e anche in molti materiali da costruzione utilizzati in edilizia. Diverse attività di cantiere producono volumi importanti di polvere come gli scavi, la demolizione, la perforazione e il taglio dei materiali, la miscelazione. Gli addetti a queste lavorazioni sono soggetti all’inalazione diretta del particolato fine generato e disperso nell’aria e quindi anche alla silice cristallina contenuta nei materiali stessi.

Ma i dati dimostrano che anche altri lavoratori presenti nel cantiere possono essere esposti a livelli non trascurabili di silice cristallina respirabile. Nello studio di Cherrie et al (2011) che ha indirizzato l’elaborazione della Direttiva europea 2017/2398 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione occupazionale ad agenti cancerogeni, si stima che su 5,3 milioni di lavoratori esposti a silice in tutta Europa ben 4 milioni siano addetti del settore delle Costruzioni.

La silicosi è l’aspetto maggiormente conosciuto dell’attività biologica della polvere di silice che raggiunge i polmoni. Dalla fine del secolo scorso sono confermati anche gli effetti cancerogeni prodotti dall’inalazione di questa sostanza e recentemente, con il d.lgs. 1 giugno 2020, n. 44, anche l’Italia ha riconosciuto come agenti cancerogeni i lavori comportanti esposizione a polvere di silice cristallina respirabile generata da un procedimento di lavorazione.

Questo volume è il risultato della collaborazione di Inail con FORMEDIL. Infatti, nell’ambito del protocollo d’intesa stipulato nel 2020 sono stati realizzati sopralluoghi in cantiere per la misurazione dell’esposizione alla silice libera cristallina nelle attività del settore edile mirati a migliorare l’informazione disponibile nella Banca dati esposizione silice dell’Inail anche al fine di colmare le lacune relative a mansioni per le quali non erano disponibili dati.

Oltre a rappresentare un’occasione di aggiornamento, di riflessione e di confronto, questo documento si propone come strumento a supporto dei datori di lavoro per la riduzione del livello di rischio da inalazione di polveri silicotigene in attuazione di quanto previsto dall’art. 28 comma 3-ter del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.).

Il volume presenta i dati di esposizione personale a silice cristallina e a polveri respirabili misurati dall’Inail in Italia dal 2000 a oggi relativi alle mansioni che operano nei lavori di costruzione edile e di ingegneria civile, compresi i cantieri di scavo gallerie con tecniche tradizionali. In particolare, sono inclusi i dati di 1379 campioni, dei quali 541 rilevati in cantieri in galleria e 838 per le mansioni dell’edilizia civile.

I dati di esposizione sono raccolti utilizzando la classificazione delle mansioni elaborata dall’Inail con specifico riferimento alla valutazione dell’esposizione a silice cristallina. Le informazioni presentate riguardano 39 mansioni che andranno ulteriormente implementate data la grande varietà di lavori edili e di ingegneria civile.

L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile. La pubblicazione, risultato della collaborazione
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