Fitosanitari, Lavoratori fragili, Formazione, Agenti biologici

News sicurezza ambiente qualità  E-learning HSE, Banca dati Newsletter 10 del 17 Marzo 2022, Fitosanitari, Lavoratori fragili, Formazione, Agenti biologici.

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Prodotti fitosanitari

 

Un prodotto fitosanitario è un prodotto pronto all’impiego, previa diluizione in acqua (salvo eccezioni), utilizzabile per proteggere e conservare i vegetali (e i prodotti vegetali) o influirne sui processi vitali (crescita, ecc.). La protezione …LEGGI TUTTO


Lavoratori fragili, tutela previdenziale, quarantena, lavoro agile

 

Messaggio n° 1126 del 11-03-2022 INPS 1. Quadro normativo Come illustrato nel messaggio n. 679/2022, in merito al riconoscimento della tutela previdenziale per i lavoratori c.d. fragili, il comma 1 LEGGI TUTTO


Da dove viene la tua maglietta?

 

È una domanda a cui apparentemente si può rispondere con una goffa torsione del collo e uno sguardo all’etichetta. Ma la vera risposta è molto più complessa. Anche la produzione …LEGGI TUTTO


Formazione a distanza e apprendimento mobile

 

Perché l’apprendimento mobile è una strategia “da usare” nel luogo di lavoro ibrido? e-learning e formazione aziendale, le nuove prospettive Una realtà post-2019 che tutti i datori di lavoro devono …LEGGI TUTTO


La progettazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro

 

8 aprile 2022. Realizzato in collaborazione da Inail e Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), l’evento si rivolge alle figure della prevenzione e ai professionisti. Partecipano i presidenti, Franco Bettoni e …LEGGI TUTTO


Agenti biologici – Statistiche

 

INAIL Realizzato uno strumento di reportistica destinato a favorire la condivisione dei dati sui livelli di contaminazione microbiologica associati alle attività lavorative. L’applicazione Banca dati Inail Agenti biologici – Statistiche, …LEGGI TUTTO


L’uso degli antibiotici in Italia

 

La pubblicazione, realizzata dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA, monitora i consumi e la spesa per gli antibiotici in Italia e contiene analisi sull’uso in ambito territoriale, ospedaliero e …LEGGI TUTTO


cookie, formazione, DPI, Bando Isi 2021

 

News sicurezza ambiente qualità  E-learning HSE, Banca dati Newsletter 9 del 9 Marzo 2022, cookie, formazione, DPI, Bando Isi 2021. In caso di difficoltà  nel recupero credenziali, non esiti a inviare … LEGGI TUTTO


Bando Isi 2021 date di apertura procedura

 

Dal 2 maggio 2022 le imprese possono accedere alla procedura informatica per la compilazione delle domande. Sulla pagina informativa del Bando Isi 2021 è stato aggiornato il calendario con le …LEGGI TUTTO


Smart working, Formatori, Cantieri, Checklist.

 

News sicurezza ambiente qualità  E-learning HSE, Banca dati Newsletter 8 del 1 Marzo 2022, Smart working, Formatori, Cantieri, Checklist. In caso di difficoltà  nel recupero credenziali, non esiti a inviare una … LEGGI TUTTO


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Newsletter 10 del 17 Marzo 2022

Prodotti fitosanitari

Un prodotto fitosanitario è un prodotto pronto all’impiego, previa diluizione in acqua (salvo eccezioni), utilizzabile per proteggere e conservare i vegetali (e i prodotti vegetali) o influirne sui processi vitali (crescita, ecc.). La protezione è intesa da tutti gli organismi nocivi, anche prevenendone gli effetti.

La Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione ha predisposto una procedura per l’applicazione dell’art.34 del Regolamento (CE) n. 1107/2009 per consentire la possibilità di accesso al mercato per gli operatori che ricadano nelle condizioni previste dall’art.34 stesso, nell’attesa della messa a punto di una linea guida comunitaria in tale ambito.

L’art. 34 del Regolamento(CE) 1107/2009 prevede la possibilità, per i richiedenti di un’autorizzazione, di essere “esentati dall’obbligo di fornire le relazioni dei test e degli studi di cui all’articolo 33, paragrafo 3, se lo Stato membro cui è presentata la domanda dispone delle relazioni dei test e degli studi in questione e i richiedenti dimostrano di aver ottenuto l’accesso conformemente agli articoli 59, 61 o 62 oppure che l’eventuale periodo di protezione dei dati è scaduto”.

Prevede, inoltre, che: “su richiesta dello Stato membro interessato, i dati necessari per dimostrare che il prodotto fitosanitario ha effetti comparabili a quelli del prodotto fitosanitario ai cui dati protetti i richiedenti comprovano di avere accesso”.

Consulta la nota dell’8 marzo 2022

>> Procedura per la gestione delle istanze di autorizzazione in attuazione dell’art. 34 del Regolamento (CE) n. 1107/2009

Prodotti fitosanitari, gestione delle istanze di autorizzazione secondo l’art. 34 del Regolamento (CE) n. 1107/2009

Lavoratori fragili, tutela previdenziale, quarantena, lavoro agile

Messaggio n° 1126 del 11-03-2022 INPS

1. Quadro normativo

Come illustrato nel messaggio n. 679/2022, in merito al riconoscimento della tutela previdenziale per i lavoratori c.d. fragili, il comma 1 dell’articolo 17 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, ha previsto la proroga delle sole disposizioni inerenti alla modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, di cui al comma 2-bis dell’articolo 26 del decreto-legge n. 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27.

Inoltre, il comma 2 del medesimo articolo 17 ha disposto l’adozione di un apposito decreto interministeriale finalizzato a individuare “le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità”, in presenza delle quali la prestazione lavorativa, ai sensi del comma 2-bis dell’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, viene effettuata in “modalità agile,anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento”, secondo la disciplina contenuta nel contratto di riferimento.

In applicazione di quanto sopra, è stato pubblicato il decreto 4 febbraio 2022 del Ministro della Salute, di concerto con i Ministri del Lavoro e delle politiche sociali e per la Pubblica amministrazione, recante “Individuazione delle patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali, fino al 28 febbraio 2022, la prestazione lavorativa è normalmente svolta in modalità agile”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 35 dell’11 febbraio 2022.

Successivamente, in sede di conversione del decreto-legge n. 221/2021, la legge 18 febbraio 2022, n. 11, ha modificato l’articolo 17 del medesimo decreto-legge disponendo la proroga al 31 marzo 2022 delle disposizioni contenute:

  • nel comma 2-bis dell’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, inerente, come anticipato, allo svolgimento in modalità agile dell’attività lavorativa per i lavoratori in condizione di fragilità individuati ai sensi del decreto interministeriale 4 febbraio 2022;
  • nel comma 2 del medesimo articolo 26, relativo all’equiparazione del periodo di assenza dal servizio a ricovero ospedaliero con conseguente erogazione della prestazione economica.

Il comma 3 bis dell’articolo 17, introdotto dalla legge di conversione n. 11/2022, stabilisce altresì che gli oneri a carico dell’INPS, dal 1° gennaio 2022 fino al 31 marzo 2022, connessi con le tutele previdenziali di cui al citato comma 2 dell’articolo 26, sono finanziati dallo Stato nel limite massimo di spesa indicato in norma, dando priorità agli eventi cronologicamente anteriori.

La norma affida all’INPS anche il monitoraggio dello stanziamento, affinché l’Istituto non prenda in considerazione ulteriori domande, qualora il limite massimo di spesa ivi individuato, anche in via prospettica, venga raggiunto.

Per quanto sopra esposto, quindi, la tutela previdenziale per i lavoratori c.d. fragili del settore privato assicurati per la malattia INPS è riconosciuta dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022.

In merito, invece, all’equiparazione della quarantena/isolamento fiduciario con sorveglianza attiva a malattia, prevista dal comma 1 dell’articolo 26 in argomento, non è stata prevista, ad oggi, alcuna proroga per il 2022 e, pertanto, ai fini del riconoscimento della tutela previdenziale da parte dell’INPS, il cui termine rimane fissato al 31 dicembre 2021,sono confermate le indicazioni contenute nel citato messaggio n. 679/2022.

2. Istruzioni operative

A fronte del nuovo quadro normativo, vengono ribadite le istruzioni già fornite agli Uffici medico legali territorialmente competenti, che sono tenuti a proseguire con la consueta trattazione dei certificati trasmessi dai lavoratori del settore privato (inclusi i lavoratori marittimi) assicurati per la malattia INPS afferenti alle tutele di cui all’articolo 26 (commi 1, 2 e 6), e agli operatori amministrativi con funzioni sanitarie, che debbono provvedere all’acquisizione manuale degli eventuali certificati cartacei ricevuti. La suddetta attività riveste particolare importanza per consentire all’Istituto, come già precisato nel citato messaggio n. 679/2022, la corretta individuazione dei certificati afferenti alle tutele di cui all’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, prodotti dai lavoratori in argomento.

Per la gestione delle pratiche a pagamento diretto con certificati afferenti alla tutela di cui al comma 2 (lavoratori in condizione di fragilità) dell’articolo 26, le Strutture territoriali INPS provvederanno, sulla base delle suddette valutazioni medico legali, all’istruttoria amministrativa degli eventi verificatisi nel 2022 fino alla data, già indicata al precedente paragrafo, del 31 marzo 2022.

Allo scopo di recepire le descritte disposizioni normative, gli applicativi gestionali in uso per i pagamenti diretti sono stati adeguatamente aggiornati.

>>> Scarica il messaggio in formato pdf

Da dove viene la tua maglietta?

È una domanda a cui apparentemente si può rispondere con una goffa torsione del collo e uno sguardo all’etichetta. Ma la vera risposta è molto più complessa.

Anche la produzione di una singola maglietta si basa sul coordinamento di una serie di catene di approvvigionamento interconnesse, che di solito si estendono su più nazioni. Questo sistema globalizzato è una meraviglia dell’ingegno umano e della logistica.

Ma può anche oscurare le vere emissioni di carbonio dei prodotti che utilizziamo, sollevando seri interrogativi sulla loro sostenibilità. E consente ai paesi più ricchi di esternalizzare efficacemente le proprie emissioni a quelli meno ricchi attraverso il “colonialismo del carbonio” .

Diciamo che l’etichetta della tua maglietta recita: “Cambogia”. È lecito presumere che questo indichi chiaramente la sua origine. Ma non è tutta la storia.

La connessione cinese

A differenza di altri esportatori di abbigliamento, come il Bangladesh o il Vietnam, la Cambogia non coltiva cotone. Né fila cotone, né fabbrica fibre artificiali. Invece, le fabbriche cambogiane importano tessuti dall’estero, spesso fornendo solo gli ultimi ritocchi agli indumenti parzialmente completati. Quindi, anche se il tuo capo potrebbe dire che proviene dalla “Cambogia”, i tessuti probabilmente provenivano da più lontano, molto più lontano.

Tra il 2015 e il 2019, 289.721 tonnellate delle 361.455 tonnellate totali di indumenti in EUROPA  ha importato dalla Cambogia possono essere indirettamente collegate a prodotti in cotone, tessuti a maglia e fibre artificiali forniti alla Cambogia dalla Cina. E la maggior parte dell’industria dell’abbigliamento cinese si trova nelle province costiere di Jiangsu, Zhejiang, Guangdong e Hubei, a circa 2.500 km a 6.000 km dalla Cambogia.

Ma il processo si estende ulteriormente. L’84% della produzione nazionale di cotone cinese avviene nell’estrema provincia occidentale dello Xinjiang. Ciò significa che il cotone grezzo lavorato nelle fabbriche costiere cinesi deve prima viaggiare tra i 3.000 ei 4.300 km in treno dallo Xinjiang: all’incirca la distanza tra Londra e Lagos.

Quindi anche prima che la tua maglietta etichettata “Cambogia” arrivi in Cambogia, le materie prime hanno viaggiato tra i 5.500 ei 10.300 km, via mare e in treno. Ciò aggiunge un enorme costo nascosto del carbonio all’indumento finale.

Eppure c’è ancora di più nella storia. La Cina è il più grande produttore di cotone a livello globale, producendo oltre il 25% del raccolto totale mondiale. Ma è anche il principale produttore di abbigliamento al mondo e la domanda supera notevolmente l’offerta. La Cina ha prodotto 6,07 milioni di tonnellate di cotone grezzo nel 2018-19, ma ne ha consumate 8,95 milioni , lasciando un enorme deficit.

La Cina compensa questo deficit con le importazioni. La maggior parte, l’88% del totale, proviene da Australia, Stati Uniti, Uzbekistan, India e Brasile. Le distanze percorse da queste importazioni variano – da circa 1.350 km (tra Tashkent, Uzbekistan e Xinjiang, Cina) a un massimo di 35.700 km (tra Los Angeles, Stati Uniti e Shanghai, Cina, se via Panama e Suez ).

Quindi l’etichetta Cambogia su quella maglietta segna solo una tappa lungo un vasto viaggio globale. In effetti, prima di acquistarla in EUROPA, la maglietta – e le materie prime dietro di essa – probabilmente ha viaggiato tra 25.000 km e ben 64.000 km (oltre una volta e mezza la circonferenza terrestre).

Una lunga strada

Una filiera di questa lunghezza è allarmante. Ma le implicazioni più ampie sono ancora più evidenti.

Una tipica maglietta dovrebbe produrre 6,75 kg di carbonio durante la sua produzione e vendita . L’impronta di carbonio di un prodotto viene spesso stimata sommando il carbonio generato durante l’intero processo di produzione. Ciò include, ad esempio, la crescita del cotone, la sua trasformazione in tessuti, la sua produzione in abbigliamento, il trasporto, la vendita al dettaglio, l’uso e lo smaltimento.

E quando un paese importa un prodotto, tutte queste emissioni vengono aggiunte alla sua impronta di carbonio importata o incorporata. Poiché i processi coinvolti sono così complessi e vari, tuttavia, si tende a utilizzare valori medi per una determinata parte del processo produttivo, piuttosto che misurare empiricamente l’intera filiera.

Ma questo sistema non tiene conto delle vaste distanze “nascoste” percorse dalla nostra maglietta di esempio – e delle materie prime che ci stanno dietro. A 25.000 km, dove il cotone proviene esclusivamente dalla Cina occidentale, il trasporto di quella singola maglietta marchiata Cambogia emetterebbe probabilmente 47 g di C02. Questo è il 7,1% del carbonio emesso durante la sua intera produzione e il 50% in più rispetto alle stime utilizzate dai gruppi di difesa della sostenibilità come il Carbon Trust .

A 64.000 km, dove il cotone proviene dagli Stati Uniti o dal Brasile, la maglietta genererà 103 g di CO₂ nel suo viaggio intorno al mondo. Si tratta di oltre il 15% delle emissioni totali generate durante la sua produzione e più del triplo del valore medio su cui vengono calcolate le impronte di carbonio.

Questi errori potrebbero non sembrare molto su una singola maglietta. Ma fanno un’enorme differenza quando vengono ampliati per coprire l’intero commercio di abbigliamento tra EUROPA e Cambogia. Si stima che quelle 40.000 tonnellate di abbigliamento importate in EUROPA dalla Cambogia ogni anno producano 8.304 tonnellate di CO₂. Eppure la cifra reale, tenendo conto delle distanze nascoste percorse dalle materie prime, è compresa tra 13.400 tonnellate e 28.770 tonnellate. Questo è fino a 20.466 tonnellate non contabilizzate: l’equivalente di 4.422 auto guidate per un anno.

Ora immagina che questi numeri siano aumentati per riflettere veramente ogni prodotto venduto a livello globale.

Sistemi invisibili
Figure come queste illuminano i sistemi altrimenti invisibili alla base della nostra vita quotidiana, mettendo in dubbio molti dei presupposti che facciamo sulla sostenibilità. In effetti, la mancanza di trasparenza che circonda le catene di approvvigionamento globali significa che molte fonti di emissioni sono nascoste o significativamente sottovalutate. E la loro straordinaria complessità impedisce un’analisi dettagliata e mina la responsabilità, nascondendo molte emissioni di carbonio alla vista del pubblico.

Questa capacità di “nascondere” le emissioni in complessi processi di produzione globale è stata definita una “scappatoia del carbonio” o addirittura “colonialismo del carbonio” poiché consente alle principali economie importatrici di spostare i processi di produzione ad alta intensità di carbonio dalle loro statistiche principali sulle emissioni nazionali e su quelle di altri paesi, spesso con una minore capacità di misurare l’intera portata di questi impatti.

E ora c’è un crescente riconoscimento che questi problemi possono essere alla base della nostra più generale incapacità di ridurre le emissioni di carbonio . In totale, le emissioni importate ora rappresentano un quarto delle emissioni globali di CO₂ e affrontare questo problema dovrebbe essere visto come la prossima “frontiera della politica climatica” .

L’etichetta di origine unica cucita sulla tua maglietta è un’illusione, riflette un problema che affligge tanti degli articoli che acquistiamo e utilizziamo quotidianamente. In effetti, quel Paese di origine è solo una tappa di un viaggio globale di assemblaggio che è un anatema per una produzione veramente sostenibile e un ostacolo chiave nella nostra lotta contro la crisi climatica.

Una migliore comprensione di questa geografia nascosta è il primo passo per affrontare l’opaca e incompresa impronta di carbonio della nostra economia globale e decolonizzare i sistemi di contabilità ambientale che favoriscono i maggiori inquinatori del mondo.

Formazione a distanza e apprendimento mobile

Perché l’apprendimento mobile è una strategia “da usare” nel luogo di lavoro ibrido?

e-learning e formazione aziendale, le nuove prospettive

Una realtà post-2019 che tutti i datori di lavoro devono affrontare è il cambiamento del paradigma del lavoro. La trasformazione della forza lavoro dalla modalità occasionale del “lavoro da casa” a una modalità prevalentemente mobile e remota significa che i datori di lavoro devono affrontare tutti gli aspetti di un ambiente di lavoro ibrido.

La formazione deve ruotare per supportare questo nuovo modello di lavoro. E una delle strategie più critiche per il successo in questo nuovo paradigma di lavoro è il mobile learning, la capacità di dare agli studenti la possibilità di imparare in movimento.

Anche l’era post-2019 si sta evolvendo come un’era di rapidi cambiamenti negli scenari aziendali. L’apprendimento mobile è fondamentale per una rapida riqualificazione/riqualificazione rapida dei dipendenti. Sia i dipendenti che i datori di lavoro possono sfruttare l’apprendimento mobile per l’apprendimento continuo.

Creando un ecosistema basato su un modello Learning in the Flow of Work (LIFOW), di Learn-Pactice-Apply, i leader di L&D possono sfruttare il mobile learning per supportare le esigenze aziendali in continua evoluzione. I professionisti di L&D e i responsabili dell’apprendimento possono imparare molto dallo studio di esempi di apprendimento mobile di successo.

Come sfruttare l’apprendimento mobile nella formazione aziendale

Uno dei principali vantaggi dell’apprendimento mobile rispetto all’eLearning tradizionale o agli approcci di formazione in aula è che consente l’apprendimento in movimento e consente ai dipendenti di apprendere utilizzando qualsiasi dispositivo di loro scelta. Ecco perché il mobile learning deve far parte di qualsiasi strategia di formazione per i luoghi di lavoro ibridi.

Puoi sfruttare la potenza del mobile learning al di là di “sempre e ovunque”, per un approccio che si allinea con i compiti degli studenti nelle mutate dinamiche del posto di lavoro, come mostrato qui.

Sfruttare l’apprendimento mobile attraverso il modello 70-20-10

Molti esempi di mobile learning sfruttano il modello 70-20-10, sviluppato da Morgan McCall, Robert Eichinger e Michael Lombardo presso il Center for Creative Leadership. In un ambiente di lavoro ibrido, se utilizzato in modo efficace, l’apprendimento mobile può essere sfruttato attraverso lo spettro di apprendimento definito dal modello 70-20-10, anche per l’apprendimento informale, che fornisce il 70% dell’apprendimento; apprendimento just-in-time, che contribuisce per il 20% all’apprendimento dei dipendenti ibridi; e l’apprendimento formale, che arrotonda il restante 10% dell’apprendimento aziendale.

I programmi di apprendimento devono adattarsi alle esigenze di ciascuna organizzazione. Se alcune delle strategie di cui sopra non funzionano bene per la tua organizzazione, puoi sfruttarne altre, come podcast, video interattivi, realtà virtuale, realtà aumentata, infografiche e simulazioni, per supportare formati di apprendimento diversi e moderni.

Legge di Bilancio 2022 Gli ammortizzatori sociali

Gli ammortizzatori sociali in Italia e la riforma prevista dalla Legge di Bilancio 2022. Nota di approfondimento

A cura della Linea Benchmarking Nazionale ed Internazionale – Direzione Studi e Ricerche di ANPAL Servizi.

Con il termine di ammortizzatori sociali si intende tutta una serie di misure che hanno l’obiettivo di offrire sostegno economico ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro.

Gli ammortizzatori sociali, quali strumenti di sostegno economico ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, sono da tempo oggetto di tentativi di riforma, più o meno parziali, con l’obiettivo di assicurare il riordino e la razionalizzazione del sistema, nonché l’estensione della platea di beneficiari anche con la rimodulazione delle tutele.

Nelle ultime legislature, infatti, l’attività parlamentare in materia di politiche del lavoro è stata caratterizzata dal progressivo ampliamento delle misure di sostegno al reddito già previste per le situazioni di crisi aziendale e da un’estensione del campo di applicazione degli ammortizzatori sociali, per affrontare le crisi produttive e i problemi occupazionali che hanno investito alcuni settori produttivi.

Con la Legge di Bilancio 2022 (Legge n. 234/21) viene prevista la realizzazione di un sistema maggiormente universale ed inclusivo, affinché tutti i lavoratori, compresi quelli momentaneamente privi di impiego, non risultino esclusi dal sistema di tutele.

La presente nota di approfondimento è quindi suddivisa in tre parti: la prima evidenzia l’impianto degli ammortizzatori sociali vigenti nel nostro Paese che interessano la maggior parte dei lavoratori, distinguendo tra misure in costanza del rapporto di lavoro e quelle a sostegno del reddito in caso di disoccupazione. La seconda parte analizza i provvedimenti, nella maggior parte dei casi di carattere emergenziale, adottati per fronteggiare l’emergenza COVID-19.

La terza ed ultima parte è proprio dedicata alla riforma degli ammortizzatori sociali prevista dalla Legge di Bilancio 2022. Il dettato normativo prevede infatti, all’art. 1 commi da 191 a 257, un intervento sostanziale sul sistema vigente, fondandosi sul principio di protezione sociale universale, teso ad assicurare una più adeguata tutela a tutti i lavoratori, con il concorso dei datori di lavoro.

La Legge di Bilancio 2022 non solo amplia la platea dei soggetti cui si rivolgono i trattamenti di integrazione salariale (che vengono estesi a categorie di lavoratori finora esclusi dalle tutele), ma agevola l’accesso alle misure di sostegno previste.

Anche per quanto riguarda le politiche attive, si rafforza il legame con gli ammortizzatori sociali: basti pensare al Programma GOL (“Garanzia di occupabilità dei lavoratori”) e le politiche formative destinate anche ai percettori di strumenti di sostegno al reddito.

Nello specifico, GOL prevede che gli interventi in favore dei percettori di ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito per cui sia prevista la condizionalità siano attivati entro quattro mesi dalla maturazione del diritto alla prestazione economica.

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La progettazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro

8 aprile 2022. Realizzato in collaborazione da Inail e Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), l’evento si rivolge alle figure della prevenzione e ai professionisti. Partecipano i presidenti, Franco Bettoni e Armando Zambrano

È in programma venerdì 8 aprile, a partire dalle ore 9.00, il webinar di aggiornamento formativo “La progettazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro”, fruibile sulla piattaforma informatica della Fondazione Cni.

Il seminario online è rivolto alle figure della prevenzione e ai professionisti, con particolare riferimento agli ingegneri iscritti agli ordini e ai professionisti Inail. L’iniziativa rientra tra le attività previste dal protocollo d’intesa sottoscritto nel marzo 2021 dall’Istituto e dal Cni, con l’obiettivo di promuovere la tutela della salute dei lavoratori e la diffusione della cultura della sicurezza.

In apertura dei lavori intervengono il presidente del Cni, Armando Zambrano, il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, e il capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Guido Parisi.

La partecipazione all’evento è gratuita, ma è necessario iscriversi. La Fondazione del Cni invierà un’apposita email agli iscritti agli ordini territoriali. Il webinar è valido ai fini dell’aggiornamento professionale con il riconoscimento di quattro crediti Cfp per ingegneri iscritti agli ordini professionali e quattro ore di aggiornamento per Rspp e Coordinatori per la progettazione ed esecuzione dei lavori.

Data Inizio: 08/04/2022

Data Fine: 08/04/2022

Orario: 9.00

Programma del webinar “La progettazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro”

Tra i principali obiettivi della collaborazione tra Inail e Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) giunta al terzo protocollo d’intesa (2021-2024) riveste particolare importanza lo sviluppo di iniziative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro volte a contribuire in modo sostanziale all’aggiornamento culturale, tecnico e formativo degli ingegneri, in un contesto di “comunità di pratica” di professionisti che ha come fattori elettivi la costruzione e diffusione di conoscenze, il confronto e la condivisione di
idee e progetti, la valorizzazione delle esperienze e delle competenze.

E’ anche attraverso questi nuovi approcci che si può arrivare ad una reale, concreta ed efficace diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro considerando il ruolo sociale ed istituzionale di due Enti come Inail e CNI.

In questo quadro si inserisce il convegno nazionale organizzato, cui ha aderito il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco.