Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio

Infor.MO, Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio nel ciclo del trasporto ferroviario. INAIL 2024. Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro. SCHEDA 22.

DATI DESCRITTIVI

La scheda presenta un approfondimento del fenomeno infortunistico nel settore delle ferrovie, attraverso alcuni indicatori di frequenza e incidenza, ed uno studio delle dinamiche e dei fattori causali degli eventi.

Con riferimento al ciclo del trasporto ferroviario vengono considerate le seguenti voci della classificazione Ateco 2007: 49.1. Trasporto ferroviario di passeggeri; 49.2. Trasporto ferroviario di merci; 52.21.1. Gestione di infrastrutture ferroviarie; 52.24.3. Movimento merci relativo ai trasporti ferroviari e 33.17. Riparazione e manutenzione locomotive e materiale rotabile. Non sono invece stati inclusi i servizi legati al trasporto in aree urbane e suburbane (metropolitane, ferrovie sopraelevate, tramvie, collegamenti aeroportuali).

L’analisi dell’andamento degli infortuni occorsi nel settore si basa sulle informazioni fornite dalla banca dati statistica dell’Inail: nel 2021 si sono registrati quasi 1.600 infortuni definiti ‘positivi’ (cioè riconosciuti come effettivamente connessi con il lavoro) e il trend si è rivelato decrescente nel quinquennio 2017 – 2021 (anche tenuto conto della pandemia da Covid-19 nel 2020).

In termini di indicatori, il confronto degli eventi per mille addetti tra i singoli comparti del settore ferroviario mostra forti differenze sia per quanto riguarda il livello di rischiosità sia per ciò che concerne l’evoluzione del fenomeno.

La rischiosità del Movimento merci è più che dimezzata, da 54 infortuni per mille addetti nel 2017 a 25 nel 2021, mentre il decremento è inferiore nel Trasporto passeggeri e nel Trasporto merci, anche se a partire da un livello iniziale minore. Nello stesso periodo l’indice per il complesso dell’Industria e servizi passa da 21 a 17.

Per quanto riguarda il genere, accostando i dati del l’Istat a quelli dell’Inail, si nota che nel trasporto passeggeri le donne sono più a rischio degli uomini: le lavoratrici costituiscono il 17% degli occupati, ma subiscono più del 19% degli infortuni.

Eventi nel trasporto ferroviario

L’esame degli eventi nel trasporto ferroviario, inoltre, permette di individuare le relative caratterizzazioni, evidenziando quali infortuni si verificano di più nei diversi comparti ferroviari rispetto a quanto avviene nelle altre attività economiche. Per ogni infortunio, infatti, sono disponibili le variabili Esaw (European Statistics on Accident at Work) che descrivono le circostanze dell’evento. Tra esse, sono state considerate: la deviazione, il contatto e il relativo agente.

Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio. nel ciclo del trasporto ferroviario. Sistema di sorveglianza infortuni mortali gravi lavoro.
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infortunistiche e fattori di rischio nell’industria alimentare

DINAMICHE INFORTUNISTICHE E FATTORI DI RISCHIO NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE. INAIL 2023. Infor.MO

La scheda presenta l’approfondimento delle dinamiche infortunistiche avvenute nel settore dell’industria alimentare e registrate nella banca dati del sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Infor.mo.

DATI DESCRITTIVI

L’industria alimentare (codice C10 della classifi cazione Ateco 2007) comprende diverse attività che vanno dalla lavorazione/conservazione di carne, pesce, frutta e ortaggi, all’industria lattiero/casearia, alla produzione di panifi cati e di altri prodotti alimentari, fino a quelli per l’alimentazione degli animali (da allevamento e da compagnia).

La scheda presenta un approfondimento del fenomeno infortunistico nel settore attraverso alcuni indicatori di frequenza e incidenza e lo studio delle dinamiche e dei fattori causali degli eventi.

L’andamento degli infortuni occorsi negli ambienti di lavoro ordinari (esclusi eventi stradali ed in itinere) e riconosciuti dall’Inail mostra, nel periodo 2016 – 2020, un andamento decrescente con valore medio pari a -19,9%, passando da 7.585 eventi nel 2016 ai 6.075 del 2020.

FATTORI DI RISCHIO

Per evidenziare le caratteristiche dei fattori di rischio degli eventi occorsi nell’industria alimentare è stata condotta un’analisi puntuale delle informazioni sulle dinamiche infortunistiche registrate nella banca dati del sistema Infor.Mo attraverso il modello di analisi multifattoriale.

A fronte dei 168 infortuni mortali e gravi selezionati (rispettivamente 61 e 107) sono stati rilevati 309 fattori di rischio, distinti in Tabella secondo la categoria di appartenenza.

Distribuzione dei fattori di rischio degli infortuni per categoria di appartenenza
Distribuzione dei fattori di rischio degli infortuni per categoria di appartenenza

 


Al primo posto, anche se con peso inferiore rispetto al totale registrato per tutti i settori lavorativi, compaiono con il 49,9% gli aspetti procedurali (attività infortunato e di terzi), riassumibili in sequenze operative scorrette o usi errati di attrezzatura per pratiche abituali (42,0%), azioni estemporanee (39,5 %) e carenza di informazione/formazione/addestramento (14,0%)

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LE SOSTANZE CHIMICHE REPROTOSSICHE

Nella normativa per la tutela dei lavoratori è stata posta molta attenzione alla tutela della donna in gravidanza, ma finora la possibile esposizione a sostanze reprotossiche sembra sia stata ampiamente sottostimata.

Edizioni: Inail 2022


La fertilità

Lo Scientific Committee on Occupational Exposure Limits nel 2013 ha definito la fertilità come ‘i processi che sottostanno alla capacità di un uomo e una donna di iniziare una gravidanza’; in dettaglio ha definito gli effetti avversi per la fertilità come ‘effetti avversi sulla libido, il desiderio sessuale, la spermatogenesi/oogenesi, ogni interferenza con l’attività ormonale o i parametri fisiologici che può incidere sulla abilità di fecondazione, impianto o sviluppo dell’embrione’.

Fattori di rischio

Fattori di rischio per la salute riproduttiva, in ambiente di lavoro, possono essere di diversa natura, quelli dovuti a sostanze chimiche sono certamente tra i più documentati.

Attualmente la normativa per la tutela della salute dei lavoratori fa ricadere la gestione delle sostanze reprotossiche all’interno del Titolo IX capo I (Protezione da agenti chimici), ma il legislatore europeo già con il regolamento REACH (reg. CE1907/2006) le ha inserite tra le sostanze di ‘grande preoccupazione’, all’interno del regime di autorizzazione.

Considerando le evidenze emerse negli ultimi anni, si è ritenuto di aggiornare la direttiva 2004/37/CE, relativa alla gestione delle sostanze cancerogene e mutagene in ambiente di lavoro, con l’inserimento anche delle sostanze reprotossiche.

È stata quindi emanata il 09/03/2022 la direttiva UE 2022/431 del Parlamento europeo e del Consiglio, il cui recepimento è previsto entro febbraio 2024, e prevede misure di gestione del rischio più stringenti e tutelanti in caso di esposizione a reprotossici in ambiente di lavoro.

DIMENSIONE DEL PROBLEMA (Le sostanze chimiche)

Negli ultimi 20 anni c’è stato un incremento di coppie infertili che ricorrono a centri di fecondazione assistita.

È stato stimato che circa il 15% delle coppie presenta problemi di fertilità.

Nella normativa per la tutela dei lavoratori è stata posta molta attenzione alla tutela della donna in gravidanza, ma finora la possibile esposizione a sostanze reprotossiche, in particolare anche per la popolazione maschile, sembra sia stata ampiamente sottostimata.

Le sostanze chimiche per cui sono state identificate caratteristiche di pericolosità legate alla tossicità riproduttiva sono circa 150 in Unione europea, classificate come: tossici per la riproduzione di categoria 1A (sostanze note per causare effetti avversi sulla salute riproduttiva nell’essere umano) e categoria 1B (sostanze presumibilmente tossiche per la salute riproduttiva umana).

download Le sostanze chimiche

Allegati

Fattori di rischio di cancro in Europa

Indagine sull’esposizione dei lavoratori sui fattori di rischio di cancro in Europa


L’indagine sull’esposizione dei lavoratori dell’EU-OSHA sui fattori di rischio di cancro in Europa esamina il modo in cui i lavoratori europei sono esposti a una selezione di fattori di rischio di cancro. Migliaia di lavoratori in sei paesi sono invitati a rispondere a domande incentrate sulle loro attività quotidiane e adattate al loro lavoro attuale.

Con il cancro che rappresenta circa il 53 % di tutti i decessi legati al lavoro nell’UE e in altri paesi sviluppati, dati affidabili sull’esposizione sul luogo di lavoro ai fattori di rischio del cancro sono essenziali sia per la sicurezza e la salute dei lavoratori che per un’economia produttiva e sostenibile.

EU-OSHA fattori di rischio

EU-OSHA sta conducendo un’indagine sull’esposizione dei lavoratori sui fattori di rischio di cancro in Europa per identificare meglio i fattori di rischio di cancro responsabili della maggior parte delle esposizioni.

L’indagine esamina anche le situazioni di esposizione più prevalenti e il numero e le caratteristiche dei lavoratori esposti a una serie di fattori di rischio di cancro, tra cui amianto, benzene, cromo, gas di scarico del diesel, nichel, polvere di silice, radiazioni UV, polvere di legno e altri.

L’obiettivo dell’indagine è quello di indirizzare meglio le campagne di sensibilizzazione e le misure preventive e di contribuire all’elaborazione di politiche basate su dati concreti.

L’indagine cerca inoltre di fornire informazioni che potrebbero contribuire all’aggiornamento della legislazione dell’UE, ove opportuno, per migliorare la protezione contro le sostanze pericolose e combattere il cancro sul lavoro, in particolare per quanto riguarda la preparazione di possibili future proposte di modifica della direttiva sugli agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione .

Inoltre, questa indagine dovrebbe contribuire alle azioni in materia di SSL del Piano europeo contro il cancro e sostenere uno degli obiettivi chiave del quadro strategico dell’UE sulla salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 sul miglioramento della prevenzione delle malattie legate al lavoro, in cancro particolare.

Fasi di indagine fattori di rischio

2017

È stato completato uno studio di fattibilità su un’indagine per valutare l’esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni , basata su un’indagine australiana di successo che utilizza uno strumento innovativo per valutare l’esposizione professionale (Occupational Integrated Database Exposure Assessment System, OccIDEAS ).

2020

Sono iniziati i lavori preparatori per individuare i paesi in cui l’indagine sarebbe stata inizialmente svolta e avviare i primi passi per la preparazione della metodologia e l’adattamento del modello australiano al contesto europeo, utilizzando la stessa applicazione dell’indagine australiana ( OccIDEAS ).

2021 e 2022

Il sondaggio è stato sviluppato, adattato e tradotto. Nella primavera del 2022 è stato effettuato un test pilota. L’indagine è sul campo da settembre 2022 a gennaio 2023 in sei Stati membri dell’UE: Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda e Spagna. Intervistatori qualificati chiameranno i lavoratori sul loro cellulare per completare quasi 25.000 questionari.

2023 e 2024

La pubblicazione dei primi risultati è prevista per la fine del 2023. L’EU-OSHA pubblicherà anche una relazione che descrive la metodologia innovativa. I risultati dell’indagine saranno integrati da analisi secondarie che prevedono approfondimenti su temi specifici.

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News sicurezza, ambiente, qualità,  E-learning, Formazione,  Competenze. Newsletter 24 del 23 Giugno 2022, Finanziamenti, Bonus 200 euro, fattori di rischio, cibersicurezza.

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Monitoraggio fattori di rischio

Pre.Vi.S.: il sistema di monitoraggio dei fattori di rischio lavorativo attraverso l’attività di vigilanza

Prodotto: Volume Edizioni Inail – 2022


salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Sul versante della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il Piano nazionale della prevenzione 2020 – 2025 individua tra le azioni da intraprendere, per ridurre gli infortuni e le malattie professionali, il perfezionamento dei sistemi di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro, partendo dai sistemi già attivi, tra cui il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Infor.Mo.

Il Piano, quale strumento di pianificazione nazionale delle attività di promozione della salute e di prevenzione da attuare sul territorio per opera delle Regioni e Province Autonome, raccoglie gli indirizzi definiti dalle strategie dell’Unione Europea, in cui proprio il miglioramento della raccolta dei dati statistici e lo sviluppo della base di informazioni risulta uno degli obiettivi del Quadro strategico.


Il modello di analisi Pre.Vi.S (Prevenzione, Vigilanza e Soluzioni) è stato definito con lo
scopo di registrare i fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro e gli interventi prescritti che emergono dall’attività di vigilanza degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria (UPG) delle Asl.

L’analisi viene effettuata, dunque, su ogni singolo verbale di prescrizione redatto in fase di sopralluogo in azienda e fornito al sistema Pre.Vi.S privo di dati sensibili. Ogni verbale può contenere una o più violazioni e ogni violazione, a sua volta, può avere ad oggetto più problematiche specifiche.

Infatti nell’ambito del progetto ‘L’approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l’individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte delle Istituzioni’, sostenuto dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della salute e coordinato dalla sezione Sistemi di sorveglianza e gestione integrata del rischio del Dimeila Inail in collaborazione con le Asl di Regioni e Province Autonome, è stato effettuato lo studio pilota per l’applicazione del modello Pre.Vi.S attraverso la rilevazione e l’analisi dei verbali di prescrizione redatti negli anni 2017 e 2018 dalle unità operative territoriali.

Tale sperimentazione è stata condotta a seguito dello studio di fattibilità di un precedente progetto CCM dal titolo ‘Il Sistema Infor.Mo per la sorveglianza dei fattori di rischio infortunistico e per la programmazione degli interventi di prevenzione’, sempre in collaborazione con le Asl di alcune Regioni e Province Autonome, che aveva consentito di mettere a punto il primo modello di rilevazione Pre.Vi.S.

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