LE SOSTANZE CHIMICHE REPROTOSSICHE

Nella normativa per la tutela dei lavoratori è stata posta molta attenzione alla tutela della donna in gravidanza, ma finora la possibile esposizione a sostanze reprotossiche sembra sia stata ampiamente sottostimata.

Edizioni: Inail 2022


La fertilità

Lo Scientific Committee on Occupational Exposure Limits nel 2013 ha definito la fertilità come ‘i processi che sottostanno alla capacità di un uomo e una donna di iniziare una gravidanza’; in dettaglio ha definito gli effetti avversi per la fertilità come ‘effetti avversi sulla libido, il desiderio sessuale, la spermatogenesi/oogenesi, ogni interferenza con l’attività ormonale o i parametri fisiologici che può incidere sulla abilità di fecondazione, impianto o sviluppo dell’embrione’.

Fattori di rischio

Fattori di rischio per la salute riproduttiva, in ambiente di lavoro, possono essere di diversa natura, quelli dovuti a sostanze chimiche sono certamente tra i più documentati.

Attualmente la normativa per la tutela della salute dei lavoratori fa ricadere la gestione delle sostanze reprotossiche all’interno del Titolo IX capo I (Protezione da agenti chimici), ma il legislatore europeo già con il regolamento REACH (reg. CE1907/2006) le ha inserite tra le sostanze di ‘grande preoccupazione’, all’interno del regime di autorizzazione.

Considerando le evidenze emerse negli ultimi anni, si è ritenuto di aggiornare la direttiva 2004/37/CE, relativa alla gestione delle sostanze cancerogene e mutagene in ambiente di lavoro, con l’inserimento anche delle sostanze reprotossiche.

È stata quindi emanata il 09/03/2022 la direttiva UE 2022/431 del Parlamento europeo e del Consiglio, il cui recepimento è previsto entro febbraio 2024, e prevede misure di gestione del rischio più stringenti e tutelanti in caso di esposizione a reprotossici in ambiente di lavoro.

DIMENSIONE DEL PROBLEMA (Le sostanze chimiche)

Negli ultimi 20 anni c’è stato un incremento di coppie infertili che ricorrono a centri di fecondazione assistita.

È stato stimato che circa il 15% delle coppie presenta problemi di fertilità.

Nella normativa per la tutela dei lavoratori è stata posta molta attenzione alla tutela della donna in gravidanza, ma finora la possibile esposizione a sostanze reprotossiche, in particolare anche per la popolazione maschile, sembra sia stata ampiamente sottostimata.

Le sostanze chimiche per cui sono state identificate caratteristiche di pericolosità legate alla tossicità riproduttiva sono circa 150 in Unione europea, classificate come: tossici per la riproduzione di categoria 1A (sostanze note per causare effetti avversi sulla salute riproduttiva nell’essere umano) e categoria 1B (sostanze presumibilmente tossiche per la salute riproduttiva umana).

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