INFORTUNI PESCA MARITTIMA

IL SETTORE DELLA NAVIGAZIONE E DELLA PESCA MARITTIMA: INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI NEGLI ANNI DELLA PANDEMIA DI COVID-19

infortuni sul lavoro

Pubblicazione realizzata da Inail Consulenza statistico attuariale

Il settore della navigazione e della pesca marittima costituisce una gestione assicurativa specifica all’interno dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail).

Da tale gestione è esclusa la cosiddetta “piccola pesca”, ossia quella condotta da lavoratori autonomi o associati in cooperativa, per la quale l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali rientra nella gestione “Industria, Commercio e Servizi” dell’Istituto.

infortuni sul lavoro e malattie professionali

I dati degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali riportati in questo documento riguardano esclusivamente la gestione assicurativa della navigazione e sono tratti dagli archivi Inail aggiornati al 30 aprile 2022.

Le denunce di infortunio, comprensive delle comunicazioni obbligatorie, sono esposte per anno di accadimento dell’evento lesivo, quelle di malattia professionale, invece, per anno di protocollazione della denuncia.

Covid-19

Gli effetti della pandemia di Covid-19, evidenti nei dati del biennio 2020-2021, sono oggetto di approfondimento in uno specifico paragrafo. I casi di Covid-19, infatti, qualora la malattia sia stata contratta in ambito lavorativo, sono considerati infortuni sul lavoro.

Con raccomandazione della Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Inail n. 4 del 19 marzo 2020, i casi di infortunio sul lavoro con diagnosi di Covid-19 sospetta o accertata sono stati opportunamente codificati.

I casi Covid-19 riportati in questo documento sono quelli ai quali in archivio è stato assegnato il citato codice che individua lo specifico contagio.

Gli infortuni sul lavoro nel quinquennio 2017-2021

Nel triennio 2017-2019 il numero di denunce di infortunio è abbastanza stabile, mentre negli anni 2020 e 2021 si registra un incremento rispetto agli anni precedenti . Tra il 2019 ed il 2020 le denunce di infortunio sono in aumento a causa dei casi Covid-19. L’incremento è di 136 casi tra il 2019 ed il 2020 e di 421 casi tra il 2020 ed il 2021.

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stress sul luogo di lavoro COVID-19

Una nuova indagine dell’UE rivela che lo stress sul luogo di lavoro in Europa è in aumento dalla pandemia di COVID-19


Più di quattro lavoratori su dieci (44 %) affermano che lo stress da lavoro è aumentato a seguito della pandemia, secondo l’indagine dell’EU-OSHA sui lavoratori OSH Pulse – Sicurezza e salute sul lavoro dopo la pandemia.

EU-OSHA

L’EU-OSHA pubblica i risultati dell’indagine in occasione della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre. Tali risultati fanno luce sui fattori di stress per la salute psicofisica dei lavoratori e sulle misure di sicurezza e salute sul lavoro (SSL) poste in essere nell’ambiente lavorativo.

Quasi la metà degli intervistati (46 %) ha dichiarato di essere esposta a una forte pressione del tempo o a un sovraccarico di lavoro. Altri fattori che causano stress sono la scarsa comunicazione o cooperazione all’interno dell’organizzazione e la mancanza di controllo sul ritmo di lavoro o sui processi lavorativi. Una serie di problemi di salute lavoro-correlati e comunemente associati allo stress è segnalata da una percentuale piuttosto ampia di lavoratori: il 30 % degli intervistati ha avuto almeno un problema di salute (stanchezza generale, mal di testa, affaticamento degli occhi, problemi o dolori muscolari) causato o aggravato dal lavoro.

salute mentale

Ma parlare di salute mentale non è più tabù. Secondo il 50 % dei lavoratori, la pandemia ha reso più facile parlarne al lavoro. Tuttavia non tutti i lavoratori si sentono a proprio agio nel parlare di come si sentono. Mentre il 59 % ha dichiarato di sentirsi a proprio agio nel parlare della propria salute mentale al rispettivo superiore diretto o supervisore, il 50 % teme che rivelare un problema di salute mentale possa incidere negativamente sulla propria carriera.

Per quanto riguarda le iniziative e le attività sul luogo di lavoro volte a prevenire o ridurre i rischi, il 42 % ha dichiarato che sessioni informative e formative riguardanti il benessere e la gestione dello stress sono organizzate sul luogo di lavoro. È disponibile anche l’accesso a consulenza e assistenza psicosociale (38 %) nonché a iniziative di sensibilizzazione e ad altre attività di informazione sulla sicurezza e salute (59 %).

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Tutti i risultati dell’UE in sintesi in questa infografica.

osh-pulse-infographics

OSH Pulse – Sicurezza e salute sul lavoro dopo la pandemia

Eurobarometer-OSH-in-post-pandemic-workplaces_en

UNI/PdR 129:2022

Gli anziani nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) sono stati tra i soggetti più colpiti nel periodo dell’emergenza sanitaria provocata da Covid-19.

Per mettere a fattore comune tutto questo insieme di conoscenze, UNI in collaborazione con la Federazione Ingegneri Lazio e con A.I.I.S.A (Associazione Italiana Igienisti Sistemi aeraulici) ha messo a punto e pubblicato la nuova Prassi di riferimento UNI/PdR 129:2022 che fornisce le linee guida sulle soluzioni da attuare nella gestione o nella prevenzione di scenari emergenziali legati alle ICA e, in particolare, per la prevenzione e il contenimento del contagio da COVID-19.

Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 nelle RSA.
I contenuti della Prassi sono da ritenersi integrativi e non sostitutivi di eventuali altri documenti emanati dalle Autorità.

Secondo la Prassi UNI, la gestione delle emergenze sanitarie deve necessariamente basarsi su un efficace macro-processo di pianificazione che, a sua volta, si compone delle seguenti fasi che la Prassi analizza nel dettaglio:
analisi del contesto, leadership e consultazione dei lavoratori, responsabilità dei professionisti sanitari e di valutazione dei rischi impattanti sull’assistenza (per gli ospiti, operatori, caregiver ecc.).

Tutte le fasi devono essere svolte con un approccio multidisciplinare tracciato nei documenti dell’organizzazione.

La Prassi fornisce inoltre indicazioni precise sull’organizzazione dei luoghi di lavoro, sulla gestione delle infrastrutture, sulla preparazione e risposta alle emergenze, sulla pianificazione delle modifiche organizzative e delle eventuali restrizioni, sulla gestione dei casi sospetti, dei casi confermati e di eventuali cluster, sulla gestione degli ospiti, sulla salute e sul benessere psicologico, sul monitoraggio delle misure adottate.


La prassi di riferimento fornisce le modalità di gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), con riferimento anche all’emergenza legata al COVID-19.

Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate al momento della pubblicazione della presente prassi, dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 nelle Residenze Sanitarie Assistite (RSA).

I contenuti della stessa non sono da ritenersi applicabili a RSA COVID-19 (RSA destinate a pazienti COVID che non necessitino di cure ospedaliere) e sono da ritenersi integrativi e non sostitutivi di eventuali altri documenti emanati dalle Autorità.

Il documento è rivolto al personale di Direzione delle RSA, ai Risk Manager e agli operatori sanitari, socio assistenziali e assistenziali operanti nel settore. Nota procedurale La prassi di riferimento è stata elaborata dal Tavolo “UNI/PdR Gestione delle emergenze sanitarie nelle RSA” condotto da UNI e costituito da: Lia Tozzi – Project Leader (To.Do. Srls, Ordine Ingegneri Provincia di Rieti), Ancona Cristina (Struttura sanitaria – Sistema gestione Qualità), Angusti Daniele (UNI/CT 044 “Tecnologie biomediche e diagnostiche”), Borgognoni Pietro (A.I.I.S.A., MITSA Srl), D’Orinzi Marco (To.Do. Srls), Savino Guglielmi (Studio Legale Mancini), Lanzara Guido (Clinical Risk Manager), Ledda Caterina (Bureau Veritas Italia SpA – Health&Social Care Leader Certification Division), Locusta Loredana (Struttura sanitaria – Neuropsicologia clinica), Notarangelo Valentino (Data Protection Officer), Pascasi Vitaliano (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rieti), Pol Giovanni Andrea (Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Lazio, Ordine degli Ingegneri di Latina), Squintu Sonia (Ludwing Ingegneria e Architettura Srl), Tramontano Marco (Struttura sanitaria – Direzione area riabilitativa), Vecellio Reane Lucia (Struttura sanitaria – Direzione Area Infermieristica).

La prassi di riferimento UNI/PdR 129:2022 “Linee guida per la gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)” è liberamente scaricabile dal Catalogo UNI.

Protocollo 30 Giugno 2022

PROTOCOLLO CONDIVISO DI AGGIORNAMENTO DELLE MISURE PER IL CONTRASTO E IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS SARS-COV-2/COVID-19 NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Oggi, 30 giugno 2022, è stato sottoscritto – all’esito di un approfondito confronto in videoconferenza – il presente “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”.

Il Protocollo aggiorna e rinnova i precedenti accordi su invito del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro della salute, che hanno promosso un nuovo confronto tra le Parti sociali.

Il Governo favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del Protocollo.

Il documento tiene conto delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro, già contenute nei Protocolli condivisi sottoscritti successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare il 14 marzo, il 24 aprile 2020, il 6 aprile 2021, sviluppati anche con il contributo tecnico-scientifico dell’INAIL.

Il presente Protocollo aggiorna tali misure, tenuto conto dei vari provvedimenti adottati dal Governo, dal Ministero della salute nonché della legislazione vigente. A tal fine, contiene linee guida condivise tra le Parti per agevolare le imprese nell’aggiornamento dei protocolli di sicurezza anti-contagio in considerazione dell’attuale situazione epidemiologica e della necessità di conservare misure efficaci per prevenire il rischio di contagio.

Nello specifico, gli esiti del costante monitoraggio sulla circolazione di varianti di virus SARS-CoV-2 ad alta trasmissibilità delle ultime settimane sottolineano l’importanza di garantire condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti e delle modalità di lavoro a specifica tutela dei lavoratori stessi.

Il documento tiene conto altresì, di quanto previsto dalla Circolare n. 1/2022 avente come oggetto “Indicazioni sull’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione delle vie respiratorie” emanata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione il 29 aprile 2022.

Ferma la necessità di aggiornare il Protocollo condiviso di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 che preveda procedure e regole di condotta, va favorito il confronto preventivo con le rappresentanze sindacali presenti nei luoghi di lavoro, e per le piccole imprese con le rappresentanze territoriali come previsto dagli accordi interconfederali, affinché ogni misura adottata possa essere condivisa e resa più efficace dal contributo di esperienza delle persone che lavorano, in particolare degli RLS e degli RLST, tenendo conto della specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali.

Impatto del long COVID sui lavoratori

Impatto del long COVID sui lavoratori e sui luoghi di lavoro e ruolo della SSL

Il documento, in inglese, affronta l’impatto del Long Covid sui lavoratori, sulla salute, i sintomi capaci di durare mesi. Come può una persona affrontare tale condizione e come allo stesso tempo il datore di lavoro può gestirla in azienda.

Alcune persone affette da COVID-19 manifestano sintomi che persistono per settimane o addirittura mesi dopo l’infezione originaria. Questo fenomeno, noto come «long COVID», ha avuto notevoli effetti sui lavoratori e sui luoghi di lavoro con conseguenze per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro (SSL).

Il documento di riflessione delinea le difficoltà relative alla prevenzione e alla gestione dei rischi di SSL correlati e presenta possibili misure a livello di politiche, ricerca e attuazione per ridurre l’impatto del long COVID. Sottolinea inoltre l’importanza di affrontare tali questioni per la protezione in caso di eventuali pandemie in futuro.


Ci sono molti sintomi e limitazioni fisiche nel lungo Covid popolazione, con affaticamento, problemi respiratori e disfunzioni cognitive che sono i primi tre più debilitanti sintomi elencati dai pazienti. Muscoloscheletrico, cardiovascolare, gastrointestinale, polmonare e i sintomi neuropsichiatrici erano prevalenti in circa l’85% dei partecipanti.

La mancanza di respiro può essere dovuta a cicatrici dei polmoni, che possono causare una riduzione permanente dei polmoni funzione o respirazione disordinata che possono essere curabili. In entrambe le situazioni, ci sono chiaramente dei limiti per la capacità dei lavoratori al lavoro fisico, soprattutto se sono presenti anche sintomi muscolari.

Alcuni individui possono anche avere un’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite) o addirittura aver avuto a attacco cardiaco, che potrebbe incidere anche sulla loro capacità di svolgere attività fisica.

Alcuni di questi individui possono improvvisamente sperimentare un aumento della frequenza cardiaca rispetto al livello normale di circa 70 battiti al minuto fino a livelli di 100-140 battiti al minuto.

Un’ulteriore complicanza di Long Covid può essere la sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS), che combina la difficoltà a stare in piedi a causa di un improvviso calo della pressione sanguigna con un battito cardiaco accelerato e una sensazione di profonda stanchezza. Questi sintomi possono essere episodici e, in questi lavoratori, ulteriormente è richiesta una valutazione e una consulenza medica del lavoro.

Inoltre, un altro sintomo comune (che si verifica in circa il 10% dei lavoratori) che può verificarsi è la condizione chiamata “nebbia del cervello”, un disturbo neurocognitivo effetto dell’infezione da COVID-19, quando un lavoratore ha difficoltà di concentrazione e memoria, di solito a effetto temporaneo.

Dove non ci sono stati danni permanenti agli organi, ci si possono aspettare questi effetti di Long Covid a diminuire e la salute di un lavoratore di solito tornerà alla normalità.

Lo sviluppo di Long Covid può essere un’esperienza traumatica per lavoratori precedentemente attivi e vigorosi e, di conseguenza, spesso dopo molto tempo ricovero, causano ansia e depressione nell’individuo. Ciò richiede un trattamento – o parlare terapia come la terapia cognitivo comportamentale (di persona da parte di un terapeuta) o terapia disponibile online, e talvolta, in aggiunta, farmaci.

Le implicazioni per la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) dei lavoratori di queste condizioni possono essere notevole e il principio fondamentale della consapevolezza da parte del datore di lavoro dei sintomi di un lavoratore il ritorno al lavoro e i propri limiti è importante per tutti i lavoratori con Long Covid.

Questa conoscenza lo farà quindi informare le misure che devono essere intraprese dal datore di lavoro per garantire la sicurezza di un lavoratore, e la sicurezza anche di altri, come potrebbe essere il caso di conducenti, operatori di processo, operatori di macchinari pesanti e così via. Ciò dovrà essere fatto attraverso l’adeguamento dei compiti e la modifica dei compiti.

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Covid-19 nei cantieri edili

Protocollo con le linee guida per prevenire la diffusione del Covid-19 nei cantieri edili

IL MINISTRO DELLA SALUTE di concerto con
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILI
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza delle attività nei cantieri, le stesse devono svolgersi nel rispetto del documento recante «Linee guida per la prevenzione della diffusione del COVID-19 nei cantieri», che costituisce parte integrante della presente ordinanza.

La presente ordinanza produce effetti a decorrere dalla data della sua adozione e fino al 31 dicembre 2022, fatte salve le specifiche disposizioni di legge vigenti in materia.
Le disposizioni della presente ordinanza si applicano anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

PROTOCOLLO CONDIVISO SULLE LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELLA DIFFUSIONE DEL COVID – 19 NEI CANTIERI

In relazione alla cessazione dello stato di emergenza e alla percentuale di vaccinazione della popolazione nazionale, si ritiene di adottare, ai sensi dell’articolo 10-bis del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, come sostituito dall’articolo 3 del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, le seguenti Linee Guida, al fine di consentire lo svolgimento delle attività in cantiere nella consapevolezza della necessità di contemperare, in relazione al rientro nell’ordinaria attività economico-sociale, in maniera appropriata il contrasto del rischio sanitario da infezione COVID-19.

Le Linee Guida contengono le misure di precauzione e seguono e attuano le prescrizioni del Legislatore e le indicazioni dell’Autorità sanitaria, con specifica attenzione all’ambiente di lavoro “cantiere”.

Tali misure si estendono ai datori di lavoro, ai lavoratori, ai lavoratori autonomi, ai tecnici e a tutti i soggetti che operano nel medesimo cantiere. Il coordinatore per la sicurezza, ove nominato ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, provvede a integrare il Piano di sicurezza e di coordinamento e la relativa stima dei costi con le misure contenute nelle presenti Linee Guida.

I committenti vigilano affinché nei cantieri siano adottate le predette misure di sicurezza anti-contagio.

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Confindustria, Nota di Aggiornamento 31 marzo 2022

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