UNI/PdR 129:2022

Gli anziani nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) sono stati tra i soggetti più colpiti nel periodo dell’emergenza sanitaria provocata da Covid-19.

Per mettere a fattore comune tutto questo insieme di conoscenze, UNI in collaborazione con la Federazione Ingegneri Lazio e con A.I.I.S.A (Associazione Italiana Igienisti Sistemi aeraulici) ha messo a punto e pubblicato la nuova Prassi di riferimento UNI/PdR 129:2022 che fornisce le linee guida sulle soluzioni da attuare nella gestione o nella prevenzione di scenari emergenziali legati alle ICA e, in particolare, per la prevenzione e il contenimento del contagio da COVID-19.

Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 nelle RSA.
I contenuti della Prassi sono da ritenersi integrativi e non sostitutivi di eventuali altri documenti emanati dalle Autorità.

Secondo la Prassi UNI, la gestione delle emergenze sanitarie deve necessariamente basarsi su un efficace macro-processo di pianificazione che, a sua volta, si compone delle seguenti fasi che la Prassi analizza nel dettaglio:
analisi del contesto, leadership e consultazione dei lavoratori, responsabilità dei professionisti sanitari e di valutazione dei rischi impattanti sull’assistenza (per gli ospiti, operatori, caregiver ecc.).

Tutte le fasi devono essere svolte con un approccio multidisciplinare tracciato nei documenti dell’organizzazione.

La Prassi fornisce inoltre indicazioni precise sull’organizzazione dei luoghi di lavoro, sulla gestione delle infrastrutture, sulla preparazione e risposta alle emergenze, sulla pianificazione delle modifiche organizzative e delle eventuali restrizioni, sulla gestione dei casi sospetti, dei casi confermati e di eventuali cluster, sulla gestione degli ospiti, sulla salute e sul benessere psicologico, sul monitoraggio delle misure adottate.


La prassi di riferimento fornisce le modalità di gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), con riferimento anche all’emergenza legata al COVID-19.

Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate al momento della pubblicazione della presente prassi, dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 nelle Residenze Sanitarie Assistite (RSA).

I contenuti della stessa non sono da ritenersi applicabili a RSA COVID-19 (RSA destinate a pazienti COVID che non necessitino di cure ospedaliere) e sono da ritenersi integrativi e non sostitutivi di eventuali altri documenti emanati dalle Autorità.

Il documento è rivolto al personale di Direzione delle RSA, ai Risk Manager e agli operatori sanitari, socio assistenziali e assistenziali operanti nel settore. Nota procedurale La prassi di riferimento è stata elaborata dal Tavolo “UNI/PdR Gestione delle emergenze sanitarie nelle RSA” condotto da UNI e costituito da: Lia Tozzi – Project Leader (To.Do. Srls, Ordine Ingegneri Provincia di Rieti), Ancona Cristina (Struttura sanitaria – Sistema gestione Qualità), Angusti Daniele (UNI/CT 044 “Tecnologie biomediche e diagnostiche”), Borgognoni Pietro (A.I.I.S.A., MITSA Srl), D’Orinzi Marco (To.Do. Srls), Savino Guglielmi (Studio Legale Mancini), Lanzara Guido (Clinical Risk Manager), Ledda Caterina (Bureau Veritas Italia SpA – Health&Social Care Leader Certification Division), Locusta Loredana (Struttura sanitaria – Neuropsicologia clinica), Notarangelo Valentino (Data Protection Officer), Pascasi Vitaliano (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rieti), Pol Giovanni Andrea (Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Lazio, Ordine degli Ingegneri di Latina), Squintu Sonia (Ludwing Ingegneria e Architettura Srl), Tramontano Marco (Struttura sanitaria – Direzione area riabilitativa), Vecellio Reane Lucia (Struttura sanitaria – Direzione Area Infermieristica).

La prassi di riferimento UNI/PdR 129:2022 “Linee guida per la gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)” è liberamente scaricabile dal Catalogo UNI.

Scheda Identikit Nuovo Coronavirus

I FACT SHEET DELLA SOVRINTENDENZA SANITARIA
Fogli scientifici di medicina legale, medicina del lavoro, cure e riabilitazione, protesi e reinserimento

La “Scheda Identikit Nuovo Coronavirus”: un’overview unica dei dati nazionali sui lavoratori infortunati tutelati dall’Inail

Nel contesto del ruolo sanitario attribuito all’Inail sintetizzato dalla globale presa in carico dell’infortunato, l’Inail ha partecipato attivamente alla lotta nazionale contro il Sars-Cov-2. Unico ente sanitario a finalità medico-legale ha garantito la continuità assistenziale con ininterrotta attività ambulatoriale, capillare assistenza agli infortunati arrivando alla partecipazione all’attività vaccinale per i lavoratori e le aziende.

Nell’ottica di fornire alle sedi Inail di tutto il territorio nazionale uno strumento di supporto finalizzato alla raccolta strutturata delle informazioni necessarie la Sovrintendenza sanitaria centrale, con la collaborazione dei professionisti sanitari del territorio del gruppo di lavoro sul nuovo Coronavirus, ha elaborato una scheda finalizzata a tracciare un identikit del lavoratore per il quale è stata inoltrata denuncia di infortunio da COVID-19 o da sospetta COVID-19.

La compilazione della scheda Identikit Nuovo Coronavirus rientra fra le attività istituzionali sostituendo nella fase emergenziale pandemica tuttora in corso l’acquisizione dei dati altrimenti effettuata previo accesso fisico dell’infortunato presso le sedi Inail.

La compilazione della scheda Identikit Nuovo Coronavirus rientra fra le attività istituzionali sostituendo nella fase emergenziale pandemica tuttora in corso l’acquisizione dei dati altrimenti effettuata previo accesso fisico dell’infortunato presso le sedi Inail.

L’attività sanitaria di triage telefonico e/o telematico è volta, in particolare, a garantire assistenza ai soggetti infortunati affetti da COVID-19 o a lavoratori sottoposti ad isolamento fiduciario o in quarantena, per i quali è pervenuta all’Inail denuncia di infortunio. Il triage, inoltre, ha il non secondario scopo di informare l’infortunato anche sulle modalità di interfaccia con la sede Inail facilitando l’erogazione delle prestazioni e riducendo il rischio di diffusione del contagio.

Detta attività rientra appieno nell’ottica di evitamento di spostamenti dal proprio domicilio se non strettamente giustificati, derivante dalla normativa di tenore nazionale (d.p.c.m. e decreti legge che hanno incoraggiato il ricorso a modalità di lavoro agile, non in presenza) e dalle successive istruzioni impartite dall’Istituto. Tutte le azioni hanno interpretato l’esigenza di gestire il periodo di inabilità temporanea assoluta (ITA) anche da remoto.

D’altronde, l’intervista telefonica e/o telematica consente di porre alcune domande all’infortunato che sarebbero state formulate anche se l’attività fosse stata svolta in presenza.

Come nel caso della visita, trattandosi di raccolta di informazioni su base volontaria, queste richiedono di essere avvalorate, non sostituendosi, pertanto, alla completa anamnesi medico-legale. Infatti, l’anamnesi medico-legale non rappresenta un atto di mero e supino recepimento delle informazioni ricevute dall’assicurato ma deve essere “dinamica”, ossia critica, espletata attraverso domande mirate, puntualmente riscontrata attraverso l’esame della documentazione e dei dati circostanziali disponibili.

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SARS-CoV-2 e Scuola

Documento INAIL Settembre 2021

La nuova pubblicazione, a cura dell’Istituto superiore di sanità, dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione, dell’Inail e della Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con il Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid-19, presenta le misure di mitigazione/controllo da adottare nelle comunità scolastiche.

Le misure di prevenzione e contrasto alla trasmissione di SARS-CoV-2 si sono basate principalmente su interventi di prevenzione non farmacologica, di contact tracing e di testing per la didattica in presenza, tra cui, il distanziamento fisico, l’utilizzo delle mascherine, la sanificazione degli ambienti, il ricambio d’aria, l’igiene delle mani e l’etichetta respiratoria.

Il documento fa anche il punto sulle evidenze scientifiche finora prodotte in Italia dalle istituzioni sanitarie che dimostrano come la trasmissione del virus fra i giovani sia legata più alla comunità che alla frequenza e alla sede scolastica.


La riapertura delle scuole prevista per il mese di settembre 2021 rappresenta un momento che riveste grande importanza nella lotta alla diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2. L’impatto che può avere la riapertura delle scuole sulla diffusione di COVID-19 è oggetto di un lungo dibattito all’interno della comunità scientifica.

L’OMS ha recentemente pubblicato una checklist per supportare la riapertura in sicurezza delle scuole e gestire in modo appropriato l’insorgenza di eventuali nuovi focolai1. Se da un lato è necessario garantire la sicurezza degli studenti e degli operatori scolastici, dall’altro è fondamentale poter offrire a tutti gli studenti le opportunità sociali ed educative della scuola.

Nel mese di settembre 2020 in molti Paesi, tra cui l’Italia, parallelamente all’apertura delle scuole è iniziata la seconda ondata. Diversi autori hanno ipotizzato che vi fosse una correlazione causale tra la riapertura delle scuole e l’aumento dei casi.

Tuttavia, i dati europei relativi alle riaperture di settembre mostrano come l’incidenza nelle fasce di età più giovani sia cresciuta parallelamente all’incidenza in altre fasce di età e che il personale scolastico non sia risultato più a rischio di sviluppare l’infezione rispetto ad altre professioni.

In linea con quanto dichiarato nel ‘Patto per la Scuola al centro del Paese’ del 20 maggio 2021 che ha tra i suoi obiettivi quello di garantire la sicurezza degli ambiti scolastici in relazione all’evolversi della pandemia2 risulta necessario comprendere quali sono state le misure più efficaci, quali le criticità e quali misure adottare per l’anno 2021-2022 alla luce del cambiamento epidemiologico e delle nuove evidenze.

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Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali.

Roma, 29 maggio 2021 (comunicato stampa congiunto) “Sono decisamente soddisfatto per il risultato raggiunto con l’adozione – nell’ordinanza firmata oggi dal Ministro della Salute, Roberto Speranza – delle ‘Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali’ elaborate ed approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”, lo dichiara il Presidente Massimiliano Fedriga.

“Ancora una volta abbiamo dimostrato come sia fondamentale nel confronto fra lo Stato e le Regioni un approccio fondato sulla collaborazione istituzionale.

SARS-CoV-2

Medico competente e vaccinazioni

Protezione dei dati (garante Privacy)
Il ruolo del “medico competente” in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, anche con riferimento al contesto emergenziale.

Considerate le numerose richieste di chiarimenti inviate al Garante, anche da parte di responsabili della protezione dei dati di enti e aziende pubbliche e private, si ritiene opportuno fornire indicazioni generali sul ruolo del medico competente in materia di igiene e sicurezza sul luogo di lavoro nel trattamento dei dati personali dei lavoratori e richiamare le condizioni per assicurare che i trattamenti effettuati, rispettivamente, dal datore di lavoro e dal medico competente, avvengano nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati, della disciplina nazionale di settore e delle norme più specifiche e di maggior tutela che garantiscono la dignità e la libertà degli interessati sui luoghi di lavoro (art. 88 del Regolamento e 113 del Codice) nonché di quelle emanate nel contesto dell’emergenza epidemiologica in corso.

La disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81) individua la funzione del medico competente come autonoma rispetto a quella che deve essere svolta dal datore di lavoro, prevedendo specifici e distinti obblighi nonché le diverse responsabilità di ciascuno e delineando, sotto il profilo della protezione dei dati, l’ambito del rispettivo trattamento.

Nell’evoluzione del quadro nazionale legato all’emergenza epidemiologica la figura del medico competente assume una posizione di maggiore centralità nel contrasto e nel contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 nel contesto lavorativo.

Anche i “nuovi” trattamenti di dati personali, originati dall’emergenza in atto, devono essere effettuati nel rispetto di quel tradizionale riparto di competenze e separazione di ruoli tra il medico competente e il datore di lavoro, in cui risiede il principale elemento di garanzia delle norme che ne disciplinano i compiti e le funzioni.

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SARS-CoV-2 in contesti professionali

Test per SARS-CoV-2 in contesti professionali. Considerazioni sull’uso del rilevamento rapido dell’antigene, inclusi gli auto-test per SARS-CoV-2 in contesti professionali

Questo rapporto tecnico congiunto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dell’EU-OSHA fornisce una panoramica dell’uso dei test diagnostici rapidi dell’antigene per SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19, in ambienti professionali.

Comprende un’indagine sui punti focali dell’EU-OSHA sull’uso dei test rapidi dell’antigene in un contesto lavorativo.

Il rapporto prende in considerazione i fattori coinvolti nell’introduzione di test rapidi dell’antigene nei luoghi di lavoro e conclude che i test possono svolgere un ruolo nella riduzione della diffusione del virus in ambienti interni ad alto rischio.

Tuttavia, sottolinea che i test dovrebbero essere utilizzati per integrare, piuttosto che sostituire, altre misure di sicurezza e salute per prevenire la diffusione del virus.

Sottolinea inoltre l’importanza di coinvolgere le autorità, i lavoratori, i datori di lavoro e i servizi di salute sul lavoro nello sviluppo di una strategia di verifica per il luogo di lavoro.

Una buona cooperazione tra la sicurezza e la salute sul lavoro e gli attori della salute pubblica è fondamentale per garantire che tutti siano protetti.

L’uso di RADT (Rapid Antigen Detection Test) e / o RADT di auto-test in contesti professionali può integrare, ma non sostituire, le misure di sicurezza e salute sul lavoro e gli interventi non farmaceutici esistenti sul posto di lavoro volti a prevenire l’introduzione e la diffusione della SARS -CoV-2.

Soprattutto, qualsiasi individuo che mostri sintomi simili a COVID-19 dovrebbe rimanere a casa / autoisolarsi e accedere ai test il prima possibile.

Questo documento delinea le considerazioni sulla salute pubblica e sulla sicurezza e salute sul lavoro per l’uso dei RADT, inclusi i RADT di auto-test, per rilevare SARS-CoV-2 in individui in contesti professionali nell’Unione Europea / Spazio Economico Europeo (UE / SEE).

L’uso di RADT e / o RADT di auto-test è appropriato in ambienti con elevata prevalenza di COVID-19 quando è probabile che un risultato positivo indichi una vera infezione, nonché in ambienti a bassa prevalenza per una rapida identificazione di individui altamente infettivi.

In un contesto a bassa prevalenza, tuttavia, è necessaria cautela, poiché l’uso di RADT potrebbe comportare un numero elevato di risultati di test falsi positivi.

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Rapid Antigen Detection Test

Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2021

Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti-COVID-19. Edizioni Inail – 2021

Il documento, redatto dal gruppo di lavoro Iss, Ministero della Salute, Aifa e Inail, risponde a diversi quesiti sulle misure farmacologiche, di prevenzione e controllo delle infezioni da Coronavirus sorti con il progredire della campagna vaccinale contro il contagio e la comparsa delle diverse varianti del virus

La circolazione prolungata del virus Sars-CoV-2 e la comparsa di varianti virali, di cui solo alcune destano preoccupazione per la salute pubblica (Variant Of Concern, Voc), sono al centro di indagini per accertarne la presenza e la diffusione.

Mentre la campagna vaccinale anti-Covid-19 è attualmente in corso, sono sorti diversi quesiti sulle misure di prevenzione e di controllo delle infezioni sostenute da varianti di Sars-CoV-2 sia di tipo non farmacologico sia di tipo farmacologico.

Nonostante le conoscenze sulle nuove varianti virali siano ancora in via di consolidamento, vengono fornite specifiche indicazioni, basate sulle evidenze ad oggi disponibili, che possano essere di riferimento per l’implementazione delle strategie di prevenzione e controllo dei casi di Covid-19 sostenuti da queste varianti virali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) continua a monitorare la comparsa e la circolazione delle varianti SARS-CoV-2 che destano preoccupazione al fine di determinare se sia necessario modificare le raccomandazioni relative alle misure non farmacologiche attualmente in vigore.

Sulla base delle evidenze fornite da numerosi Stati membri, non è stato registrato un cambiamento nelle modalità di trasmissione delle infezioni sostenute da varianti virali, mentre è stata dimostrata una loro maggiore diffusibilità.

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