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PortaleConsulenti.it lancia il suo Canale WhatsApp

Un Nuovo Strumento per rimane informato.

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Con questo nuovo strumento, PortaleConsulenti.it intende offrire un canale diretto e rapido per fornire aggiornamenti costantinotizie rilevantinovità normative e contenuti formativi a chiunque sia coinvolto in questi ambiti cruciali. Il nostro obiettivo è semplificare l’accesso a informazioni tempestive e utili per supportare l’aggiornamento e la crescita professionale dei nostri iscritti.… LEGGI TUTTO


Privacy e GDPR: Vantaggi e Svantaggi

Privacy e GDPR: Vantaggi e Svantaggi della Normativa Europea sulla Protezione dei Dati. Nel panorama digitale attuale, la protezione dei dati personali è diventata una priorità imprescindibile. La crescente raccolta, …LEGGI TUTTO


Nuovi fondi per la sicurezza nei luoghi di lavoro

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 126 del 30 aprile 2025, ha annunciato lo stanziamento di nuovi fondi per la sicurezza nei luoghi di lavoro e la cultura della …LEGGI TUTTO


Certificazione delle competenze

Contributi per la realizzazione di PCTO e per la certificazione delle competenze – Anno 2025 – CCIAA Pistoia Prato.  Data apertura 06/10/2025 Data chiusura 31/10/2025. Cos’è Il bando, rivolto a …LEGGI TUTTO


Bando Formazione – Lavoro – Edizione 2024-2025

FORMA agevolazione. Contributo/Fondo perduto. SPESA AMMESSA Fino a 7.143 €. REGIONI Marche. Data apertura: 16/06/2025 Data chiusura 30/06/2025 Cos’è La Camera di Commercio delle Marche, nell’ambito delle azioni rivolte all’orientamento …LEGGI TUTTO


Sicuri e Connessi

Sicuri e Connessi. INAIL 2025. I contenuti del fumetto, attraverso la tecnica dello storytelling e della comunicazione visuale, puntano con immagini e colori accattivanti a fornire indicazioni a lavoratori e …LEGGI TUTTO


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Malaria di origine professionale

Malaria di origine professionale. In questo contesto si è delineata la nascita dell’Inail, con la collocazione della malaria tra gli eventi infortunistici attraverso un lungo iter dottrinario e giuridico. Scopo …LEGGI TUTTO


Rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici

Il cambiamento climatico minaccia le città: serve un piano d’azione Le città sono tra i luoghi più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici: inondazioni, ondate di calore, incendi e stress …LEGGI TUTTO


Accordo formazione 2025, FNC 3, NEAR MISS

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Privacy e GDPR: Vantaggi e Svantaggi

Privacy e GDPR: Vantaggi e Svantaggi della Normativa Europea sulla Protezione dei Dati.

Nel panorama digitale attuale, la protezione dei dati personali è diventata una priorità imprescindibile. La crescente raccolta, elaborazione e condivisione delle informazioni personali ha portato l’Unione Europea a promulgare il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrato in vigore il 25 maggio 2018. Questa normativa ha rivoluzionato il modo in cui aziende, enti pubblici e organizzazioni trattano i dati personali, introducendo nuovi obblighi, maggiori tutele per gli utenti e sanzioni rilevanti per le violazioni.

Ma quali sono, concretamente, i vantaggi e gli svantaggi del GDPR per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni? In questo articolo analizzeremo l’impatto della normativa, evidenziandone i punti di forza e le criticità operative.


Cos’è il GDPR e perché è importante

Il GDPR nasce con l’obiettivo di armonizzare le leggi sulla privacy nei paesi membri dell’UE, rafforzando i diritti dei cittadini e garantendo un maggiore controllo sui propri dati personali. Il regolamento si applica a tutte le organizzazioni, anche non europee, che offrono beni o servizi a cittadini dell’UE o che monitorano il comportamento degli utenti all’interno dell’Unione.

I principi fondamentali del GDPR includono la trasparenza, la limitazione della finalità, la minimizzazione dei dati, la sicurezza e il diritto all’oblio. Ogni organizzazione è tenuta a garantire il rispetto di questi principi, adottando misure tecniche e organizzative adeguate.


Vantaggi del GDPR

1. Maggiore trasparenza e controllo per gli utenti

Uno dei maggiori benefici del GDPR è il potenziamento dei diritti dei cittadini. Gli utenti hanno il diritto di sapere chi raccoglie i loro dati, per quale scopo, per quanto tempo verranno conservati e a chi saranno eventualmente comunicati. Hanno inoltre il diritto di accedere ai propri dati, rettificarli, limitarne l’uso o chiederne la cancellazione.

2. Sicurezza e fiducia digitale

L’obbligo di implementare misure di sicurezza adeguate (come la crittografia o la pseudonimizzazione) ha portato molte aziende a rafforzare le proprie infrastrutture IT. Questo ha migliorato la resilienza complessiva contro i cyberattacchi e ha contribuito a generare maggiore fiducia nei confronti delle aziende che trattano correttamente i dati.

3. Standard unificati in tutta l’UE

Il GDPR ha introdotto un quadro normativo unico valido in tutti i paesi dell’Unione. Questo ha semplificato la compliance per le aziende multinazionali e ha reso più semplice per le startup europee operare in più paesi senza dover affrontare normative frammentate.

4. Stimolo all’innovazione responsabile

L’obbligo di adottare un approccio “privacy by design” ha spinto molte imprese a riconsiderare i propri processi e sistemi, integrando la protezione dei dati sin dalle fasi iniziali di sviluppo. Questo ha favorito la nascita di nuove tecnologie orientate alla sicurezza e alla privacy, come soluzioni di gestione del consenso, analisi dei dati decentralizzata e strumenti di anonimizzazione.


Svantaggi del GDPR

1. Costi e complessità della compliance

L’adeguamento al GDPR ha comportato (e comporta tuttora) investimenti significativi per le imprese. Tra le spese principali figurano: formazione del personale, assunzione di Data Protection Officer (DPO), aggiornamento dei sistemi informatici, redazione di informative e contratti, gestione delle richieste degli interessati. Per le PMI, in particolare, questi costi possono risultare onerosi.

2. Burocrazia e rigidità procedurale

Il GDPR impone un ampio apparato documentale, incluse valutazioni d’impatto (DPIA), registri dei trattamenti e accordi di contitolarità o responsabilità. Questa mole burocratica può rallentare l’adozione di nuove tecnologie o processi, in particolare in contesti agili e innovativi.

3. Rischio sanzioni elevate

Le sanzioni per la violazione del GDPR possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale o a 20 milioni di euro. Anche piccoli errori formali, se reiterati o non gestiti correttamente, possono portare a multe consistenti. Ciò genera un clima di apprensione che, talvolta, può portare a una eccessiva cautela da parte delle aziende.

4. Difficoltà interpretative e mancanza di uniformità applicativa

Nonostante il GDPR miri all’armonizzazione, la sua applicazione concreta varia spesso da un paese all’altro. Le autorità garanti nazionali interpretano e applicano il regolamento con approcci differenti, generando incertezza per le imprese transfrontaliere.


Il GDPR rappresenta un passo fondamentale verso una cultura digitale più responsabile, dove la privacy non è solo un diritto individuale ma anche un valore collettivo. La normativa ha posto le basi per una maggiore trasparenza, sicurezza e responsabilizzazione nel trattamento dei dati.

Tuttavia, come ogni cambiamento strutturale, anche il GDPR comporta sfide, soprattutto in termini di costi, burocrazia e complessità normativa. Le aziende che riescono a vedere la privacy non come un vincolo ma come un’opportunità, però, sono quelle che oggi riescono a distinguersi per affidabilità, etica e capacità di innovazione.

In un mondo sempre più interconnesso, saper gestire i dati con rispetto e consapevolezza sarà sempre più un fattore competitivo e un indicatore di qualità. E in questo senso, il GDPR ha tracciato un cammino che vale la pena seguire.

Redazione Portaleconsulenti

La sua privacy vale più di un like

“La sua privacy vale più di un like”. Al via il nuovo spot del Garante privacy a tutela dei minori. La campagna di comunicazione è rivolta ai genitori che pubblicano online le foto dei propri figli.

“La sua privacy vale più di un like” è il claim della nuova campagna di comunicazione istituzionale lanciata dal Garante Privacy contro il cosiddetto “sharenting”, cioè la condivisione sui social, costante e ossessiva, da parte dei genitori di foto e video dei propri figli.

Lo spot è in onda da oggi sulle reti radio tv della Rai e verrà diffuso anche attraverso i social media del Garante.

Lo sharenting, che deriva dalle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (allevare i figli), è un fenomeno da tempo all’attenzione del Garante, soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e sulla corretta formazione della sua personalità.

La diffusione di immagini a partire dalla più tenera età (spesso spinta fino alla diffusione di ecografie) rischia inoltre di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli che si vedono costruita un’immagine pubblica che potrebbero non desiderare.

Un professore, interpretato dall’attore Luca Angeletti, mette in guardia, in modo ironico, una classe di genitori sui rischi dell’eccessiva esposizione in rete dei loro figli. Ciò che viene pubblicato sui social o condiviso nelle chat può essere infatti catturato e riutilizzato da chiunque per scopi impropri, per attività illecite, o finire addirittura sui siti pedopornografici.

Il claim della campagna di comunicazione, “La sua privacy vale molto più di un like”, invita i genitori a riflettere e ad essere più consapevoli della protezione dei dati personali prima di postare l’ennesima foto del proprio figlio minorenne.

Fonte Garante Privacy  https://www.garanteprivacy.it/


Sharenting e protezione dei dati

Sharenting – Suggerimenti ai genitori per limitare la diffusione online di contenuti che riguardano i propri figli – PAGINA INFORMATIVA.

Suggerimenti ai genitori per limitare la diffusione online di contenuti che riguardano i propri figli

Con il termine “sharenting” si intende il fenomeno della condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie).

Il neologismo, coniato negli Stati Uniti, deriva dalle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità). La gioia di un momento da condividere, pubblicando l’immagine dei propri figli, è un’emozione comprensibile, ma allo stesso tempo è necessario chiedersi se ci sono rischi nell’eccessiva sovraesposizione online.

Lo sharenting è un fenomeno da tempo all’attenzione del Garante, soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità. La diffusione non condivisa di immagini rischia inoltre di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli.

È dunque necessario che i “grandi” siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete (tendenzialmente per sempre) delle loro foto, anche in termini di utilizzo di immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi.

Per tale motivo l’Autorità ha proposto di estendere a questi casi la particolare tutela assicurata dal Garante sul terreno del cyberbullismo.

E’ bene riflettere sul fatto che postare foto e video della vita dei minori, magari accompagnati da informazioni come l’indicazione del nome, l’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione online.

Ciò che viene pubblicato online o condiviso nelle chat di messaggistica rischia di non essere più nel nostro controllo e questo vale maggiormente nel caso dei minori. Quando qualcosa appare su uno schermo, non solo può essere catturato e riutilizzato a nostra insaputa da chiunque per scopi impropri o per attività illecite, ma contiene più informazioni di quanto pensiamo, come ad esempio i dati di geolocalizzazione.

Chiediamoci sempre se i nostri figli in futuro potrebbero non essere contenti di ritrovare loro immagini a disposizione di tutti o non essere d’accordo con l’immagine che gli stiamo costruendo.

È bene essere consapevoli che stiamo fornendo dettagli sulla loro vita e che potrebbero anche influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale in futuro.

Se proprio decidiamo di pubblicare immagini dei nostri figli, è importante provare almeno a seguire alcune accortezze, come:

– rendere irriconoscibile il viso del minore (ad esempio, utilizzando programmi di grafica per “pixellare” i volti, disponibili anche gratuitamente online);

– coprire semplicemente i volti con una “faccina” emoticon;

 limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che si conoscono o che sono affidabili e non condividono senza consenso nel caso di invio su programma di messagistica istantanea;

– evitare la creazione di un account social dedicato al minore;

– leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo fotografie, video, etc.

Fonte: https://www.gpdp.it/

Garante: stop al software che accede all’email

Sanzione di 80mila euro a un’azienda che effettuava i backup durante il rapporto di lavoro. stop al software che accede all’email del dipendente.

Il datore di lavoro non può accedere alla posta elettronica del dipendente o del collaboratore né utilizzare un software per conservare una copia dei messaggi. Un simile trattamento di dati personali oltre a configurare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali, è idoneo a realizzare un’illecita attività di controllo del lavoratore.

Lo ha stabilito il Garante Privacy sanzionando una società per 80mila euro.

Il Garante, intervenuto a seguito del reclamo presentato da un agente di commercio, ha accertato che la società nel corso del rapporto di collaborazione, attraverso un software, aveva effettuato un backup della posta elettronica, conservando sia i contenuti che i log di accesso alla email e al gestionale aziendale.

Le informazioni raccolte erano poi state utilizzate dalla società in un contenzioso.

L’Autorità ha appurato inoltre l’inidoneità e la carenza dell’informativa resa ai lavoratori. Il documento prevedeva infatti la possibilità, per il datore di lavoro, di accedere alla posta elettronica dei propri dipendenti e collaboratori per garantire la continuità dell’attività aziendale, in caso di loro assenza o cessazione del rapporto, senza citare, tra l’altro, l’effettuazione del backup e il relativo tempo di conservazione.

Nel definire il procedimento, il Garante ha affermato che la sistematica conservazione delle email – effettuata per un considerevole periodo di tempo (pari a tre anni successivamente alla cessazione del rapporto) – e la sistematica conservazione dei log di accesso alla posta elettronica e al gestionale utilizzato dai lavoratori non erano conformi alla disciplina di protezione dei dati. Tale conservazione infatti risultava non proporzionata e necessaria al conseguimento delle finalità dichiarate dalla Società di garantire la sicurezza della rete informatica e la continuità dell’attività aziendale.

Ciò, inoltre, aveva consentito alla Società di ricostruire, minuziosamente, l’attività del collaboratore, incorrendo così in una forma di controllo vietata dallo Statuto dei lavoratori.

Per quanto riguarda infine l’uso dei dati in tribunale, il Garante ricorda che il trattamento effettuato accedendo alla posta elettronica del dipendente per finalità di tutela in ambito giudiziario si riferisce a contenziosi già in atto, non ad ipotesi di tutela astratte e indeterminate come in questo caso.

Oltre alla sanzione, l’Autorità ha disposto il divieto di ulteriore trattamento dei dati attraverso il software utilizzato per il backup della posta elettronica.

Fonte https://www.garanteprivacy.it/

PMI, corsi gratuiti sul Gdpr

PMI, con Olivia 15 corsi gratuiti sul Gdpr e test di controllo. Il tool consente a titolari e responsabili del trattamento di verificare la conformità alla disciplina sulla privacy.

La protezione dati alla portata di tutti, attraverso lezioni testuali, seminari in video e questionari per verificare le competenze acquisite. Si tratta di Olivia, il tool virtuale gratuito, realizzato nell’ambito del progetto europeo ARC II di cui è partner il Garante privacy.

Olivia (“general data protection regulation on Virtual Assistant”) è stato pensato per offrire un’occasione di formazione per le piccole e medie imprese e accompagnarle nel loro adeguamento al Regolamento europeo sulla protezione dei dati (Gdpr). Ma può rappresentare un utile strumento di conoscenza per tutti i titolari e responsabili del trattamento anche del settore pubblico.

La piattaforma presenta infatti una serie di moduli di apprendimento, che vanno dalle nozioni di base sul GDPR ai principi e alle basi giuridiche del trattamento dei dati, fino alle condizioni per l’utilizzo dei cookie o dei sistemi di videosorveglianza sul luogo di lavoro. Ma soprattutto il tool, elaborando risposte ai questionari messi a disposizione, consente alle aziende di verificare la conformità alla disciplina sulla privacy.

Particolare utilità rivestono al tal proposito i modelli di documentazione proposti da Olivia a proposito di valutazione d’impatto sulla protezione dati (Dpia) e di valutazione del legittimo interesse, che rappresenta la base giuridica più complessa – soprattutto per una PMI – su cui fondare un trattamento, dal momento che richiede di dimostrare la prevalenza degli interessi dell’organizzazione sui diritti degli interessati.

Olivia è completamente gratuito e disponibile in italiano, inglese e croato. Gli utenti registrati troveranno sulla piattaforma le registrazioni video dei 10 seminari realizzati da remoto realizzati nell’ambito di ARC II e tutte le presentazioni effettuate dai relatori.

PER ACCEDERE A OLIVIAhttps://olivia-gdpr-arc.eu/italian/it


– Progetto ARC II: il 9 aprile a Roma una Conferenza Internazionale sulla privacy dedicata alle PMI (29 marzo 2024)

– Progetto ARC II: 20 seminari gratuiti sulla protezione dei dati personali dedicati principalmente alle piccole e medie imprese (13 ottobre 2023)

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