Linee guida qualità del suolo e sul carbonio nel suolo

Linee guida per la redazione dei piani di monitoraggio o di gestione dell’impatto sulla qualità del suolo e sul carbonio nel suolo

Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 64 del 16/03/2023. Approvazione delle linee guida proposte da ISPRA.

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
COMUNICATO Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 64 del 16/03/2023

Si comunica che il 22 febbraio 2023 è stato emanato il decreto del direttore generale competitività ed efficienza energetica di approvazione delle linee guida proposte da ISPRA per la redazione dei piani di monitoraggio o di gestione dell’impatto sulla qualità del suolo e sul carbonio, ai sensi l’art. 42, comma 6, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.

Detto provvedimento è pubblicato sul sito istituzionale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica nell’apposita sezione dedicata alla normativa di settore (…)

ell’apposita sezione dedicata alla normativa di settore (…)

LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI DI MONITORAGGIO O DI GESTIONE DELL’IMPATTO SULLA QUALITÀ DEL SUOLO E SUL CARBONIO NEL SUOLO

INDICE
1. INTRODUZIONE
1.1. Scopo delle Linee Guida
1.2. Inquadramento normativo
2. INDICAZIONI SUGLI ASPETTI INERENTI ALLA GESTIONE AGRICOLA DEL SUOLO
2.1. Il suolo
2.2. Coltivazioni agricole e suolo agrario
2.3. Pratiche agronomiche e di gestione del suolo
2.4. Tipologia di residui prodotti e possibile descrizione della destinazione di uso energetico
3. PIANO DI MONITORAGGIO DEL CONTENUTO DI CARBONIO NEL SUOLO
3.1. Metodologie di monitoraggio
3.2. Campionamento del suolo
3.2.1 Modalità di campionamento e numero di campioni
3.2.2. Piano di monitoraggio e protocollo di campionamento
3.2.3. Misura del carbonio organico nel suolo
3.3. Definizione del contenuto di carbonio organico medio nel suolo dell’area utilizzata
3.4. Stima del carbonio contenuto nei residui asportati
3.5. Stima delle variazioni di carbonio organico nel suolo e valutazione degli impatti
3.6 Valutazione complessiva delle variazioni di carbonio
GLOSSARIO
BIBLIOGRAFIA
Allegato: Fac-simile di modello da compilare per gli operatori agricoli

Fonte: Gazzetta Ufficiale

download carbonio nel suolo Linee guida qualità del suolo. Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 64 del 16/03/2023. Approvazione linee guida ISPRA.
download

Gli adempimenti previsti al comma 6 dell’articolo 42 del Decreto Legislativo 199/2021, ovvero “Nel caso di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa prodotti a partire da rifiuti e residui provenienti da terreni agricoli, gli operatori economici che li producono dispongono di piani di monitoraggio o di gestione dell’impatto sulla qualità del suolo e sul carbonio nel suolo, …” sono il fondamento della proposta di “Utilizzo rifiuti e residui da terreni agricoli per la produzione di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa. Linee guida per il monitoraggio della qualità e del carbonio del suolo” elaborata da un Gruppo di Lavoro multidisciplinare dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

I pesci alieni nei nostri mari

Una campagna di Ispra e Cnr-Iribim spiega come riconoscere e monitorare la presenza di quattro specie ittiche di origine tropicale.

Pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato. Sono tutte arrivate dal canale di Suez le quattro specie aliene invasive di origine tropicale segnalate nei mari italiani, per la prima volta in Sicilia, a cui prestare attenzione per evitare spiacevoli incidenti.

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) lanciano la campagna “Attenti a quei 4” per informare i cittadini, spiegare come riconoscerle e monitorare la loro presenza e distribuzione nelle acque italiane, grazie anche alle segnalazioni di pescatori e subacquei.

L’Ispra e il Cnr-Irbim invitano tutti i pescatori, i subacquei e chiunque abbia osservato o catturato una di queste specie in acque italiane, a documentare  con  foto/video e inviare la propria osservazione tramite WhatsApp al numero di telefono +39 320 4365210 o postarla sul gruppo Facebook Oddfish

I PESCI ALIENI NEI NOSTRI MARI DA CONOSCERE E RICONOSCERE
I PESCI ALIENI NEI NOSTRI MARI DA CONOSCERE E RICONOSCERE

Rapporto Clima in Italia

Clima in Italia nel 2021: il Rapporto Ispra

Il XVII rapporto della serie “Gli indicatori del clima in Italia” illustra l’andamento del clima nel corso del 2021 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

Il rapporto si basa in gran parte su dati, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it), realizzato dall’ISPRA in collaborazione e con i dati del Sistema Nazionale della Protezione dell’Ambiente e di altri organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.


Il 2021 è stato in media un anno meno caldo dei precedenti, con anomalie mensili di segno opposto nel corso dell’anno; le precipitazioni sull’intero territorio nazionale sono state complessivamente del 7% inferiori alla media climatologica, scarse da febbraio a novembre.

Ripetute onde di calore hanno investito l’Italia nei mesi estivi, la più intensa si è verificata la seconda settimana di agosto, quando a Siracusa sono stati registrati 48.8°C: record europeo se confermato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (ancora in corso di verifica).

Non sono mancati eventi estremi di precipitazione.

Nei primi giorni del mese di ottobre una fase perturbata, con forti e persistenti temporali, ha fatto registrare in Liguria, fra le province di Genova e Savona, piogge di eccezionale intensità e con quantitativi totali molto elevati, che hanno segnato nuovi record regionali per i valori cumulati su 3, 6 e 12 ore e causato ingenti effetti al suolo in alcune aree, con diffuse inondazioni, allagamenti, numerose frane e smottamenti.

Alla fine del mese di ottobre un ciclone tropicale localizzato sul Mediterraneo ha scaricato piogge estremamente intense in Italia meridionale; sulla Sicilia orientale l’intensità oraria ha raggiunto il valore più elevato mai registrato nella regione, e le forti piogge hanno causato diffusi allagamenti ed esondazioni di fiumi e canali.

Clima in Italia nel 2021

Rifiuti Speciali 2022

ISPRA: Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2022

l Rapporto Rifiuti Speciali, giunto alla ventunesima edizione, fornisce un quadro puntuale e aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi

Il presente Rapporto è stato elaborato dal Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) con il contributo delle Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione Ambientale (ARPA/APPA).

Nel rapporto la produzione nazionale dei rifiuti speciali è stata quantificata a partire dalle informazioni contenute nelle banche dati del Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) relative alle dichiarazioni annuali effettuate ai sensi della normativa di settore. I dati illustrati nella presente edizione del Rapporto si riferiscono all’anno 2020 e sono stati desunti dalle dichiarazioni presentate nell’anno 2021 ai sensi del DPCM 23 dicembre 2020.

Analogamente a quanto effettuato nelle precedenti edizioni del Rapporto, la banca dati MUD è stata sottoposta ad un processo di bonifica che prevede, oltre alle necessarie verifiche sugli errori di unità di misura, sulle doppie dichiarazioni e sulle incongruenze tra schede e moduli, anche l’esclusione, dalle quantità complessivamente prodotte dei rifiuti provenienti da utenze non domestiche assimilati agli urbani.

Sono stati ricompresi i quantitativi di rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, identificati con codici del capitolo 19 dell’elenco europeo dei rifiuti, la cui gestione viene contabilizzata nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani.

Settori esonerati

Per i settori interamente esentati dall’obbligo di dichiarazione e per quelli caratterizzati da un’elevata presenza di piccole imprese, dunque, l’elaborazione della banca dati MUD non può fornire un’informazione completa sulla produzione dei rifiuti non pericolosi.

Al fine di sopperire, in parte, alla carenza di informazioni derivanti dalle esenzioni previste dalla norma, ISPRA ha, quindi, proceduto ad integrare i dati MUD mediante l’utilizzo di specifiche metodologie di stima.

Per tutti i settori analizzati si è proceduto ad effettuare la quantificazione dei rifiuti prodotti per singola tipologia, ossia operando a livello di codice dell’elenco europeo dei rifiuti; ulteriori elaborazioni sono state eseguite al fine di ripartire, su scala regionale, i quantitativi stimati.

Tale ripartizione è stata condotta utilizzando, come coefficienti moltiplicatori, i valori ottenuti rapportando il numero regionale di addetti di ciascun settore al numero totale di addetti rilevato a livello nazionale (dati ISTAT).

Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2022

CAPITOLO 1 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI
CAPITOLO 2 – GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI
CAPITOLO 3 – MONITORAGGIO DI SPECIFICI FLUSSI DI RIFIUTI
APPENDICE 1 – DETTAGLIO PER MACROAREA GEOGRAFICA DEI DATI DI PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 2 – QUADRO REGIONALE DELLA PRODUZIONE E DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 3 – CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI DI COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 4 – CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 5 – CENSIMENTO DELLE DISCARICHE DI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020

Rapporto Rifiuti pericolosi

Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2020

Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2020. National Inventory Report 2022

ISPRA 2022

Nel documento si descrive la rendicontazione delle emissioni di gas serra che l’Italia comunica ufficialmente in accordo a quanto previsto nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC), del protocollo di Kyoto e del Meccanismo di Monitoraggio dei Gas Serra dell’Unione Europea.

Ogni Paese che partecipa alla Convenzione, infatti, oltre a fornire annualmente l’inventario nazionale delle emissioni dei gas serra secondo i formati richiesti, deve documentare in un report, il National Inventory Report, le metodologie di stima, le fonti dei dati di base e dei fattori di emissione utilizzati, e illustrare il sistema di Quality Assurance/Quality Control cui è soggetto l’inventario.
Da un’analisi di sintesi della serie storica dei dati di emissione dal 1990 al 2020, si evidenzia che, le emissioni nazionali totali di gas serra, espresse in CO2 equivalente, non considerando le emissioni ed assorbimenti di gas serra dall’uso del suolo, dai cambiamenti dell’uso del suolo e dalle foreste, sono diminuite, nel 2020, del 27% rispetto all’anno 1990.
Questa riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica. L’anno 2020, particolare, è segnato dalla congiuntura economica e sociale causata dalla crisi pandemica.
Nonostante i progressi compiuti, l’attività di preparazione degli inventari affronta continuamente nuove sfide legate alla necessità di considerare nuove sorgenti e nuovi inquinanti e di armonizzare gli inventari prodotti per diverse finalità di policy. Il contesto internazionale al quale fa riferimento la preparazione dell’inventario nazionale costituisce una garanzia di qualità dei dati, per l’autorevolezza dei riferimenti metodologici, l’efficacia del processo internazionale di review e la flessibilità nell’adattamento alle nuove circostanze.
download
download

Aia regionale: le linee guida Snpa sui controlli

ISBN 978-88-448-1097-9 © Linee Guida SNPA, 39/2022

Dal 2005 la normativa nazionale, su recepimento di quella europea, ha introdotto l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Da allora le Agenzie regionali e provinciali (per gli insediamenti di competenza regionale) e ISPRA (per gli insediamenti di competenza statale) si sono attivate per svolgere l’attività di controllo integrato per gli stabilimenti in possesso di tale autorizzazione.

Il sottogruppo operativo ha quindi lavorato alla stesura di Linee Guida per lo svolgimento delle ispezioni presso installazioni con AIA regionale, considerato che la mancanza di linee di indirizzo comuni a tutte le Agenzie era infatti stata indicata come minaccia e punto di debolezza ad esito del nel Progetto RR 7.2 sviluppato nel biennio 2015-2016 (“Stato di fatto e migliori pratiche nel campo dei controlli ambientali” approvato con delibera SNPA n.10/2017).

Partendo quindi dalle procedure poste in atto nelle Agenzie rappresentate nel sottogruppo operativo, attraverso diverse riunioni svolte nel periodo marzo 2019-luglio 2020, è stata predisposta una prima versione della Linea Guida per lo svolgimento delle ispezioni AIA, che è stata inviata a tutti i membri del SNPA attraverso la Rete dei Referenti del TIC II e successivamente anche attraverso le singole Direzioni Generali.

Tutte le osservazioni pervenute sono state valutate dal sottogruppo operativo e recepite, se del caso, nel presente documento.

portaleconsulenti download banca dati gratis
banca dati gratis. per scaricare clicca su immagine

lockdown 2020 alle foci dei fiumi

Analisi degli impatti ambientali del lockdown 2020 alle foci dei fiumi Po, Brenta-Adige, Metauro, Tevere

Pubblicazione ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Paradossalmente, per certi aspetti, è sembrato che l’ambiente abbia tratto qualche temporaneo, significativo beneficio. In particolare si è osservata, con un certo soddisfatto stupore, la grande capacità di resilienza del mare: trasparenza di acque generalmente torbide, avvistamenti inusuali di specie mediterranee lungo le coste italiane, recupero di zone di litorale normalmente sovra sfruttate.

La natura si è presa questo tempo per mostrarci come sia ancora possibile provare a ripristinare un equilibrio che sembrava ormai compromesso dal crescente impatto antropico sull’habitat marino – costiero dovuto a vari fattori quali l’agricoltura intensiva, la zootecnia, le attività industriali ed i traffici marittimi, interrotti o comunque ridotti, durante il lungo periodo di lockdown nazionale di inizio 2020.

Inevitabilmente, ma anche comprensibilmente, ha subito una battuta di arresto l’inquinamento incontrollato, abusivo, illecito da sempre monitorato e combattuto con grande attenzione dalla Guardia Costiera, a prescindere dalla presenza del COVID-19, attraverso controlli puntuali eseguiti sul nostro mare grazie alla capillarità delle sue articolazioni periferiche.

È ormai nota la centralità della Guardia Costiera in tema di tutela dell’ambiente marino a 360° e l’impegno che il Corpo pone per la sua salvaguardia, confermato e rinnovato nel 2018 proponendo al Ministero della Transizione Ecologica (MITE ex MATTM) la sottoscrizione del tanto auspicato piano di rilancio della strategia marina.

Grazie anche alle apprezzate campagne di comunicazione quali “alla natura non serve”, a favore del corretto smaltimento delle mascherine e dei guanti, che tutti noi, ormai, abitualmente indossiamo per proteggerci dal contagio, alle numerose “reti fantasma” recuperate, estremamente dannose per gli ecosistemi marini e alle svariate campagne di sensibilizzazione sulla raccolta dei rifiuti e della plastica in mare – per non parlare delle campagne di polizia ambientale marittima, organizzate per garantire prevenzione e deterrenza nei confronti dei comportamenti illeciti, attraverso l’impiego delle componenti specialistiche del Corpo (navale, aerea, subacquea e scientifica ambientale) – è stato dato un impulso decisivo all’avvio di un percorso virtuoso che ha particolarmente a cuore il benessere del mare e di tutti gli organismi che vi abitano.

scarica dal portale
portale consulenti download

Il rapporto presenta i risultati ottenuti nell’ambito dello studio Lockdown 2020 pensato per valutare l’effetto nelle acque marino costiere della chiusura, a causa della pandemia da COVID-19, e della successiva riapertura della maggior parte delle attività produttive.
A tale studio hanno collaborato Guardia Costiera, ARPA Veneto, Marche e Lazio, oltre ad ISPRA.

Attraverso l’analisi dei solidi sospesi, nutrienti disciolti e prodotti della disinfezione, parametri significativi in relazione alle pressioni antropiche, sono state caratterizzate le acque di quattro aree prospicienti importanti foci fluviali italiane (Po, Brenta – Adige, Metauro e Tevere) nel periodo tra fine aprile e fine maggio 2020, suddiviso in cinque campagne.

Il rapporto descrive i dati raccolti nel periodo finale di lockdown e nel successivo post-lockdown del 2020, confrontandoli con le relative serie storiche raccolte tra il 2014 e il 2019 (dati Eionet). Inoltre, riporta ulteriori evidenze di carattere qualitativo ottenute mediante l’analisi degli isotopi stabili del carbonio e dell’azoto nel particellato sospeso.