Industria e servizi infortuni casi mortali

Industria e servizi, nel 2022 denunciati 582.890 infortuni e 1.073 casi mortali. INAIL 2024. Nel nuovo numero del periodico statistico Dati Inail la fotografia di questa gestione assicurativa, in cui sono occupati più di 22 milioni di lavoratori. Rispetto all’anno precedente sono aumentati sia gli incidenti avvenuti in occasione di lavoro (+25,5%) sia quelli in itinere (+11,4%)

Alla data di rilevazione dello scorso 31 ottobre gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2022 nella gestione assicurativa Industria e servizi risultano essere 582.890, pari a circa l’83% del totale, con un incremento del 23,3% rispetto al 2021 e del 15,6% rispetto al 2018, dovuto in parte anche al numero particolarmente elevato di casi da Covid-19. Circa l’86% delle denunce (499.835 casi) riguarda infortuni avvenuti in occasione di lavoro e la quasi totalità (484.022) senza utilizzo del mezzo di trasporto. Rispetto al 2021 sono aumentati sia i casi avvenuti in occasione di lavoro (+25,5%) sia quelli in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,4%).

In crescita il numero degli addetti over 50 e under 35.

A fare il punto della situazione sull’andamento infortunistico e tecnopatico in questa gestione assicurativa, che nel 2022 ha registrato più di 22 milioni di occupati, distribuiti principalmente all’interno dei servizi (72%), in particolare commercio, alberghi e ristoranti, nell’industria in generale (21%) e nelle costruzioni (7%), è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che rispetto al 2018 segnala la crescita significativa dei lavoratori ultracinquantenni (+7,6%) e quella più contenuta degli under 35 (+3,8%). Gli occupati sono in prevalenza uomini, con una quota nel quinquennio pari mediamente al 57,2%, leggermente più bassa rispetto al 57,8% del complesso delle attività.

In oltre sei casi su 10 gli infortunati sono uomini.

Concentrando l’attenzione sugli infortuni denunciati in occasione di lavoro, con l’esclusione quindi di quelli avvenuti in itinere, nel 2022, al netto dei casi non codificati, due infortuni su tre hanno interessato il comparto dei servizi (300.669 casi), mentre la quota rimanente, pari a poco più del 30%, il comparto dell’industria in senso stretto (131.172). In oltre sei casi su 10 gli infortunati sono uomini, predominanti tra gli occupati di diversi settori dell’Industria e servizi per le particolari tipologie di lavoro svolte. Nelle costruzioni, per esempio, il 99% degli infortuni sono al maschile. In controtendenza la sanità e assistenza sociale, dove più di due terzi delle denunce (72,6%) riguardano le lavoratrici.

Nel quinquennio 2018-2022 seimila decessi.

I casi mortali denunciati nel quinquennio 2018-2022 nella gestione Industria e servizi sono stati quasi seimila, il 73% per eventi avvenuti in occasione di lavoro (circa 4.600 casi) e il 27% in itinere (quasi 1.400). La media di circa 1.200 casi all’anno è condizionata dal dato del biennio 2020-2021, caratterizzato da un numero molto alto di decessi da Covid-19 (rispettivamente 600 e 200). I 1.073 casi mortali del 2022 si collocano tra i valori registrati nel 2018 (1.122) e nel 2019 (1.044) e, al netto dei contagi, superano quelli denunciati nel 2020 e nel 2021. Al netto dei casi occorsi in itinere, nel 2022 un decesso su quattro è avvenuto nel settore delle costruzioni, uno su cinque nei trasporti e magazzinaggio e uno su 10 nel commercio. Nel comparto del manifatturiero, che registra il 17,9% degli infortuni mortali codificati, la metà riguarda la fabbricazione di prodotti in metallo, dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi e di quelli alimentari.

Più morti nelle aziende di piccole dimensioni.

Il 44% dei 775 decessi in occasione di lavoro denunciati nel 2022 è avvenuto in aziende di piccole dimensioni (1-9 lavoratori), il 28% in quelle da 10 a 49, il 16% in quelle da 50 a 249 e il 12% in quelle con oltre 249 lavoratori. Due terzi dei casi mortali riguardano la classe 45-64 anni, il 28,9% è concentrato nel Nord-Ovest, il 22,5% al Centro, il 20,0% sia nel Nord-Est che al Sud e l’8,6% nelle Isole, con Lombardia (17,0%), Lazio (9,7%) e Campania (9,4%) ai primi tre posti tra le regioni. I lavoratori italiani deceduti sono l’80,5% del totale (624 casi), seguiti con il 4,1% dai romeni (32), con il 3,1% dagli albanesi (24) e con l’1,9% dai marocchini (15).

Per le malattie professionali incremento del 10%.

Per quanto riguarda le malattie di origine professionale, le denunce presentate all’Inail nella gestione Industria e servizi sono state 50.078, pari a circa l’83% del totale delle patologie lavoro-correlate (comprensivo delle gestioni Agricoltura e Conto Stato) e in aumento di circa il 10% rispetto alle 45.554 dell’anno precedente. I lavoratori coinvolti sono stati poco più di 34mila (+9%). La crescita del numero delle denunce ha interessato in particolare gli uomini (+11% circa) e soprattutto i lavoratori occupati nel settore delle costruzioni e delle attività manifatturiere (+2.347 casi). Anche per la componente femminile è stato comunque rilevato un aumento del 7% rispetto al 2021, con 264 casi in più complessivamente per le lavoratrici del commercio e della sanità.

Quasi sette su 10 sono a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo.

Poco più del 70% delle denunce delle donne ha riguardato la fascia 50-64 anni, percentuale più alta rispetto ai colleghi uomini, che nella stessa classe vedono concentrati i due terzi dei casi. Anche per le età fino a 49 anni la quota delle malattie delle lavoratrici risulta più alta (21%) di quella dei lavoratori (17%). Per gli over 64, al contrario, la percentuale delle tecnopatie degli uomini è del 16% rispetto all’8% registrato tra le donne. Quasi sette casi su 10 sono a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con una netta prevalenza delle tecnopatie legate ai disturbi dei tessuti molli e alle discopatie che hanno interessato in particolare i lavoratori della sanità, del trasporto e del settore edile. Seguono le patologie del sistema nervoso, con poco più del 12%, quelle dell’orecchio (7,3%), i tumori e le malattie del sistema respiratorio, che rappresentano circa il 7%. Le malattie che colpiscono le donne a un’età inferiore rispetto agli uomini sono quelle della cute, i disturbi psichici, la sindrome del tunnel carpale e le patologie muscolo-scheletriche. Le patologie osteomuscolari, dovute in particolare al sollevamento e alla movimentazione manuale dei carichi, i tumori e l’ipoacusia hanno avuto conseguenze piuttosto rilevanti per gli uomini, con inabilità superiore al 16% per quasi un quarto dei casi riconosciuti.

La sfida per la sostenibilità e la sicurezza.

Il nuovo numero di Dati Inail approfondisce anche il tema della sostenibilità, intesa come capacità di un sistema di autoregolarsi in relazione a fattori interni ed esterni che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio anche irreversibilmente. Questo concetto, inizialmente centrato su aspetti ecologici, è approdato successivamente verso un significato più globale, che comprende anche la sfera economica e sociale. Le trasformazioni tecnologiche e organizzative, per esempio, avranno un sicuro impatto sulle condizioni di sicurezza e sulla cultura della prevenzione globale dei lavoratori, che nei prossimi anni richiederà da parte delle aziende, a partire dalle piccole e medie imprese storicamente più bisognose di risorse e competenze, l’acquisizione di nuove conoscenze. Per individuare gli elementi, interni ed esterni all’azienda, che interagiscono e impattano sulla sostenibilità potrebbero risultare particolarmente utili gli strumenti di valutazione e self-assessment. L’Istituto, in particolare, sta sperimentando un rating di sinistrosità e prevenzione che potrebbe servire a parametrare le imprese sul fronte della gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

Industria e servizi infortuni casi mortali nel 2022 denunciati 582.890 infortuni e 1.073 casi mortali. INAIL 2024. periodico statistico.
download documenti

Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio

Infor.MO, Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio nel ciclo del trasporto ferroviario. INAIL 2024. Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sul lavoro. SCHEDA 22.

DATI DESCRITTIVI

La scheda presenta un approfondimento del fenomeno infortunistico nel settore delle ferrovie, attraverso alcuni indicatori di frequenza e incidenza, ed uno studio delle dinamiche e dei fattori causali degli eventi.

Con riferimento al ciclo del trasporto ferroviario vengono considerate le seguenti voci della classificazione Ateco 2007: 49.1. Trasporto ferroviario di passeggeri; 49.2. Trasporto ferroviario di merci; 52.21.1. Gestione di infrastrutture ferroviarie; 52.24.3. Movimento merci relativo ai trasporti ferroviari e 33.17. Riparazione e manutenzione locomotive e materiale rotabile. Non sono invece stati inclusi i servizi legati al trasporto in aree urbane e suburbane (metropolitane, ferrovie sopraelevate, tramvie, collegamenti aeroportuali).

L’analisi dell’andamento degli infortuni occorsi nel settore si basa sulle informazioni fornite dalla banca dati statistica dell’Inail: nel 2021 si sono registrati quasi 1.600 infortuni definiti ‘positivi’ (cioè riconosciuti come effettivamente connessi con il lavoro) e il trend si è rivelato decrescente nel quinquennio 2017 – 2021 (anche tenuto conto della pandemia da Covid-19 nel 2020).

In termini di indicatori, il confronto degli eventi per mille addetti tra i singoli comparti del settore ferroviario mostra forti differenze sia per quanto riguarda il livello di rischiosità sia per ciò che concerne l’evoluzione del fenomeno.

La rischiosità del Movimento merci è più che dimezzata, da 54 infortuni per mille addetti nel 2017 a 25 nel 2021, mentre il decremento è inferiore nel Trasporto passeggeri e nel Trasporto merci, anche se a partire da un livello iniziale minore. Nello stesso periodo l’indice per il complesso dell’Industria e servizi passa da 21 a 17.

Per quanto riguarda il genere, accostando i dati del l’Istat a quelli dell’Inail, si nota che nel trasporto passeggeri le donne sono più a rischio degli uomini: le lavoratrici costituiscono il 17% degli occupati, ma subiscono più del 19% degli infortuni.

Eventi nel trasporto ferroviario

L’esame degli eventi nel trasporto ferroviario, inoltre, permette di individuare le relative caratterizzazioni, evidenziando quali infortuni si verificano di più nei diversi comparti ferroviari rispetto a quanto avviene nelle altre attività economiche. Per ogni infortunio, infatti, sono disponibili le variabili Esaw (European Statistics on Accident at Work) che descrivono le circostanze dell’evento. Tra esse, sono state considerate: la deviazione, il contatto e il relativo agente.

Dinamiche infortunistiche e fattori di rischio. nel ciclo del trasporto ferroviario. Sistema di sorveglianza infortuni mortali gravi lavoro.
download

Spettri di emissione dei nuovi sistemi a LED

Gli spettri di emissione dei “nuovi” sistemi a LED (lampade di illuminazione, monitor, display dei tablet e degli smartphone) sono diversi dagli spettri emessi dai dispositivi “tradizionali” come le lampade ad incandescenza e a fluorescenza e contengono una maggiore emissione di luce blu.

INAIL 2024

INTRODUZIONE

Nel 2022 il consumo globale di energia elettrica per illuminazione è stato di 1.735,64 TWh; di questi 1.268,68 TWh nei servizi e 466,96 TWh nel settore domestico.

L’illuminazione artificiale degli ambienti e delle postazioni di lavoro, l’emissione di monitor dei PC, i display di strumentazioni, tablet e smartphone è sempre più realizzata con dispositivi a LED (Light Emission Diode).

Il 50% delle vendite di dispositivi illuminanti ha riguardato la tecnologia a LED, la cui efficacia (Lumen per Watt) è cresciuta fino a superare recentemente quella delle lampade fluorescenti lineari.

Lo Scenario Net Zero Emissions del 2050 indurrà ad aumentare la quota dei dispositivi di illuminazione a LED, fino alla quasi totalità del mercato già nel 2030, sollecitando i miglioramenti prestazionali.

Anche le tecnologie a cristalli liquidi (LCD) retroilluminati che avevano sostituito lo schermo a tubi catodici della TV o della strumentazione tecnica e poi quello dei PC vedono il loro posto occupato oggi dalle nuove tecnologie, dove il pixel dell’immagine è costituito da LED, fino ai punti quantici (nanoparticelle) nel caso della tecnologia QLED.

La diffusione in breve tempo dei sistemi LED ha sollecitato la valutazione del rischio fotobiologico associato alla maggiore emissione di luce blu, che partecipa alla regolazione del ciclo sonno/veglia, ma che può essere potenzialmente lesiva per la retina.

Spettri di emissione dei nuovi sistemi a LED sono diversi dagli spettri emessi dai dispositivi tradizionali come le lampade incandescenza.
download

Telemarketing, Garante privacy

Telemarketing, Garante privacy: al via il Codice di condotta. Accreditato l’Organismo di monitoraggio per la piena efficacia delle nuove regole.

Con l’accreditamento dell’Organismo di monitoraggio (OdM) si completa l’iter per la piena applicazione del Codice di condotta che regola le attività di teleselling e di telemarketing. Il Codice, che ha l’obiettivo di tutelare gli utenti dalle chiamate indesiderate, acquisterà piena efficacia dal giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale[VEDI IL PROVVEDIMENTO DEL 7 MARZO 2024]

L’Autorità ha ritenuto che l’OdM – proposto da associazioni di committenti, call center, teleseller, list provider e associazioni di consumatori – sia in possesso dei requisisti previsti dal Regolamento Ue, tra i quali un adeguato livello di competenza, indipendenza e imparzialità per lo svolgimento dei compiti di controllo sull’applicazione del Codice da parte degli aderenti.

Le società che aderiranno al Codice, si impegneranno ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing.

Dovranno raccogliere consensi specifici per le singole finalità (marketing, profilazione, ecc.), informare in maniera precisa le persone contattate sull’uso dei loro dati, assicurando il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy (opposizione al trattamento, rettifica o aggiornamento dei dati). Le società inoltre saranno tenute ad effettuare una valutazione di impatto nel caso svolgano trattamenti automatizzati, compresa la profilazione, che comportano un’analisi sistematica e globale di informazioni personali.

Per contrastare il fenomeno del “sottobosco” dei call-center abusivi il Codice di condotta stabilisce l’applicazione di una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni contratto stipulato a seguito di un contatto promozionale senza consenso.

Il Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025

Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025. È stato approvato a dicembre 2021 il Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2021-2025 dell’Emilia-Romagna. Il Piano si pone in continuità con obiettivi e indirizzi della L.R.19/2018 Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria.

Vision

La “Salute in tutte le politiche” costituisce il quadro di riferimento del Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2021-2025. Questa cornice concettuale, che riconosce la salute come un complesso sistema dipendente da fattori e determinanti personali, socioeconomici e ambientali, viene ulteriormente valorizzata dalla L.R. 19/2018 sulla Promozione della salute.

Azioni trasversali

Le azioni trasversali comunicazione, equità, formazione e intersettorialità accompagnano l’attuazione di tutti i Programmi del PRP presentati di seguito, sia in ambito regionale che territoriale.

In particolare, l’intersettorialità è garantita dallo stretto collegamento con la L.R. 19/2018, che promuove l’adozione di una “Strategia Regionale per la promozione della salute e la prevenzione”.

Tale strategia persegue l’integrazione e il coordinamento di obiettivi e azioni delle programmazioni regionali relative ai diversi ambiti settoriali. La Strategia regionale rappresenta quindi l’orizzonte in cui si colloca la declinazione dell’azione trasversale intersettorialità, come definita dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP).

Organizzazione

La governance del PRP poggia su una Cabina di regia coordinata dal Responsabile Regionale del PRP e a cui partecipano: i Responsabili Aziendali PRP, individuati dalle Aziende USL; i Responsabili dei 20 Programmi di cui si compone il Piano; ANCI-Emilia-Romagna; un Gruppo di supporto organizzativo.

A livello territoriale ogni Azienda USL ha adottato una propria organizzazione per l’implementazione del PRP nel periodo 2022-2025, prevedendo almeno un Responsabile
Aziendale (riferimento anche per l’azione trasversale Intersettorialità) e Referenti per ciascun Programma e per ciascuna delle Azioni Trasversali equità, comunicazione e
formazione.

Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025
download

Rifiuti sanitari sterilizzati

Rifiuti sanitari sterilizzati: i chiarimenti del Mase. Il dicastero ha risposto a un interpello ambientale della Regione Toscana. Sono assimilabili ai rifiuti urbani indifferenziati a prescindere dalle modalità di smaltimento successive.

I rifiuti sanitari a solo rischio infettivo sono sottoposti al regime giuridico dei rifiuti urbani se preliminarmente sottoposti a un procedimento di sterilizzazione, effettuato presso le strutture sanitarie pubbliche e private, senza alcun condizionamento nelle modalità di smaltimento successive.

I rifiuti sanitari a solo rischio infettivo sterilizzati presso le strutture sanitarie rientrano nel regime dei rifiuti urbani “senza alcun condizionamento nelle modalità di smaltimento successive”.

È questa la risposta del MinAmbiente al primo quesito contenuto in un interpello presentato da una Regione avente ad oggetto il rapporto tra il Dpr 254/2003, regolamento nazionale per la gestione dei rifiuti sanitari che condiziona l’assimilazione dei rifiuti sanitari infettivi post sterilizzazione allo smaltimento in impianti di incenerimento di rifiuti urbani, e l’articolo 30-bis del Dl 23/2020, disposizione transitoria introdotta durante l’emergenza Covid-19, poi resa permanente dal Legislatore, che invece non vincola l’assimilazione in questione alla destinazione dei rifiuti (risposta ad interpello 6 marzo 2024, n. 43348).

In risposta a un secondo quesito, il MinAmbiente chiarisce poi che i rifiuti in questione, una volta assimilati agli urbani, possono essere conferiti al servizio pubblico di raccolta come rifiuto indifferenziato (codice Eer 200301) in quanto tale classificazione, prevista dal regolamento nazionale, si applica comunque considerato che il Dl 23/2020 “si inserisce – semplificando – in una disciplina già delineata dal richiamato Dpr n. 254 del 2003”.

Riscontro rifiuti sanitari

L’importanza delle competenze verdi nel mondo aziendale

L’importanza dellecompetenze verdi. Negli ultimi anni, la consapevolezza sull’impatto delle attività umane sull’ambiente è cresciuta notevolmente. Le aziende si sono rese conto dell’importanza di adottare pratiche sostenibili per preservare il nostro pianeta e rispondere alle sfide ambientali globali. In questo contesto, le competenze “verdi” sono diventate sempre più richieste nel mondo del lavoro.

Le competenze digitali e l’ambiente di lavoro sostenibile

Le competenze digitali sono diventate indispensabili nel mondo del lavoro moderno, ma come possono contribuire alla sostenibilità ambientale?

La trasformazione digitale e la sostenibilità

La trasformazione digitale delle aziende ha aperto nuove opportunità per ridurre l’impatto ambientale delle attività lavorative. Le competenze digitali consentono di ottimizzare i processi aziendali, ridurre il consumo di risorse e promuovere soluzioni innovative e sostenibili. Ad esempio, l’adozione di strumenti digitali per la gestione dei documenti e delle comunicazioni può ridurre l’utilizzo di carta e il consumo di energia.

Efficienza energetica e monitoraggio digitale

Le competenze digitali sono fondamentali per monitorare e ottimizzare l’uso dell’energia nelle aziende. L’implementazione di sistemi di monitoraggio energetico, grazie a sensori e dispositivi digitali, consente di identificare i punti critici di consumo energetico e di adottare misure per ridurlo. La gestione intelligente dell’energia può portare a significativi risparmi economici e a una riduzione dell’impatto ambientale.

Internet of Things (IoT) e sostenibilità

L’Internet of Things (IoT) offre nuove opportunità per rendere le aziende più sostenibili. La connessione tra dispositivi e sensori consente di raccogliere dati in tempo reale sull’utilizzo delle risorse, come l’energia, l’acqua e i materiali. Questi dati possono essere utilizzati per ottimizzare l’efficienza dei processi produttivi, prevenire sprechi e ridurre l’impatto ambientale complessivo.

Competenze verdi digitali per la mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile è un altro ambito in cui le competenze digitali possono fare la differenza. L’utilizzo di soluzioni digitali per la gestione dei trasporti aziendali, come la condivisione dei veicoli, l’ottimizzazione delle rotte e l’utilizzo di veicoli elettrici, può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane.

Strumenti digitali per la comunicazione e la sensibilizzazione ambientale

Le competenze digitali sono fondamentali anche per la comunicazione e la sensibilizzazione ambientale all’interno delle aziende. L’utilizzo di strumenti digitali, come i social media, i siti web e le piattaforme di comunicazione interna, consente di diffondere messaggi e informazioni sulla sostenibilità in modo rapido ed efficace. Inoltre, le competenze digitali possono favorire la collaborazione e la condivisione delle best practice tra i dipendenti.

Sfide e opportunità nell’integrazione delle competenze digitali e “verdi”

Nonostante le numerose opportunità offerte dalle competenze digitali per promuovere la sostenibilità, ci sono anche sfide da affrontare. La formazione e l’aggiornamento delle competenze digitali devono essere accompagnati da una comprensione approfondita dei principi e delle pratiche legate alla sostenibilità. Inoltre, è importante garantire che l’innovazione digitale rimanga centrata sull’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e non diventi uno scopo a sé stante.

In conclusione, le competenze digitali possono svolgere un ruolo chiave nella promozione di un ambiente di lavoro sostenibile. Dall’efficienza energetica all’utilizzo di strumenti digitali per la comunicazione e la sensibilizzazione ambientale, le competenze digitali possono contribuire in modo significativo alla riduzione dell’impatto ambientale delle aziende. Tuttavia, è necessario un approccio olistico che integri sia le competenze digitali che le competenze “verdi” per affrontare le sfide ambientali e creare un futuro sostenibile.