PROTOCOLLO LAVORO IN MODALITÀ AGILE

Oggi, 7 dicembre 2021, è stato sottoscritto – all’esito di un approfondito confronto con le Parti sociali promosso dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali – il presente “Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile”.

Nell’attuale fase storica sono in corso grandi trasformazioni che hanno un significativo impatto sull’organizzazione del lavoro.

In questo contesto evolutivo è emersa una crescente attenzione alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, di impiego di risorse rispettose della sostenibilità ambientale e del benessere collettivo, attraverso la riduzione degli spostamenti casa-lavoro e, conseguentemente, dell’utilizzo dei mezzi pubblici e di quelli personali, anche per ridurre le emissioni di agenti inquinanti e migliorare, nel contempo, la vivibilità dei centri urbani.

Più in generale, vi è la necessità di procedere a un più ampio rinnovamento di prospettiva, ridefinendo il lavoro in un quadro di fiducia, autonomia e responsabilità condivise.
Questi bisogni si sono resi ancor più evidenti con l’emergenza sanitaria da Covid-19, che ha innescato l’accelerazione dei percorsi di innovazione.

Il processo di diffusione del lavoro agile dà impulso al cambiamento organizzativo e di processo, con l’utilizzo di strumenti tecnologici idonei e comporta anche la promozione di specifici percorsi formativi utili a consentire a tutti i lavoratori lo svolgimento del lavoro secondo tali modalità.

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, avvalendosi di un Gruppo di studio denominato “Lavoro agile” (istituito con i decreti nn. 87 del 13 aprile 2021 e 99 del 21 aprile 2021), ha esaminato gli effetti dello svolgimento dell’attività di lavoro in modalità di agile, con l’obiettivo di individuare e proporre alle Parti sociali possibili soluzioni e nuovi obiettivi che tengano conto della straordinaria esperienza che si è realizzata nel lungo periodo di lavoro da remoto imposto dalla pandemia.

Lo studio ha esaminato gli impatti che l’emergenza sanitaria ha avuto sull’organizzazione del lavoro, verificando se i vantaggi associati dalla letteratura scientifica al lavoro agile abbiano trovato un reale riscontro nella specifica realtà nazionale e rilevando quali criticità i lavoratori abbiano trovato sul piano operativo e personale nella sua applicazione.

Un primo dato emerso dall’indagine è che il ricorso al lavoro agile è più che raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico.

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Al fine di rendere effettivamente agile l’esecuzione del lavoro, il Protocollo sullo smart working non individua un orario determinato, bensì delle fasce orarie, incompatibili con la nozione di straordinario: non cambiano gli obiettivi prefissati del lavoro, ma il dipendente può raggiungerli con maggiore autonomia, nel rispetto del proprio ruolo nell’organizzazione aziendale.

A bilanciare questa flessibilità oraria c’è l’individuazione necessaria di una fascia di disconnessione, durante la quale il lavoratore ha diritto al riposo, e a spegnere i device grazie ai quali eroga la sua prestazione lavorativa.

Stessa cosa vale nel caso di ferie, permessi retribuiti, malattia e altre assenze legittime: per disconnessione si intende infatti che il dipendente può prendere in carico le comunicazioni lavorative solo nei giorni e nelle fasce orarie predeterminate con il datore.

Privacy, Sicurezza, smart working

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Newsletter 24 del 6 Luglio 2021

In questa nota analizziamo i risultati dell’indagine sulla soddisfazione dei
dipendenti INPS, concentrandoci in particolare sugli aspetti legati allo Smart
Working (SW).

L’edizione 2020 dell’indagine ha incluso un focus sullo SW in fase
emergenziale, utile a fornire indicazioni sulla percezione dell’esperienza da parte
dei soggetti coinvolti, sugli aspetti problematici e sulle aspettative per il futuro.

Lavorare da casa

Lavorare da casa Dall’invisibilità a un lavoro dignitoso

Copyright © International Labour Organization 2021 First published 2021

Con la diffusione della pandemia COVID-19 nel 2020, tanti lavoratori sono passati al lavoro in remoto, unendosi a centinaia di milioni di altri lavoratori che già da decenni lavorano da casa.

Sebbene lavorare da casa sia stato a lungo una caratteristica importante del mondo del lavoro, le istituzioni che governano il mercato del lavoro, hanno sempre pensato al lavoro da casa come una traslazione del lavoro di ufficio.

L’improvviso aumento del lavoro da casa, porta una rinnovata urgenza e la necessità di apprezzare le implicazioni del lavoro a domicilio, sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

Questo rapporto cerca di migliorare la comprensione di lavoro a casa e per far avanzare l’orientamento di politiche, che possono spianare la strada al lavoro da casa dignitoso e normato.

Lavoro domestico industriale – si riferisce alle merci con la produzione intrapresa dai lavoratori a domicilio come parte di, o in sostituzione, della produzione in fabbrica, ma anche alla produzione artigianale, come nella realizzazione di prodotti artigianali;

X telelavoro – si riferisce ai dipendenti che utilizzare informazioni e comunicazioni tecnologie per svolgere il proprio lavoro da remoto. A seguito della Convenzione n. 177, la considerazione è limitata ai telelavoratori che lavorano a casa loro (o un altro luogo di loro scelta) regolarmente o basi permanenti; e

X home-based digital platform work – si riferisce alle attività svolte nel settore dei servizi da “crowdworkers” secondo le specifiche del datore di lavoro o intermediario, nelle situazioni in cui il i lavoratori non hanno l’autonomia e indipendenza economica da considerare lavoratori indipendenti nel diritto nazionale.

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Smart working

Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus), il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato il 1° marzo 2020 il Decreto che interviene sulle modalità di accesso allo smart working, confermate poi dalle successive disposizioni emanate per far fronte all’emergenza.