Stress termico cassa integrazione Inps

Stress termico

Si potrà chiedere la cassa integrazione in caso di temperature record. Lo si legge in una nota congiunta di Inps e Inail in merito alla pubblicazione delle linee guida Inail per prevenire le patologia da stress termico.

Nel dettaglio: «Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cigo quando il termometro supera i 35 gradi centigradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite”». La comunicazione si lega ai fenomeni climatici estremi registrati nelle ultime settimane che potrebbero comportare un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.


INPS

Per il 2022 l’INPS rimarca la possibilità per le aziende di richiedere la cassa integrazione per caldo eccessivo. La richiesta di integrazione salariale con causale “eventi meteo” è infatti invocabile dall’azienda anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa delle temperature elevate.

INPS e INAIL ribadiscono la facoltà di ricorrere alla CIGO nella nota congiunta del 26 luglio 2022, in cui vengono rese note le istruzioni per la gestione del rischio caldo e per l’accesso alle prestazioni cassa integrazione ordinaria per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature elevate.

L’INAIL, dal canto suo, ha fornito le linee guida per prevenire le patologie da stress termico disponibili sul sito istituzionale in questa pagina. Infatti, i fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.

Progetto Worklimate

La nuova pubblicazione realizzata nell’ambito del progetto Worklimate. Dedicato a lavoratori, datori di lavoro e figure aziendali della salute e sicurezza, il vademecum è stato realizzato nell’ambito del progetto Worklimate, finanziato dall’Inail nel 2019 con il Bando di ricerche in collaborazione (Bric) e sviluppato insieme all’Istituto per la BioEconomia del Cnr per contrastare lo stress termico ambientale in ambito occupazionale.

Al suo interno anche un decalogo per gestire il rischio caldo, dalla designazione di un responsabile che sovrintenda al piano di sorveglianza alla formazione dei lavoratori, dalle strategie di prevenzione alla riorganizzazione dei turni di lavoro, fino alla pianificazione della risposta alle emergenze e alle misure specifiche da adottare negli ambienti chiusi.

Anche l’afa rientra nella causale “eventi meteo”. Con riferimento alla questione del riconoscimento della cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovute al caldo eccessivo, nel comunicato congiunto l’Inps chiarisce che la causale “eventi meteo” è invocabile dall’azienda anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa causata dalle temperature elevate.

A questo proposito, l’Istituto nazionale di previdenza sociale precisa che sono considerate “elevate” le temperature superiori ai 35° centigradi. Anche temperature inferiori, però, possono essere ritenute idonee ai fini del riconoscimento dell’integrazione salariale.

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Stress termico

Caldo e Lavoro

ESTATE SICURA – CALDO E LAVORO
Guida breve per i lavoratori


Durante le ondate di calore sono documentati effetti sulla salute (aumenti della mortalità, dei ricoveri ospedalieri, degli accessi al pronto soccorso), soprattutto in sottogruppi di popolazione più vulnerabili (anziani, soggetti con patologie croniche, bambini, donne in gravidanza, lavoratori all’aperto).

L’eccesso di calore può rivelarsi fatale quando esistono condizioni patologiche croniche che ostacolano i meccanismi compensativi della termoregolazione.

Le patologie associate alle alte temperature ambientali possono essere:
• colpo di sole (rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea) – all’effetto dell’eccessiva esposizione ai raggi solari si aggiungono gli effetti del surriscaldamento e della disidratazione;
• crampi da calore (spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione);
• esaurimento da calore (abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale);
• colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 °C, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, stato confusionale, deliri o convulsioni, possibile perdita di coscienza).

Anche gli infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore.

Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni.

Durante le ondate di calore i tipi di infortunio e le modalità di infortunio più frequenti sono: incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni e amputazioni.


Cosa fare in caso di colpo di calore del lavoratore?

Chiamare subito l’Addetto al Primo Soccorso e il 118. Assistere il lavoratore fino all’arrivo dei soccorsi: posizionarlo all’ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendolo in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti; misurare la temperatura corporea; cercare di raffreddare rapidamente il corpo, se è possibile, avvolgendolo in un lenzuolo bagnato e ventilandolo o, in alternativa, raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca non fredda, in particolare su fronte, nuca ed estremità, ventilando e spruzzando acqua sul corpo.

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Covid e protezione dal caldo

Come per il 2020, la pianificazione delle attività di prevenzione per contrastare gli effetti del caldo è particolarmente rilevante in relazione all’epidemia COVID-19 e alla sua evoluzione.

E’ importante, in questo contesto, intensificare la sorveglianza socio-sanitaria, soprattutto nei riguardi dei sottogruppi a maggior rischio, per prevenire eventuali peggioramenti delle condizioni di salute.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il servizio Sanitario deve essere preparato in relazione al verificarsi di possibili emergenze sanitarie associate alle ondate di calore. La pianificazione delle attività di prevenzione è particolarmente rilevante anche per quest’anno in relazione all’epidemia COVID-19.

Di conseguenza le attività relative al 2021 dovranno essere rimodulate per tener conto del concomitante rischio legato all’epidemia in corso, in particolare per la prevenzione degli effetti nei sottogruppi di popolazione più vulnerabili.

Nel mese di giugno verrà condotta una survey che raccoglierà informazioni sulle attività programmate a livello locale. Raccomandazioni per la salute in risposta al caldo e COVID-19 saranno disponibili nell’area dedicata del portale Ministeriale.

In particolare, nella pianificazione delle attività estive vanno messi in rilievo per l’estate 2021 nel contesto dell’epidemia COVID-19:

• Identificare i sottogruppi di popolazione suscettibili al caldo sulla base della presenza di specifiche patologie croniche ed uso di farmaci che possono favorire disturbi da calore, o in condizioni di solitudine e isolamento; identificare tra coloro che sono a maggior rischio di sviluppare effetti avversi del caldo anche i pazienti dimessi/guariti da COVID-19 che manifestano sintomi cronici (pazienti long-term COVID-19).

• Garantire un monitoraggio dei soggetti suscettibili al proprio domicilio, tramite visite domiciliari o, se disponibili sul territorio, sistemi di teleassistenza, nei giorni in cui sono previste condizioni climatiche a rischio per la salute (livello 1, livello 2 e livello 3 del bollettino HHWWS).

Al fine di potenziare la sorveglianza si invita ad utilizzare i sistemi e le misure straordinarie messe in campo per il COVID-19 in particolare la telemedicina e teleassistenza. In caso di accesso domiciliare per la sorveglianza attiva al caldo è essenziale che il personale socio-sanitario di assistenza adotti le necessarie misure di sicurezza relative al COVID-19.

• La sorveglianza dei soggetti suscettibili al caldo deve essere mirata alla permanenza dei pazienti al proprio domicilio attraverso: a) garantendo un efficace trattamento della patologia di base per chi ha una malattia cronica affinché possa effettuare le necessarie visite programmate, terapie o analisi cliniche; b) individuando precocemente l’insorgenza dei sintomi delle patologie associate al caldo (disidratazione, crampi, edemi, stress da calore, colpo di calore)

• Informare i pazienti e i loro familiari su come proteggersi dal caldo continuando a mantenere le opportune misure di protezione dal rischio di contagio da COVID-19.
Ricordare che sintomi come febbre, tosse secca e debolezza possono essere sintomi del COVID-19.

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Infografica Consigli per proteggersi dal caldo durante l’epidemia Covid-19 realizzata da WHO/Europe.

Circolare 18 maggio 2021 – Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Attività 2021

Progetto “Piano Operativo Nazionale per la Previsione e la prevenzione degli Effetti delle ondate di calore sulla Salute”. Piano Attività estate 2021 in relazione all’epidemia COVID19.

PAF: STRESS DA CALDO PER I LAVORATORI

Worklimate

NOVITA‘: PROTOTIPO DI PIATTAFORMA PREVISIONALE DI ALLERTA PER LA PREVENZIONE DEI RISCHI. LEGATI ALLO STRESS DA CALDO PER I LAVORATORI

La popolazione mondiale, a causa del cambiamento climatico in atto, è sempre più esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute che tendono a protrarsi anche oltre il periodo estivo e purtroppo la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni anche se le emissioni di gas serra tenderanno a ridursi.

I lavoratori, in particolare quelli che svolgono la maggior parte delle loro attività all’aperto, settore agricolo e delle costruzioni in primis, sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo e in generale a tutti i fenomeni atmosferici.

Il progetto WORKLIMATE, condotto da CNR ed INAIL nell’ambito dei bandi per le ricerche in collaborazione (BRIC 2019) e con un ventaglio ampio e qualificato di enti di ricerca coinvolti, si prefigge come obiettivo generale quello di approfondire, soprattutto attraverso la banca dati degli infortuni dell’INAIL, le conoscenze sull’effetto delle condizioni microclimatiche (in particolare dello stress da caldo) sui lavoratori, con un’attenzione specifica alla stima dei costi sociali degli infortuni sul lavoro.

Oltre alla organizzazione di alcuni casi-studio ad hoc in aziende selezionate in zone del centro Italia, per studiare l’effetto del caldo sui lavoratori sul campo, sono state organizzate due indagini nazionali per indagare:

la percezione e la conoscenza degli effetti del caldo negli ambienti di lavoro l’impatto dello stress da caldo sui lavoratori impegnati in ambito sanitario associato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) durante la pandemia COVID-19

L’obiettivo è quello di individuare strategie di intervento per ridurre il rischio da caldo per il settore occupazionale.

Sarà quindi sviluppato e reso operativo un sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale, rappresentato da una piattaforma previsionale web in cui sarà disponibile una previsione di rischio caldo fino a 5 giorni ad elevata scala di dettaglio spaziale e temporale (risoluzione 7km e dettaglio orario) per un soggetto standard che svolge una specifica mansione oltre che una web app con previsioni personalizzate sulla base delle caratteristiche individuali del lavoratore, dell’ambiente di lavoro (lavoro esposto al sole o in zone d’ombra), del vestiario indossato (con particolare riferimento ai DPI) e della tipologia di lavoro svolto.

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