L’esposizione a silice cristallina

L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile. La pubblicazione, risultato della collaborazione di Inail con FORMEDIL, presenta i dati di esposizione a silice cristallina e a polveri respirabili relativi alle mansioni tipiche dell’edilizia e dell’ingegneria civile; la probabilità di esposizione è stimata utilizzando la metodologia statistica indicata dalla normativa tecnica. INAIL 2024

Il quarzo, la forma più comune di silice cristallina, è uno dei minerali più abbondanti della crosta terrestre e di conseguenza è frequentemente contenuto nelle rocce, nei terreni e anche in molti materiali da costruzione utilizzati in edilizia. Diverse attività di cantiere producono volumi importanti di polvere come gli scavi, la demolizione, la perforazione e il taglio dei materiali, la miscelazione. Gli addetti a queste lavorazioni sono soggetti all’inalazione diretta del particolato fine generato e disperso nell’aria e quindi anche alla silice cristallina contenuta nei materiali stessi.

Ma i dati dimostrano che anche altri lavoratori presenti nel cantiere possono essere esposti a livelli non trascurabili di silice cristallina respirabile. Nello studio di Cherrie et al (2011) che ha indirizzato l’elaborazione della Direttiva europea 2017/2398 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione occupazionale ad agenti cancerogeni, si stima che su 5,3 milioni di lavoratori esposti a silice in tutta Europa ben 4 milioni siano addetti del settore delle Costruzioni.

La silicosi è l’aspetto maggiormente conosciuto dell’attività biologica della polvere di silice che raggiunge i polmoni. Dalla fine del secolo scorso sono confermati anche gli effetti cancerogeni prodotti dall’inalazione di questa sostanza e recentemente, con il d.lgs. 1 giugno 2020, n. 44, anche l’Italia ha riconosciuto come agenti cancerogeni i lavori comportanti esposizione a polvere di silice cristallina respirabile generata da un procedimento di lavorazione.

Questo volume è il risultato della collaborazione di Inail con FORMEDIL. Infatti, nell’ambito del protocollo d’intesa stipulato nel 2020 sono stati realizzati sopralluoghi in cantiere per la misurazione dell’esposizione alla silice libera cristallina nelle attività del settore edile mirati a migliorare l’informazione disponibile nella Banca dati esposizione silice dell’Inail anche al fine di colmare le lacune relative a mansioni per le quali non erano disponibili dati.

Oltre a rappresentare un’occasione di aggiornamento, di riflessione e di confronto, questo documento si propone come strumento a supporto dei datori di lavoro per la riduzione del livello di rischio da inalazione di polveri silicotigene in attuazione di quanto previsto dall’art. 28 comma 3-ter del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.).

Il volume presenta i dati di esposizione personale a silice cristallina e a polveri respirabili misurati dall’Inail in Italia dal 2000 a oggi relativi alle mansioni che operano nei lavori di costruzione edile e di ingegneria civile, compresi i cantieri di scavo gallerie con tecniche tradizionali. In particolare, sono inclusi i dati di 1379 campioni, dei quali 541 rilevati in cantieri in galleria e 838 per le mansioni dell’edilizia civile.

I dati di esposizione sono raccolti utilizzando la classificazione delle mansioni elaborata dall’Inail con specifico riferimento alla valutazione dell’esposizione a silice cristallina. Le informazioni presentate riguardano 39 mansioni che andranno ulteriormente implementate data la grande varietà di lavori edili e di ingegneria civile.

L’esposizione a silice cristallina respirabile nei cantieri edili e di ingegneria civile. La pubblicazione, risultato della collaborazione
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Campionamenti polveri inalabili

Campionamenti di polveri inalabili e respirabili

Il comportamento delle particelle di polvere nell’organismo umano dipende dalle dimensioni della particella e dalle sue proprietà chimico-mineralogiche. INAIL 2022


Il comportamento delle particelle di polvere nell’organismo umano dipende dalle dimensioni della particella e dalle sue proprietà chimico-mineralogiche. In particolare, le dimensioni determinano la possibilità che una particella venga inalata, mentre la natura chimica e mineralogica determina l’accumulo o la solubilizzazione nell’organismo.

L’apparato respiratorio è la struttura anatomica maggiormente esposta alle polveri; esso è per convenzione suddiviso in tre regioni: naso-faringea, tracheobronchiale e regione polmonare (dove avvengono gli scambi gassosi).

Le particelle che vengono inalate si depositano nelle varie regioni del tratto respiratorio attraverso processi fisici che dipendono dalle dimensioni delle particelle stesse e in particolare dal loro diametro aerodinamico, da , ossia il diametro di una particella sferica di densità unitaria avente la stessa velocità terminale della particella sotto l’azione della forza gravitazionale in aria calma, nelle stesse condizioni di temperatura, pressione e umidità relativa.

campionamento delle polveri

Nel definire i criteri per il campionamento delle polveri occorre tenere conto delle relazioni tra il diametro aerodinamico e le frazioni che devono essere raccolte.

La norma UNI EN 481:1994 definisce le convenzioni per il campionamento di particelle caratterizzate da diverse frazioni granulometriche in ambiente di lavoro e differenzia tre tipologie di frazioni di polveri: inalabile (10 – 100 μm), toracica (4 – 10 μm) e respirabile
(< 4 μm).

Il presente lavoro intende analizzare i criteri di campionamento delle frazioni inalabile e respirabile delle polveri.

Campionamenti polveri inalabili

RIFERIMENTI NORMATIVI

UNI EN 481:1994
Atmosfera nell’ambiente di lavoro – Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse.

ISO 7708:1995
Air quality – Particle size fraction defi nitions for health-related sampling.

Direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12/12/2017
Direttiva che modifica la dir. 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro (G.U. Ue L 345/87 del 27/12/2017).

Rettifica alla direttiva (UE) 2017/2398
(G.U. Ue L 41/15 del 14/02/2018).

Decreto legislativo del 1 giugno 2020, n. 44