Jobs Act, Cgil, decreti attuativi salute e sicurezza
Per quanto riguarda le norme, già approvate, riferite al demansionamento, “soprattutto se permarrà , come sembra dalle anticipazioni, la previsione della non obbligatorietà della formazione specifica al cambiamento della mansione stessa, un lavoratore potrà essere adibito a mansioni che non conosce o destinato a una macchina di cui non è esperto: è evidente – sostiene Calleri – il pesante risvolto sul piano della sicurezza degli addetti”.
“La Cgil – continua il dirigente sindacale – esprime poi perplessità rispetto all'istituzione, non ancora ben definita, dell'Ispettorato nazionale per il lavoro: la sua piena attuazione è infatti ancora legata a un successivo decreto interministeriale, di cui non è dato conoscere i contenuti”. “Peraltro – continua – si istituisce un ruolo unico ad esaurimento degli ispettori INPS e INAIL, rendendo chiaro che l'operazione tende ad un livellamento verso il basso delle retribuzioni e delle professionalità “.
Sul decreto semplificazioni, avviato in Commissione, Calleri ribadisce “i dubbi e le contrarietà della Cgil relativamente alle norme sulla possibile abolizione del cartellino nei cantieri e sulla limitazione all'interruzione dell'attività imprenditoriale in quei contesti, come giustamente denunciato dalla nostra categoria degli edili”. “Bisogna ricordare – aggiunge – che su queste tematiche hanno già avuto un effetto negativo le misure già emanate sul DURC”.
“Infine suscitano forte imbarazzo e irritazione le norme che potrebbero produrre delle modificazioni alla composizione, ai ruoli e alla funzione della Commissione Consultiva Permanente per salute e sicurezza ex art. 6 dell'81/08”. “In breve – spiega a questo riguardo il sindacalista – si vorrebbe ridurre il ruolo delle organizzazioni sindacali a quello di puri 'esperti' o consulenti, andando contro lo spirito del tripartitismo e alle leggi europee in materia”. “Inoltre – continua -” ciò non procura nessun beneficio alle aziende e ai lavoratori, e non comporta alcuna semplificazione: si tratta di un preciso atto di volontà politica nei confronti delle organizzazioni di rappresentanza in senso generale, visto che a questa operazione sono sottoposte anche le organizzazioni di impresa”. Per il responsabile sicurezza della Cgil “ancora una volta non si centrano e non si affrontano i problemi” reali, ma ci si concentra su bisogni non essenziali delle imprese e su alcune operazioni francamente incomprensibili”.
“Metteremo in atto tutte le azioni di contrasto possibili alle misure definitive citate, sia in sede contrattuale che legale, e per quanto riguarda le norme in itinere – conclude Calleri – avvieremo una campagna di sensibilizzazione e di incontri con i referenti parlamentari per illustrare i nostri punti di vista e, ove possibile, recuperare gli aspetti maggiormente negativi”.
fonte CGIL
Calleri: “Contrasteremo le misure definitive e ci batteremo per modificare quelle non ancora approvate”