Economia circolare Unione europea. scarica briefing. le tendenze del tasso di utilizzo circolare dei materiali nell’uso e impatti ambientali

Economia circolare Unione europea

Il 17 maggio l’Agenzia Europea dell’Ambiente (European Environment Agency, EEA) ha pubblicato un briefing che valuta le tendenze del tasso di utilizzo circolare dei materiali nell’uso e gli impatti ambientali del loro uso.

L’Europa punta a diventare un’economia circolare. Per incoraggiare ciò, l’UE ha fissato obiettivi per i 27 Stati membri (UE-27) per aumentare il riciclaggio e ridurre lo smaltimento in discarica. In particolare, entro il 2025, il 55% dei rifiuti urbani e il 65% dei rifiuti di imballaggio dovranno essere preparati per il riutilizzo o riciclati. Questo briefing valuta le prospettive degli Stati membri di raggiungere questi obiettivi e i suoi risultati costituiscono la base del rapporto di allerta precoce 2023 della Commissione europea.

Secondo l’analisi dell’EEA il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMUR) nel 2021 era dell’11,7% nell’UE-27 (dei 7,2 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati nell’economia dell’UE, l’11,7% è costituito da rifiuti riciclati), aumentando di 3,4 punti percentuali tra il 2004 e il 2021, ma, a questo ritmo, l’UE non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di raddoppiarlo al 2030 come previsto dal Piano d’azione europeo per l’economia circolare. Per raggiungere l’obiettivo, sottolinea l’EEA, non sarà sufficiente aumentare le quote di riciclaggio dei rifiuti, ma dovranno essere messe in atto altre strategie, come, ad esempio, la riduzione dell’uso di metalli, minerali non metallici e combustibili fossili e l’aumento della sostenibilità della produzione di biomasse.

Inoltre, la EEA ha prodotto un altro briefing, pubblicato l’8 giugno, che valuta i progressi compiuti dai paesi membri rispetto al tasso di riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti da imballaggio, i cui obiettivi al 2025 corrispondo rispettivamente al 55% e al 65%.

Secondo le valutazioni dell’EEA solo nove dei ventisette Stati membri dell’Unione europea hanno un’alta probabilità di raggiungere gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio fissati per il 2025: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Slovenia. Degli altri diciotto, dieci rischiano seriamente di mancare entrambi gli obiettivi, mentre otto solo quello relativo ai rifiuti urbani.

Il briefing analizza poi gli obiettivi di riciclo specifici per le diverse tipologie di imballaggio: 75% per carta e cartone, 70% per il vetro e per i metalli ferrosi, 50% per l’alluminio e per la plastica e 25% per il legno. Gli imballaggi in plastica risultano il flusso di rifiuti più difficile da riciclare: per diciannove Stati membri questo potrebbe condurre al non raggiungimento del target al 2025. Anche l’Italia, che è sulla buona strada per tutto il resto, potrebbe mancare questo obiettivo, mentre sono a buon punto il Belgio, l’Estonia, la Germania, la Lituania, i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca, la Slovenia e la Svezia.

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