Sicurezza sul lavoro e Ramadan
Inail-Direzione territoriale Perugia-Terni, dal Cesf di Perugia, dal Servizio Prevenzione e Protezione dell'Asl Umbria 1 – in collaborazione con il Gised (promotore del Progetto Nazionale Diabete Ramadan) ed il Conup
presentano :
Sicurezza sul lavoro e Ramadan
Il lavoratore di altra religione, assunto per breve o lungo periodo, è prima di tutto un individuo che vanta, come ogni altro, dei diritti garantiti sia dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo” che dalla “Costituzione della Repubblica Italiana” Ciò significa che a tali principi deve corrispondere una doverosa riflessione di come, evidentemente, è possibile far convivere il diritto di tutela della salute (nel caso in esame dei lavoratori) e quello di libertà di culto.
La responsabilità del datore di lavoro è già sancita dall'articolo 2087 del Codice civile: “«L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”».
Inoltre: “«L'obbligo di prevenzione ex art. 2087 impone al datore di lavoro non solo di adottare le misure tassativamente previste dalla legge, ma anche tutte le altre misure richieste in concreto per salvaguardare la salute del lavoratore”» (cfr. Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 17314/2004).
E' stata illustrata ieri in occasione di una conferenza stampa l'iniziativa promossa dall'Inail-Direzione territoriale Perugia-Terni, dal Cesf di Perugia, dal Servizio Prevenzione e Protezione dell'Asl Umbria 1 – in collaborazione con il Gised (promotore del Progetto Nazionale Diabete Ramadan) ed il Conup – mirata a sensibilizzare i datori di lavoro, in particolare del settore edile ed agricolo, sul rapporto tra l'osservanza dei precetti del “Mese del Ramadan” ed il possibile incremento dei rischi di infortunio sul lavoro durante tale periodo per i fedeli musulmani.
Questàanno il Ramadan va dal 28 giugno al 27 luglio: in tale periodo per i fedeli musulmani – dalle prime luci dell'alba fino al tramonto – vige l'obbligo del digiuno, il cui rispetto può esporre i lavoratori musulmani ad una serie di rischi (quali la disidratazione, l'ipoglicemia, la perdita di coscienza) che determinano un ampliamento rispetto a quelli già esistenti e dovuti alla natura tipica delle attività svolte.
“Tale aspetto, unito all'obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute del lavoratore, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” impone in questo periodo una particolare attenzione nei confronti di questi lavoratori” ha tenuto a rimarcare nell'occasione Alessandra Ligi, direttore territoriale Inail di Perugia-Terni.