L’attività di disinfezione negli ambienti sanitari e in quelli ad essi assimilabili, che viene attuata impiegando dispositivi, impianti, apparecchiature o manualmente, viene ritenuta da alcuni anni di notevole rilevanza per arginare l’incremento di patologie infettive che nel territorio nazionale ha elevato considerevolmente il numero di decessi in sanità sino al numero di 10.000 l’anno come riportato da un signifi cativo studio dell’ECDC. Il termine “ambienti sanitari” è generalmente riferibile agli ambienti nei quali si eseguono attività in grado di ripristinare, mantenere e migliorare la salute di qualsiasi soggetto umano. Per quanto concerne le patologie infettive che si manifestano nelle strutture sanitarie si è constatato un aumento esponenziale negli anni delle cosiddette ICA (Infezioni correlate all’assistenza) per una reale diffi coltà a debellare gli agenti infettivi responsabili, che si dimostrano da tempo resistenti anche ai farmaci più innovativi. Quanto delineato desta, chiaramente, maggiore preoccupazione nei casi di pandemia come quella causata dal Sars CoV-2. Con l’acronimo ICA si comprendono sia le infezioni contratte dagli utenti che quelle contratte dagli stessi operatori. L’indirizzo tecnico evidenziato nel documento, per tutelare la salute dei soggetti presenti ed assolvere gli adempimenti della legislazione di igiene e sicurezza in ambiente di lavoro, è attuabile anche nell’esercizio di altre attività ove si individuano similari condizioni di rischio di esposizione ad agenti infettivi.

SICUREZZA AMBIENTI SANITARI

LA DISINFEZIONE DI DISPOSITIVI ED IMPIANTI COME MISURA DI SICUREZZA NEGLI AMBIENTI SANITARI ED IN QUELLI AD ESSI ASSIMILABILI

Documento INAIL 2022


disinfezione negli ambienti sanitari

L’attività di disinfezione negli ambienti sanitari e in quelli ad essi assimilabili, che viene attuata impiegando dispositivi, impianti, apparecchiature o manualmente, viene ritenuta da alcuni anni di notevole rilevanza per arginare l’incremento di patologie infettive che nel territorio nazionale ha elevato considerevolmente il numero di decessi in sanità sino al numero di 10.000 l’anno come riportato da un signifi cativo studio dell’ECDC.

Il termine “ambienti sanitari” è generalmente riferibile agli ambienti nei quali si eseguono attività in grado di ripristinare, mantenere e migliorare la salute di qualsiasi soggetto umano. Per quanto concerne le patologie infettive che si manifestano nelle strutture sanitarie si è constatato un aumento esponenziale negli anni delle cosiddette ICA (Infezioni correlate all’assistenza) per una reale diffi coltà a debellare gli agenti infettivi responsabili, che si dimostrano da tempo resistenti anche ai farmaci più innovativi.

Sars CoV-2

Quanto delineato desta, chiaramente, maggiore preoccupazione nei casi di pandemia come quella causata dal Sars CoV-2. Con l’acronimo ICA si comprendono sia le infezioni contratte dagli utenti che quelle contratte dagli stessi operatori. L’indirizzo tecnico evidenziato nel documento, per tutelare la salute dei soggetti presenti ed assolvere gli adempimenti della legislazione di igiene e sicurezza in ambiente di lavoro, è attuabile anche nell’esercizio di altre attività ove si individuano similari condizioni di rischio di esposizione ad agenti infettivi.

Ultimamente il “Global report on infection prevention and control-Executive Summary”, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), riporta una signifi cativa descrizione delle ICA e della estrema rilevanza delle stesse sullo scenario globale. Per quanto descritto, la disinfezione costituisce, in eff etti, una misura di sicurezza per l’attuale legislazione di igiene e sicurezza, i.e. d.lgs 81/2008 e s.m.i., ne consegue che si esercita osservando meticolosamente gli aspetti di riferimento del menzionato atto normativo.

d.lgs 9 Aprile 2008 n. 81

Il d.lgs 9 Aprile 2008 n. 81 e s.m.i. costituisce il recepimento nell’ordinamento nazionale delle Direttive della UE in ambito di igiene e sicurezza in ambiente di lavoro ed in particolare della Direttiva 54/2000 CE, recepita al Titolo X del suddetto atto normativo (protezione contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti biologici).

agenti biologici

La suddetta Direttiva indica una classificazione di agenti biologici che possono arrecare un danno alla salute, sono quelli denominati patogeni e sono inseriti in gruppi da 2 a 4. Tra questi patogeni quelli che in ambito nazionale e nei Paesi della UE sono ritenuti di attenzione, in quanto frequentemente sono responsabili di patologie piuttosto diff usive nella popolazione, sono classifi cati al gruppo di rischio 2, 3 e 3** (il doppio asterisco viene inserito in quanto essi possono comportare un rischio di infezione limitato perché normalmente non sono veicolati dall’aria, per lo più la trasmissibilità potrebbe essere per via ematica o/e muco-cutanea).

Se ne elencano alcuni a titolo di esempio: Clostridium spp, Clostridium diffi cile, Klebsiella spp, Klebsiella pneumoniae, Legionella spp, Legionella pneumoniae, classificati al gruppo 2, nonché Mycobacterium tuberculosis, Rickettsia typhi, Yersinia pestis, Virus del vaiolo della scimmia, appartenenti al gruppo 3 e veicolabili in aria.

gruppo 3

Si noti che al gruppo 3** troviamo agenti responsabili di patologie conosciute da anni, ma ancora non debellate e che costituiscono tuttora una preoccupazione per la comunità, quali i virus dell’epatite B e C e l’HIV. L’allegato XLVI del d.lgs. 81/2008 è stato modifi cato dal Decreto Interministeriale del 2 maggio 2020, recepimento della Direttiva UE 2020/739 e dal Decreto Interministeriale del 27 dicembre 2021 di Recepimento della direttiva n.2019/1833/UE, recante modifi ca degli allegati I, III, V e VI della direttiva 2000/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio ed è stato inserito il virus della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars Cov-2) al gruppo 3 ed altri patogeni trasmissibili per via aerea tra i quali il virus dell’influenza H1N1, il virus della Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus (virus SARS), il virus della Sindrome respiratoria medio-orientale da coronavirus (virus MERS) il virus dell’infl uenza H1N1.

Solo un’attenta valutazione del rischio, a cui devono seguire ed essere rigorosamente attuate tutte le possibili misure di sicurezza considerando attentamente modalità e tipologia di tutte le procedure operative, è di fatto in grado di contrastare effi cacemente gli agenti infettivi. L’attività di disinfezione, attraverso impiego manuale di prodotti chimici e/o formulazioni, mediante uso di apparecchiature, dispositivi, impianti, si qualifi ca nella sopra citata valutazione del rischio quale misura di sicurezza di tipo collettivo da attuarsi in via prioritaria.

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