Con il D.P.R. 11 gennaio 2024 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024 è adottato il Piano nazionale radon 2023-2032

Piano nazionale radon 2023-2032

Con il D.P.R. 11 gennaio 2024 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024) è stato adottato il «Piano nazionale radon 2023-2032», che dovrà essere aggiornato con cadenza almeno decennale.

Il Piano, adottato con DPCM 11 gennaio 2024, contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni, descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon.

Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, è invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione.

Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente.

Becquerel

La concentrazione di attività del radon nell’aria è misurata in Becquerel per metro cubo (Bq/m3), che corrisponde a un decadimento radioattivo al secondo in un metro cubo d’aria. Studi scientifici hanno dimostrato che esiste una correlazione statistica tra la concentrazione di radon in aria e il rischio di tumore ai polmoni e che questo rischio aumenta di circa il 16% per ogni 100 Bq/m3 di incremento di concentrazione media di radon, rispetto al rischio medio statistico di tumore al polmone.

Se poi si è sottoposti ad altri fattori cancerogeni, quali ad esempio il fumo di sigaretta, il rischio aggiuntivo aumenta ulteriormente. In Italia la concentrazione media di radon negli edifici è tra i 70 e i 75 Bq/m3 (Indagine nazionale del 1989-1994).

In recepimento della direttiva 2013/59/Euratom è stato emanato il decreto legislativo 31 luglio 2020, n.101, successivamente modificato, da ultimo con il decreto legislativo correttivo e integrativo 25 novembre 2022 n. 203. Oltre a una revisione ed estensione delle disposizioni sulla protezione dal radon nei luoghi di lavoro il decreto contiene, per la prima volta, indicazioni sulla protezione dal radon nelle abitazioni.

Ingresso del radon negli edifici

Poiché il suolo costituisce la principale sorgente di radon indoor, la maggior parte degli interventi di risanamento è indirizzata a limitare il suo ingresso dal suolo. L’interno degli edifici è generalmente in depressione rispetto all’esterno, a causa della differenza di temperatura tra interno ed esterno, ciò fa sì che il radon diffonda verso l’interno degli edifici stessi.

Tale fenomeno è detto effetto camino. Le principali vie di ingresso del radon negli edifici sono:

fessure nei pavimenti;
giunzioni del pavimento e della parete;
passaggi degli impianti termici idraulici, delle utenze elettriche, del gas.

Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024


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