Lavoro in sicurezza

Lavoro in sicurezza

Periodico multimediale a cura dell'Ufficio Stampa Inail – Numero 253 – 16 gennaio 2015

L'impegno di Giorgio Napolitano per la difesa della salute e della sicurezza dei lavoratori
Il Capo dello Stato ha contraddistinto il proprio mandato per uno sforzo rigoroso di sensibilizzazione sul fenomeno degli infortuni, “un dramma di fronte al quale non si deve mai abbassare la guardia”. Una sensibilità  tradotta in attenzione e sollecitazioni costanti a istituzioni e società  civile a fare sempre di più

ROMA – Un contrasto fermo e rigoroso al fenomeno degli infortuni sul lavoro, ritenuto una “piaga sociale” di fronte alla quale “non si deve mai abbassare la guardia”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – che mercoledì ha rassegnato le proprie dimissioni – ha fatto della difesa della salute e della sicurezza dei lavoratori un tratto distintivo del proprio mandato. Una sensibilità  fortissima, quella del Capo dello Stato, tradotta in un'attenzione costante, in moniti puntuali, in una vicinanza autentica ai familiari delle vittime e in sollecitazioni continue – in primis alle istituzioni – a fare sempre di più.

Particolarmente intenso il suo “legame” con l'Inail. Fu proprio Napolitano nel 2007 – a pochi mesi dopo il suo insediamento – a volere la realizzazione, a Roma, di un monumento che ricordasse le vittime degli infortuni sul lavoro da porre all'entrata della direzione generale dell'Istituto. La richiesta di un simbolo così fortemente evocativo diede il segnale immediato di quanto il tema delle vittime delle lavoro gli fosse caro.

Tessile e abbigliamento, nel quinquennio 2009-2013 incidenti in calo di oltre un terzo
L'andamento infortunistico di questo settore, che in Italia dà  lavoro a circa 272mila addetti (più del 60% donne), al centro dell'ultimo numero del periodico statistico Dati Inail, che ha dedicato un approfondimento anche ai rischi tipici delle lavanderie industriali, tra cui spiccano i disturbi muscoloscheletrici

Per i sette morti del rogo nella ditta cinese di Prato condanne fino a otto anni e otto mesi
La proprietaria e i due gestori dell'azienda erano accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo aggravato, omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, favoreggiamento della permanenza a fine di profitto di stranieri e incendio colposo aggravato. Il capannone era adibito anche a dormitorio abusivo per gli operai

Conclusa la mappatura in Piemonte. I siti da bonificare sono 13mila

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Data: 16/01/2015
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