L'operazione di valutazione di un rischio e delle conseguenti misure di prevenzione e di protezione è un'operazione complessa che va da generale al particolare e per questo può richiedere più livelli di approfondimento. A questa logica non sfugge la valutazione del rischio stress correlato al lavoro.
Anzi, proprio per la particolarità di questo tipo di rischio per il quale i segnali “oggettivi” non sono così evidenti e certi, come invece avviene, in genere, nel caso dei rischi fisici, il percorso di valutazione può richiedere passaggi successivi che, una volta evidenziata la presenza di potenziali fonti di rischio, permettano di identificarne con precisione la genesi e, quindi, anche i possibili effetti dannosi sui soggetti esposti.
Non si deve infatti trascurare il fatto che, a differenza di quanto accade per i rischi fisici per i quali gli effetti sono simili per tutti i soggetti esposti, nel caso dei rischi da stress lavoro-correlati sia la percezione del rischio, sia, a maggiore ragione, l'esperienza di stress possono essere assai diverse da persona a persona anche se le stesse operano nella medesima condizione e, dunque, sono esposte al medesimo stressor.
Di qui la necessità di procedere ad identificare la presenza di potenziali rischi da stress a livello collettivo, per arrivare poi a identificarne gli effetti a livello di singoli soggetti. Questo percorso richiede l'utilizzo di strumenti e metodi di indagine differenziati, mano a mano che ci si sposta dal rischio stress allo stress come effetto e alle conseguenze dello stress sulla salute del singolo soggetto esposto. Altrettanto complessa e articolata può essere anche l'attività da sviluppare per correggere i malfunzionamenti che generano il rischio di stress e per evitarne l'insorgenza in futuro. In proposito è bene ricordare che lo stress correlato al lavoro è la conseguenza di un problema esistente nell'organizzazione e non l'effetto di una debolezza dell'individuo. In base alle indicazioni contenute nell'Accordo europeo, una volta accertata l'esistenza di un rischio di stress correlato al lavoro, occorre intervenire per eliminarlo o, nel caso ciò non fosse possibile, per ridurlo e tenerlo sotto controllo in modo che non possa produrre conseguenze negative sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. In proposito l'Accordo europeo del 2004 indica la necessità per le aziende di dotarsi di una politica antistress. In entrambi i casi il punto di partenza è una valutazione del rischio che permetta di identificare le fonti generatrici di rischio e di valutarne gli effetti dannosi sui lavoratori esposti. Dalla valutazione devono anche scaturire le misure di prevenzione e di protezione da adottare. Sotto questo aspetto il rischio stress non presenta differenze rispetto ai rischi fisici.
La valutazione del rischio stress mediante il software Rischio Stress l.c.
La valutazione del rischio effettuata con l'ausilio del software Rischio Stress l.c., consente di realizzare il primo fondamentale passo del percorso di indagine, ossia quello che permette di individuare se esistono fattori generatori di un potenziale rischio di stress lavoro correlato e l'intensità con cui lo stesso è avvertito dai lavoratori esposti. Il prodotto è costruito in modo da consentire immediatamente di accertare, attraverso l'esame di dettaglio condotto su quattro aree di rischio potenziale, indicate dall'Accordo europeo del 2004, quali fattori possono essere all'origine delle criticità riscontrate e di fornirne una valutazione del rischio potenziale associato. Da questa valutazione scaturiscono le indicazioni circa le criticità da controllare e correggere e le misure di prevenzione da adottare. Rischio Stress l.c. effettua la valutazione attraverso l'esame di tre parametri tra loro correlati: livello soggettivo di rischio percepito, condizioni di rischio oggettive, livello dei parametri occupazionali critici. La ricerca viene infatti effettuata esaminando sia le caratteristiche oggettive delle condizioni dei luoghi di lavoro interessati, sia la valutazione fatta dai soggetti delle condizioni di lavoro su una scala di rischio di tipo qualitativo, desunta dai documenti Ue sulla valutazione del rischio, composta di 6 valori, ciascuno dei quali esprime un dato di sintesi contenente contestualmente il riferimento alla frequenza di esposizione e alla possibile entità del danno. A completamento vengono anche presi in considerazione quei parametri occupazionali che possono avere correlazioni con la presenza di condizioni di stress lavoro correlato. Pertanto il software Rischio Stress l.c. presenta tutti i requisiti per effettuare un percorso di valutazione del rischio che consente di ottenere tutti i parametri richiesti per il documento di valutazione del rischio di cui all'art. 28. La scelta di utilizzare una scala qualitativa di valutazione del rischio e non la matrice di rischio espressa dalla formula R=FxM (o PxD) comunemente utilizzata per i rischi fisici, deriva dal fatto che per il rischio stress è alquanto problematico stabilire un nesso di causalità certo tra esposizione al rischio, tipo di danno e gravità del danno. In particolare risulta difficile stabilire con la necessaria obiettività il valore di M, ossia la gravità delle conseguenze del rischio stress sulla salute dei soggetti esposti. Per ovviare a questo inconveniente si è dunque preferito adottare per il software Rischio stress l.c., una valutazione del rischio basata su una scala di valutazione qualitativa, desunta dalle linee guida europee sulla valutazione del rischio, che offre un dato di sintesi del prodotto dei due valori (PxD) associato agli effetti del livello di rischio trovato, cui si accompagna una sintetica indicazione degli effetti e delle misure da adottare.
Azioni conseguenti alla valutazione preliminare del rischio stress
L'indicazione di “valutazione preliminare” utilizzato per il Prodotto Rischio Stress ha il significato di qualificare il primo livello di intervento da effettuare, quello svolto per individuare e valutare la presenza di fattori o aree di rischio stress a livello del funzionamento del sistema organizzativo, a valle della quale potrebbero essere necessari ulteriori tipi di intervento, nel caso fosse individuata la presenza di livelli di rischio significativi. Al termine di questa prima fase di valutazione si possono verificare due possibilità: a) non vi sono rischi apprezzabili (valori di rischio fino a 2 e, in relazione alle criticità anche con il livello 3); b) vengono rilevati dei rischi con valori significativi, da 4 a 6 e, in relazione alla criticità anche con livello3.
Nel caso a) non sono necessari ulteriori approfondimenti ma si dovrà tenere monitorato il sistema con una periodicità definita (diciamo almeno una o due volte all'anno).
Nel caso b), invece, occorre avviare un approfondimento della ricerca che richiederà un'indagine sviluppata su vari piani. Il primo passo che viene suggerito di fare a valle della valutazione preliminare è di avviare una nuova indagine utilizzando il metodo Querti-SLC, messo a punto da Studio Frasca e basato su un questionario più complesso, che consente di valutare i 12 fattori di rischio individuati dai documenti Ue, tra cui la recente guida PRIMA-EF, mediante il quale è possibile ottenere una più precisa indicazione dei fattori potenziali di rischio e soprattutto delle criticità che generano il rischio stesso. Questo Servizio è disponibile anche in modalità on-line e può essere richiesto tramite il sito di Consorzio Infotel sul quale è presente un link che permette di accedere alla pagina con le indicazioni per ottenere il servizio, le sue modalità di esecuzione ed i relativi costi. Proseguendo nella valutazione del rischio, il successivo passaggio consiste nell'agire sui fattori individuati come potenziali generatori di rischio stress e per questo è richiesto un intervento da effettuare nell'ambito aziendale avente un obiettivo più mirato. Questo intervento successivo è effettuato da psicologi e prevede l'utilizzo di metodi qualitativi come colloqui individuali e di gruppo e, eventualmente il ricorso a sistemi di misurazione che consentano di valutare il potenziale di stress sperimentato dai singoli soggetti esposti al rischio.