Le vibrazioni trasmesse al corpo intero possono costituire un rischio per la salute
I carrelli elevatori sono ampiamente impiegati negli stabilimenti industriali e nei magazzini per la movimentazione dei materiali e delle merci. In genere i conducenti svolgono esclusivamente la mansione di carrellista, risultando così esposti a vibrazioni spesso in misura quasi continua per l'intero turno di lavoro.
È noto che ad una esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero prolungata nel tempo è associato un maggiore rischio di insorgenza di disturbi e lesioni a carico del rachide, in particolare del tratto lombosacrale. Infatti i datiepidemiologici attualmente disponibili depongono per una maggiore occorrenza di lombalgie, alterazioni degenerative precoci della colonna vertebrale, discopatie o ernie discali lombari e/o lombosacrali nei soggetti professionalmente esposti a vibrazioni rispetto ai controlli.
Anche per i carrellisti la maggior parte degli studi riportano come predominanti i sintomi riferiti al rachide lombare, mentre pochi evidenziano effetti su altri tratti della colonna vertebrale, come quello attinente le articolazioni cervicali (1). Nei carrellisti le prevalenze di disturbi o patologie a carico del rachide lombare risultano statisticamente significative rispetto ai gruppi di controllo (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) e crescono all'aumentare degli anni di esposizione alle vibrazioni (2, 4, 6).
Tuttavia il ruolo delle vibrazioni nell'eziopatogenesi delle alterazioni del rachide nei conducenti dei mezzi di trasporto e delle macchine semoventi non è ancora completamente chiarito; infatti solo pochi studi riportano i valori delle accelerazioni con la conseguenza che le relazioni dose-risposta si basano su dati insufficienti (9).
Inoltre la guida dei carrelli elevatori comporta non solo l'esposizione a vibrazioni, ma anche a fattori di stress ergonomico, quali ad esempio la postura assisa prolungata con mani e piedi impegnati sui dispositivi di guida, l'assenza di pause, nonché i movimenti incongrui e ripetuti del tronco e del collo (rotazione e flessione) in particolare durante la retromarcia (2, 6, 7) Da uno studio recente emerge che le posture inadeguate si riferiscono più frequentemente al mantenimento del tronco in flessione laterale e per tempi minori del collo in flessione sagittale o laterale (10).