Le organizzazioni europee segnalano la presenza di almeno un rischio psicosociale al loro interno

L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha pubblicato la relazione riguardante la seconda indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2), realizzata nel 2014 intervistando quasi 50″ 000 organizzazioni di 36 paesi europei. I temi principali affrontati sono la gestione della sicurezza e salute sul lavoro (SSL) in generale, la gestione dei rischi psicosociali in particolare e la partecipazione dei lavoratori alla SSL.

le organizzazioni europee segnalano la presenza di almeno un rischio psicosociale al loro interno.Questa relazione, che fa seguito alla relazione sui primi risultati e alla sintesi, presenta una panoramica dei risultati principali per ognuno di questi temi e mostra differenze significative tra paese e paese, evidenziando come tali differenze siano una caratteristica ricorrente dei risultati. Il livello dei rischi psicosociali nei luoghi di lavoro europei è elevato e il 77 % delle organizzazioni segnala la presenza di almeno un fattore di rischio psicosociale nel luogo di lavoro. Il rischio più diffuso è legato al dover gestire clienti, pazienti, allievi ecc. difficili (58 % delle organizzazioni), seguito dai tempi pressanti (43 %). Dall'indagine ESENER-2 emerge inoltre che il 41 % delle organizzazioni dell'UE-28 riferisce di non disporre di sufficienti informazioni sul modo in cui valutare i rischi psicosociali. Tra le organizzazioni dell'UE-28 con 20 o più lavoratori, il 33 % segnala di essersi dotato di un piano d'azione per la prevenzione dello stress lavoro-correlato. La prevalenza più alta si registra nel Regno Unito (57 %), in Romania, Danimarca, Svezia e Italia (circa 50 %). Viceversa, meno del 10 % delle organizzazioni nella Repubblica ceca e in Estonia ha reso operativo un piano d'azione. Per quanto concerne le ragioni che inducono le organizzazioni ad agire nel campo della SSL in generale, l'adempimento degli obblighi normativi è il motivo più segnalato (dall'85 % delle organizzazioni nell'UE-28). La normativa è uno dei fattori più importanti che inducono ad affrontare gli aspetti legati alla SSL nei luoghi di lavoro, anche se per alcune imprese (circa il 40 % nell'UE) gli obblighi normativi sono considerati fonte di grande difficoltà  nel lavoro svolto per affrontare le questioni legate alla SSL. Tuttavia, vale la pena di notare che esistono notevoli differenze tra i vari paesi, il che suggerisce una percezione molto diversa della complessità  degli obblighi normativi a seconda del contesto nazionale.

La seconda edizione dell'indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2) dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha raccolto le risposte di quasi 50 000 imprese sulla gestione della sicurezza e salute sul lavoro (SSL) e sui rischi sul lavoro, analizzando in particolare la partecipazione dei lavoratori e i rischi psicosociali. Sebbene le indagini sui lavoratori e i sistemi di segnalazione rendano disponibili dati sulle malattie professionali e sugli infortuni sul lavoro, le informazioni sul modo in cui vengono gestiti, nella pratica, i rischi per la salute e la sicurezza, soprattutto i rischi nuovi ed emergenti, sono lacunose. Presentando informazioni sulle forme di supporto e sulle competenze di cui necessitano i datori di lavoro e individuando i fattori che possono promuovere od ostacolare la prevenzione dei rischi, l'indagine ESENER contribuisce a colmare le lacune. La prima edizione dell'indagine è stata realizzata nel 2009. I dati per la nuova edizione dell'indagine sono stati raccolti nel 2014 presso organizzazioni pubbliche e private di diversi settori in 36 paesi (i 28 Stati membri dell'UE nonché Albania, Islanda, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia). Per la prima volta sono state incluse l'agricoltura e la pesca e le microimprese con 5-10 dipendenti. Le domande sono state rivolte ai dipendenti meglio informati sulla gestione della SSL all'interno dell'organizzazione in questione. Gli intervistati hanno risposto a domande sui principali fattori di rischio nella loro impresa e hanno spiegato come vengono gestiti e perché, indicando altresì eventuali ostacoli alla prevenzione.

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