Cos’è il radon
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'uomo è stato esposto da sempre a una radioattività di origine naturale, dovuta sia ai raggi cosmici sia alle emissioni radioattive dal suolo sia ad altre fontiNella nostra epoca, alla radioattività naturale cui la popolazione è esposta quotidianamente si somma l'esposizione a sorgenti artificiali di radiazioni, utilizzate in ambito medico, industriale, nella ricerca scientifica o legate all'impiego pacifico dell'energia nucleare o alla conduzione in passato di test nucleari in atmosfera
Si è anche assistito ad un aumento delle esposizioni a fonti naturali come conseguenza del progresso tecnologico: ad esempio una maggiore esposizione a radiazioni di origine cosmica si registra durante i voli in aereo alla quota di crociera.
Per quanto riguarda la radioattività naturale, la quota di gran lunga più rilevante è quella derivata dall'esposizione a radon presente nell'aria degli ambienti confinati (ambienti indoor).
Con il termine di radiazione si intendono tutti quei processi dove vi è trasporto di energia. È possibile suddividere le radiazioni in ionizzanti e non ionizzanti. Le prime, a differenza delle seconde, hanno sufficiente energia per produrre ioni quando attraversano la materia, compresa la materia vivente.
Per radioattività invece si intende la capacità che hanno alcuni elementi chimici di emettere radiazioni ionizzanti in seguito alla trasformazione strutturale dei loro nuclei atomici (nuclei radioattivi). La radioattività può essere distinta in naturale o indotta, a seconda se è una proprietà spontanea dei nuclei atomici o se è stata provocata per mezzo di reazioni nucleari.
Per isotopi si intendono forme diverse di uno stesso elemento chimico. Tra tutti gli isotopi (o nuclidi) alcuni sono stabili mentre altri sono instabili, tendono cioè a perdere uno o più costituenti del nucleo dell'atomo.
Durante il processo sono emesse radiazioni ionizzanti e per questo motivo sono definiti isotopi radioattivi. Un nucleo radioattivo nel momento stesso in cui manifesta la sua radioattività si trasforma in un diverso nucleo. Ciò comporta la trasformazione di un elemento chimico in un altro: il fenomeno è noto con il nome di decadimento.
Dato che i processi di trasformazione del nucleo comportano l'emissione di energia sotto forma di radiazioni ionizzanti, si parla più propriamente di decadimento radioattivo. Il tempo impiegato affinché il numero di isotopi inizialmente presente si riduca alla metà è detto tempo di decadimento o emivita.
Il numero di decadimenti radioattivi che si verificano nell'unità di tempo (un secondo) viene detto attività del nuclide e misurato in bequerel (Bq): 1 Bq = 1 decadimento radioattivo al secondo.
Se il radionuclide è allo stato gassoso, come ad esempio il radon, si indica l'attività per unità di volume, esprimendola in Bq per metro cubo (Bq/m3).
Nel caso il radionuclide sia incluso in una matrice liquida (es. radon disciolto in acqua) l'attività viene espressa in Bq per litro (Bq/l).
Il decadimento radioattivo comporta un'emissione: a seconda del tipo di isotopo interessato è possibile avere tre tipi di emissioni diverse: particella alfa (α), particella beta (β) e radiazione gamma (γ)
Prodotto utile per la Promozione della Cultura della Salute e Sicurezza nella Scuola
Il volume rappresenta il tentativo di informare in modo semplice, completo e obiettivo il grande pubblico sul problema rappresentato dal radon nelle abitazioni, fornendo al contempo indicazioni di intervento e riferimenti istituzionali.
Tale guida informativa contribuisce a stimolare il Legislatore ad adottare, anche in conformità a quanto previsto dal Piano Nazionale Radon, specifiche iniziative di regolamentazione inserendo la prevenzione di questo rischio tra i normali requisiti di abitabilità , sicurezza ed igiene degli edifici e aggiungendo così un importante tassello alla piena certificabilità delle strutture abitative
A chi rivolgersi per informazioni, consigli, misure
Presso ogni Agenzia Regionale o di Provincia Autonoma per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) esiste una struttura specializzata nelle tematiche e nelle misure del radon. Le ARPA fanno parte di un sistema nazionale a rete che include anche l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA): il sistema è delimitato RESORAD http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/radioattivita-e-radiazioni/controllo-della-radioattivita-ambientale/rete-resorad).