Marco Vieri e Fausta Fabbri, Accademia dei Georgofili
Il comparto agricolo e forestale è caratterizzato da un elevato rischio per gli operatori, a causa degli innumerevoli pericoli a cui sono sottoposti nello svolgimento delle attività lavorative. La maggior parte di questi pericoli derivano dall’uso delle macchine agricole, che rappresentano la principale causa di infortuni nel suddetto settore. In particolare, le statistiche degli infortuni evidenziano come l’uso non corretto delle macchine sia principalmente correlato al fenomeno infortunistico in agricoltura.
Le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro impongono la conformità delle attrezzature alle specifiche direttive di prodotto e che, le stesse, vengano utilizzate correttamente. Il primo è un aspetto tecnico che si riferisce ai requisiti di sicurezza che la macchina deve possedere per essere considerata conforme; il secondo, invece, rappresenta un fattore estremamente più complesso che necessita di una profonda riflessione.
L’uso corretto di una macchina presuppone una conoscenza approfondita della stessa,
in quanto per saperne gestire il rischio, nelle diverse realtà operative, occorre identificare i pericoli che presenta. Ignorare i pericoli o non considerarli in modo adeguato significa
sottovalutare il rischio, o meglio, non avere la corretta percezione del rischio.
Ci sono diversi fattori che nel comparto agricolo possono facilitare questo atteggiamento, da parte dell’operatore, innanzitutto la variabilità operativa che lo caratterizza, ovvero l’utilizzo di svariate tipologie di attrezzature che espongono a pericoli che necessitano di una specifica gestione. Inoltre, alcune di queste attrezzature, presentano una notevole complessità in quanto impiegabili in contesti estremamente diversificati e con ampie possibilità operative.
E’ questo il caso del trattore agricolo e forestale, l’attrezzatura da lavoro principalmente responsabile dell’elevato numero di infortuni mortali che ogni anno si registrano in questo settore.