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  • Data di creazione 24 Luglio 2015
  • Ultimo aggiornamento 24 Luglio 2015

Linee guida per la pianificazione delle campagne di misura della radioattività  nelle acque potabili

ISPRA e ARPA, APPA, l'ENEA-INMRI,CRI, ISS L'acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale la cui presenza è dovuta principalmente a fenomeni di erosione delle rocce con cui questa viene a contatto. L'acqua, soprattutto quella di origine sotterranea, viene così arricchita degli elementi costitutivi delle rocce, compresi quelli radioattivi. Le acque di falda sono normalmente protette da immissioni di origine antropica di radionuclidi sia naturali che artificiali; viceversa questi contributi possono interessare le acque superficiali, spesso utilizzate a scopo potabile. I controlli sulle acque sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia artificiali che naturali.
La regolamentazione nazionale e internazionale attualmente in vigore (DLgs 2001, CE 1998) indica per quanto riguarda le acque ad uso potabile (con l'esclusione delle acque minerali naturali) un valore di parametro per la dose relativa all'ingestione (0,1 mSv/anno) al di sopra del quale prevedere valutazioni di approfondimento radioprotezionistiche, ed uno per la concentrazione di trizio (100 Bq/L). Tale normativa, che è in vigore ormai da più di 10 anni, non contiene tuttavia indicazioni sui criteri pratici da adottare da un punto di vista programmatico ed analitico per garantire l'obiettivo di dose.
Le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS 2011) contengono, al contrario, delle indicazioni utili per effettuare una stima della Dose Totale Indicativa (DTI) attraverso uno screening preliminare basato sulla misura dell'attività  alfa e beta totale; eventuali successivi approfondimenti sono richiesti solo qualora tali parametri risultassero superiori a dei valori prefissati che dovrebbero garantire, sotto ipotesi ragionevoli, il rispetto del limite di dose.
La mancanza di indicazioni sui criteri pratici di esecuzione dei controlli nella normativa nazionale ed europea vigenti è stata recentemente colmata dalla Direttiva 51/13 (CE 2013) che dovrà  essere recepita entro novembre 2015, sostituendo in toto sia la precedente Direttiva 98/01 (CE 1998) che il Decreto 31/01 (DLgs 2001). Tale Direttiva esplicita criteri pratici per l'esecuzione dei controlli necessari al soddisfacimento dell'obiettivo di dose di 0,1 mSv/anno e fornisce indicazioni utili anche rispetto ai metodi analitici: riporta infatti le concentrazioni derivate, relative all'obiettivo di dose stabilito, per i più comuni radionuclidi naturali e artificiali come pure le caratteristiche di prestazione, in termini di limite di rivelazione, dei metodi impiegati. Nella Direttiva 51/2013 sono state incluse anche indicazioni relative al Rn-222 ed ai suoi discendenti a vita lunga Pb-210 e Po-210, riprendendo in gran parte le considerazioni già  contenute nella Raccomandazione Euratom 928/01 (CE 2001).