Internet Explorer al capolinea. Ritiro nel 2022

Per milioni, se non miliardi di persone Internet Explorer ha rappresentato il proprio ingresso nel mondo di internet, in un’epoca storia che oggi sembra assai remota.
Era il 1995, e Microsoft dopo iniziali resistenze si convinse definitivamente dell’importanza strategica di internet per il proprio business.

Internet Explorer 11 è stato rilasciato inizialmente il 26 giugno 2013 con Windows 8.1 Preview, il 25 luglio dello stesso anno ne viene pubblicata la versione preview per Windows 7 e Windows Server 2008 R2.

Con Internet Explorer ci sono problemi di sicurezza e non supporta HTML5, che dopo la dismissione di adobe flash player diventa un serio problema di compatibilità, sia per le applicazioni che per la visualizzazione dei siti web.

Le cose più importanti da ricordare, oltre ai problemi di sicurezza informatica, è che:
non è in sviluppo attivo
si arresta, si blocca continuamente
le prestazioni sono pessime
ha problemi di visualizzazione
i video spesso non vengono riprodotti
addirittura non supporta più la web app di Microsoft Teams

Edge prende definitivamente il posto di Internet Explorer.

Edge, il nuovo browser di Microsoft, non ha finora ricalcato le fortunate orme del suo predecessore.
Tuttavia, sottolinea La società di Redmond, Edge non solo è un’esperienza di navigazione più veloce, sicura e moderna rispetto a Internet Explorer.

Per queste ragioni, Microsoft ha annunciato che l’applicazione desktop Internet Explorer 11 verrà ritirata.

Conformità norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Conformità con norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro: una revisione generale Osservatorio europeo dei rischi
Rapporto

L’ultimo decennio è stato caratterizzato da rapidi cambiamenti nella struttura, nell’organizzazione e nel controllo del lavoro nell’UE, non da ultimo quelli determinati dall’attuale pandemia.

La nuova ricerca dell’EU-OSHA esamina modi possibili per consentire il rispetto delle norme di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e promuovere migliori pratiche in questo contesto.

La rassegna esaustiva della letteratura attuale si incentra su diversi tipi di sostegno, tra cui approcci alla catena di approvvigionamento, bilancio sociale, incentivi alle imprese per la SSL e strategie e pratiche innovative adottate dalle autorità di regolamentazione in materia di SSL.
I principali risultati e le relative implicazioni per le politiche future e per le ulteriori ricerche sono presentati in una relazione finale e in una sintesi, accompagnate da una rassegna della letteratura contenente un’analisi dettagliata.

Lesioni, cattive condizioni di salute e morte non sono mai conseguenze intenzionali del lavoro, ma i dati disponibili che documentano la portata continua dei danni sul lavoro ci ricordano che prevenire queste conseguenze rimane una sfida.

Nonostante gli enormi progressi nella tecnologia e nelle scienze della salute, questa sfida è ancora molto evidente, anche nelle economie di mercato avanzate degli Stati membri dell’Unione europea (UE).

Come in tutti i paesi, i lavoratori continuano a subire lesioni, ammalarsi o morire a causa del proprio lavoro.

Allo stesso tempo, è ampiamente accettato che tale danno sia ampiamente prevenibile.

Le strategie efficaci per ottenere tale prevenzione rimangono elusive, facendo sforzi per sostenere la conformità e ottenere una migliore pratica un obiettivo costante delle politiche nazionali e dell’UE.

Un’ulteriore sfida per le strategie di prevenzione è che le circostanze in cui si verificano danni sul lavoro sono raramente statiche. In effetti, un leitmotiv delle economie avanzate oggigiorno è la velocità di cambiamento nella struttura e nell’organizzazione dell’attività economica e nelle tecnologie che la supportano.

Con ciò derivano continui cambiamenti nella natura e nella distribuzione dei rischi legati al lavoro per la sicurezza e la salute.

Pertanto, anche le politiche, le strategie e le misure effettive per ottenere una prevenzione efficace devono rispondere a queste sfide.

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Documento Sicurezza RPT

Rete Professioni Tecniche 2021

Protocollo Covid19

Circolare n. 10 – Prot. n. 181/2021 Roma, 19 aprile 2021

Oggetto: Informativa su documento Sicurezza RPT

come è stato congiuntamente concordato nell’ultima riunione dell’Assemblea RPT del 15 aprile 2021, si trasmette con circolare a tutti i Consigli/Federazioni nazionali, affinché venga diffuso presso i rispettivi Ordini/Collegi, il documento predisposto dal Gruppo di Lavoro Sicurezza ed igiene industriale e prassi di riferimento per i RSPP.

Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro

In accordo con il Governo, il 6 aprile 2021, è stato sottoscritto dalle Parti sociali il “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”, che aggiorna e rinnova i precedenti accordi, tenendo conto dei provvedimenti adottati. Parimenti è stato firmato anche il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, al fine di contribuire alla rapida realizzazione del Piano vaccinale anti SARS-CoV-2/Covid-19.

Con la presente circolare si ritiene utile fornire ai professionisti e loro studi professionali in modo sintetico le principali raccomandazioni contenute nei protocolli e fornire delle prime indicazioni per le loro applicazioni negli studi professionali e nelle attività presso cui operano i professionisti nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

Proprio sulla base degli aggiornamenti dei Protocolli di Aprile 2021, si ritiene utile che i professionisti valutino nei propri contesti lavorativi l’aggiornamento delle procedure e\o protocolli e\o valutazioni adottate.

Il Protocollo aggiorna le misure generali applicabili a tutte le realtà lavorative rimandando in dettaglio, al fine della prevenzione di ogni forma di affollamento e di situazioni a rischio di contagio, ai protocolli di settore per le attività di cui all’Allegato IX al DPCM 2 marzo 2021, che restano dunque sostanzialmente invariati.

Merita ricordare che le norme del protocollo si estendono alle aziende in appalto che possono organizzare sedi e cantieri permanenti e provvisori all’interno dei siti e delle aree produttive.

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A livello organizzativo il protocollo conferma la possibilità di utilizzare il lavoro agile e da remoto, ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali, la rimodulazione di orari, livelli produttivi e spazi di lavoro.

Proprio relativamente agli spazi di lavoro è fatta salva la possibilità di individuare soluzioni innovative come, ad esempio, il riposizionamento delle postazioni di lavoro adeguatamente distanziate tra loro, l’utilizzo per un periodo transitorio- anche di spazi generalmente non adibiti ad ufficio quali sali riunioni, etc.

In quest’ottica il ruolo del professionista quale consulente per la sicurezza o RSPP è sicuramente fondamentale in quanto in grado di dare un contributo fattivo nella rimodulazione e riorganizzazione di spazi ed operatività che tengano conto non solo del protocollo ma anche dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro.

CONSIGLI NAZIONALI: ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI – CHIMICI E FISICI – DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI – GEOLOGI – GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI – INGEGNERI – PERITI AGRARI E PERITI AGRARI LAUREATI – PERITI INDUSTRIALI E PERITI INDUSTRIALI LAUREATI – TECNOLOGI ALIMENTARI.

Rifiuti sicurezza e infortuni

Problematiche di sicurezza e dinamiche infortunistiche nel settore rifiuti

Nell’Unione europea ogni anno si usano quasi 16 tonnellate di materie pro capite, di cui 6 si trasformano in rifiuti, la metà dei quali finiscono in discarica, e una parte è destinata al recupero tramite il riutilizzo e il riciclo.

La scheda riporta l’analisi dei dati infortunistici registrati nel settore con lo scopo di fornire un quadro più ampio possibile per facilitare le azioni di riduzione e gestione del rischio.

Le informazioni ricavabili dai cosiddetti Flussi informativi Inail-Regioni consentono una disamina quantitativa del fenomeno e delle modalità di accadimento.

Nell’ultimo quinquennio disponibile i casi effettivamente riconosciuti dall’Inail come infortuni occorsi in occasione di lavoro (con l’esclusione di quelli in itinere) ammontano a più di 36 mila nel comparto dei rifiuti, inteso come somma dei settori Ateco ‘38’ (Raccolta, trattamento, smaltimento di rifi uti e recupero di materiali), ‘39’ (Rimozione di amianto ed altri risanamenti) e ‘46.77.101’ (Commercio all’ingrosso di rottami metallici).

Tale numero corrisponde a più del 2% di tutti gli infortuni riconosciuti, per un comparto con 151 mila addetti. La frequenza infortunistica media (2014 – 2017) registrata per mille addetti nelle attività economiche oggetto di analisi è pari a 51,0 per Raccolta, trattamento, smaltimento di rifiuti e recupero di materiali, 31,4 per Rimozione di amianto ed altri risanamenti, 25,9 per Commercio all’ingrosso di rottami metallici rispetto al dato per l’insieme Industria e servizi che risulta essere 17,2.

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La distribuzione dei fattori di rischio secondo la categoria di appartenenza evidenzia il maggior contributo nel comparto rifiuti delle procedure di terzi (15,0%) rispetto al complesso degli infortuni mortali in banca dati (9,7%).

Questo dato è riconducibile a scorrette modalità operative nella gestione del rischio di interferenza tra mezzi/attrezzature/uomo/lavorazioni nelle varie fasi del ciclo.

La distribuzione dei fattori di rischio secondo la categoria di appartenenza
 

PROBLEMATICHE DI SICUREZZA E DINAMICHE INFORTUNISTICHE
NEL SETTORE RIFIUTI.

La seconda indagine nazionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (Insula 2) si pone come obiettivo principale di monitorare la qualità delle condizioni di lavoro al fine di evidenziare gli aspetti chiave per una gestione efficace della salute e sicurezza nelle aziende italiane e promuovere il benessere dei lavoratori.