Indagine conoscitiva sulle misure di prevenzione della produzione dei rifiuti urbani adottate dai comuni. Edizione 2022. ISPRA
La prevenzione della produzione
Il Piano d’Azione per l’Economia Circolare affronta il tema dei rifiuti partendo dalla prevenzione e dalla messa in campo di tutte quelle azioni che evitano la produzione o ne comportano una riduzione, facendo diventare progressivamente residuale il tema della loro gestione e smaltimento.
La prevenzione rappresenta quindi il concetto cardine della pianificazione dei rifiuti e mira a limitare la loro produzione e ridurre il conseguente impatto ambientale dovuto alla loro gestione.
Tale approccio, deve essere basato sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti ed implica che si migliorino le conoscenze sull’impatto che l’utilizzo delle risorse provoca in termini di produzione e gestione dei rifiuti con l’obiettivo di dissociare la crescita economica e impatti ambientali connessi alla produzione di rifiuti stessi.
Piano d’Azione
In questa nuova impostazione, il Piano d’Azione si rivolge al sistema produttivo per promuovere, in modo multidisciplinare, strategie sullo sviluppo dell’eco design, del packaging dei prodotti, per incrementare il ciclo di vita, la durabilità, la riparabilità, la riciclabilità e sostenibilità dei beni, in contrasto con strategie industriali che si basano sull’obsolescenza programmata o pianificata dei prodotti. In tale contesto, rientrano nuovi modelli quali “Prodotto come servizio” (PaaS) che consentono di risparmiare risorse e ridurre l’impatto ambientale in quanto basati su noleggio, affitto o condivisione di prodotti che restano di proprietà dell’azienda fornitrice, che quindi ha interesse ad utilizzare materiali durevoli, riparabili, ricondizionabili, riprogrammabili, per ridurre i costi di manutenzione, funzionamento e gestione dei rifiuti a «fine vita».
Programma nazionale di prevenzione
Il decreto legislativo 116/2020, in linea con gli articoli 9 (sulle misure per la prevenzione dei rifiuti) e 29 (sui programmi di prevenzione dei rifiuti) della direttiva 98/2008/CE, come modificati della direttiva 851/2018/UE, ha introdotto l’obbligo di adozione di specifiche misure dirette ad evitare la produzione dei rifiuti e riscritto l’articolo 180 del d.lgs. 152/2006 prevedendo, l’adozione di un Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti da parte del Ministero della Transizione Ecologica, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Il Programma deve fissare idonei indicatori e obiettivi qualitativi e quantitativi per la valutazione dell’attuazione delle misure di prevenzione in esso stabilite.
News sicurezza, ambiente, qualità, E-learning, Formazione, Competenze. Newsletter 32 del 7 Settembre 2022, Rifiuti, Lavoro agile, Amianto, Radioprotezione.
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EOW (End of waste) inerti da costruzione, il nuovo decreto MITE
Gli scarti inerti dell’edilizia cessano di essere un rifiuto, ma solo a determinate condizioni.
A dettarle è un nuovo decreto, datato 15 luglio 2022, firmato dal ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani.
Il provvedimento (molto atteso dalla filiera), come detto, fissa i paletti affinché cessi di essere considerato rifiuto (End Of Waste) l’aggregato recuperato, derivante da costruzione e demolizione.
Va considerato che in Italia i rifiuti edili sono circa 70 milioni di tonnellate, secondo i dati contenuti nel Piano nazionale di gestione dei rifiuti.
Si tratta del regolamento che stabilisce i criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti dalle attività di costruzione e di demolizione e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, sottoposti ad operazioni di recupero, cessano di essere qualificati come rifiuti.
Il MiTE precisa che esiste un mercato per l’aggregato recuperato e che lo stesso risulta comunemente utilizzato per la realizzazione di opere di ingegneria civile, in sostituzione della materia prima naturale, e possiede un effettivo valore economico e che sussistono scopi specifici per i quali la sostanza è utilizzabile, nel rispetto dei criteri definiti nel regolamento di cui si parla.
Il provvedimento disciplina la produzione di aggregato recuperato da rifiuti inerti dalle attività di costruzione e di demolizione non pericolosi; quindi i codici CER 170101, 170102, 170103, 170107, 170302, 170504, 170904. E i rifiuti non pericolosi di originale minerale, quindi i codici CER 010408, 010409, 010410, 010413, 101201, 101206, 101208, 101311, 120117, 191209.
Schema di decreto Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale, ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Un rifiuto cessa di essere tale, quando e’ stato sottoposto a un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto e’ comunemente utilizzato per scopi specifici;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non portera’ a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
La Deliberazione n. 14 del 21 dicembre 2021, “Definizione del modello unico e dei contenuti del formulario di trasporto rifiuti ai sensi dell’articolo 230 comma 5 del Decreto Legislativo 152/2006”, ha disposto che per la raccolta e il trasporto di rifiuti provenienti dalle attività di pulizia manutentiva delle reti fognarie di qualsiasi tipologia, si utilizzi un unico documento di trasporto rifiuti per automezzo e percorso di raccolta.
La successiva Deliberazione n. 4 del 21 aprile 2022, “Modifiche ed integrazioni alla deliberazione n. 14 del 21 dicembre 2021”, ha definito che:
Il modello di formulario contenuto nell’allegato “A” alla deliberazione n. 14 del 21 dicembre 2021 sarà disponibile sul portale dell’Albo nazionale gestori ambientali già a partire dal 1° giugno 2022, in modo da consentire, fino al 30 giugno 2022, un periodo di sperimentazione finalizzato a testarne le funzionalità e la fruibilità per le imprese interessate.
La numerazione unica di identificazione e la vidimazione del modello di formulario contenuto nell’allegato “A” alla deliberazione n. 14 del 21 dicembre 2021, verranno apposte in modalità virtuale mediante l’interconnessione applicativa del portale dell’Albo nazionale gestori ambientali con il servizio esposto dal sistema Vi.Vi.FIR raggiungibile attraverso la rete delle Camere di commercio, al quale il Gestore dovrà preventivamente accreditarsi secondo le regole in uso nel sistema Vi.Vi.FIR, qualora intendesse anche attivare l’interoperabilità applicativa sul nuovo modello di formulario contenuto nell’allegato “A” alla deliberazione n. 14 del 21 dicembre 2021.
Pertanto, dal 1° giugno sarà vigente la piena operatività per l’emissione e vidimazione virtuale tramite il portale dell’Albo del nuovo documento unico (con compilazione manuale) nonché l’apertura dei servizi di interoperabilità applicativa che consentiranno ai gestori di collegare i propri software gestionali al sistema di emissione e vidimazione virtuale del nuovo documento unico.
News sicurezza ambiente qualità E-learning HSE, Banca dati Newsletter 21 del 31 Maggio 2022, Rifiuti, PNRR, Privacy, long COVID.
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Programma regionale di gestione dei rifiuti
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News sicurezza ambiente qualità E-learning HSE, Banca dati Newsletter 20 del 24 Maggio 2022, Equiparazione aula-videoconferenza, Credito imposta, Bandi, Near miss. In caso di difficoltà nel recupero credenziali, non esiti a …LEGGI TUTTO
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News sicurezza ambiente qualità E-learning HSE, Banca dati Newsletter 12 del 30 Marzo 2022, Contratti di sviluppo, Rifiuti, Stress lavoro, Misure per l’autoimprenditorialità.
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Rifiuti Codici HP
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News sicurezza ambiente qualità E-learning HSE, Banca dati Newsletter 8 del 1 Marzo 2022, Smart working, Formatori, Cantieri, Checklist. In caso di difficoltà nel recupero credenziali, non esiti a inviare una … LEGGI TUTTO
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Generalmente, indichiamo come rifiuto qualsiasi materiale di scarto o di avanzo di svariate attività umane. L’Unione Europea li definisce “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”, mentre per la legislazione italiana, secondo il decreto legislativo del 3 aprile 2006 n. 152, il cosiddetto Testo unico ambientale, si intendono “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”.
Non tutti i rifiuti sono però uguali: i privati cittadini e le aziende che si ritrovano a doverli smaltire, devono seguire precise direttive stabilite dalla normativa del nostro Paese.
I rifiuti vengono suddivisi in rifiuti urbani e rifiuti speciali.
L’importanza del codice CER per una corretta classificazione dei rifiuti
La corretta classificazione dei rifiuti è un passaggio fondamentale per le imprese. Come procedere all’identificazione dei rifiuti? Si tratta di attribuire al rifiuto in questione una sequenza di 6 cifre riunite in coppia. È il codice CER (Codice Europeo Rifiuti), rintracciabile all’interno dell’Elenco Europeo di Rifiuti (EER).
Ad esempio, 08 01 15* è il codice CER che indica fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose”. La finalità è quella di identificare un rifiuto in base al processo produttivo da cui è originato. Il codice CER può indicare rifiuti:
non pericolosi assoluti;
pericolosi assoluti.
non pericolosi con voce a specchio;
pericolosi con voce a specchio.
Le caratteristiche di pericolo vengono, invece, indicate con la dicitura “HP” più un numero. HP1 indica, per esempio, pericolo esplosivo, HP3 infiammabile, HP7 cancerogeno, HP8 corrosivo. Le informazioni circa la pericolosità delle sostanze che compongono il rifiuto e il processo che l’ha generato si ricavano dalle Schede di Sicurezza.
A decorrere dal 1° giugno 2015 si applica il regolamento N. 1357/2014 del 18/12/2014 che rinomina le caratteristiche di pericolo sostituendo la sigla H con la sigla HP. Ai rifiuti pericolosi va attribuita una classe di pericolosità indicata con la sigla HP, seguita da un numero. Le proprietà di pericolo, definite da HP1 ad HP15, possedute dal rifiuto, devono essere determinate al fine di procedere alla sua gestione.
L’Allegato I della parte IV riproduce l’Allegato III alla direttiva 2008/98/UE, così come sostituito dal regolamento (UE) n.1357/2014 del 18.12.2014; prevede le seguenti caratteristiche di pericolo per i rifiuti pericolosi:
HP 1 “Esplosivo”: rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti autoreattivi esplosivi.
HP 2 “Comburente”: rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie.
HP 3: “Infiammabile”:
– rifiuto liquido infiammabile: rifiuto liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 60 °C oppure rifiuto di gasolio, carburanti diesel e oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è superiore a 55 °C e inferiore o pari a 75 °C;
– rifiuto solido e liquido piroforico infiammabile: rifiuto solido o liquido che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria;
– rifiuto solido infiammabile: rifiuto solido facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento;
– rifiuto gassoso infiammabile: rifiuto gassoso che si infiamma a contatto con l’aria a 20 °C e a pressione normale di 101,3 kPa;
– rifiuto idroreattivo: rifiuto che, a contatto con l’acqua, sviluppa gas infiammabili in quantità pericolose;
– altri rifiuti infiammabili: aerosol infiammabili, rifiuti autoriscaldanti infiammabili, perossidi organici infiammabili e rifiuti autoreattivi infiammabili.
HP 4 “Irritante — Irritazione cutanea e lesioni oculari”: rifiuto la cui applicazione può provocare irritazione cutanea o lesioni oculari.
HP 5“Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di aspirazione”: rifiuto che può causare tossicità specifica per organi bersaglio con un’esposizione singola o ripetuta, oppure può provocare effetti tossici acuti in seguito all’aspirazione.
HP 6“Tossicità acuta”: rifiuto che può provocare effetti tossici acuti in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea, o in seguito all’esposizione per inalazione.
HP 7“Cancerogeno”: rifiuto che causa il cancro o ne aumenta l’incidenza.
HP 8“Corrosivo”: rifiuto la cui applicazione può provocare corrosione cutanea.
HP 9“Infettivo”: rifiuto contenente microrganismi vitali o loro tossine che sono cause note, o a ragion veduta ritenuti tali, di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi.
HP 10 “Tossico per la riproduzione”: rifiuto che ha effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie.
HP 11 “Mutageno”: rifiuto che può causare una mutazione, ossia una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula.
HP 12 “Liberazione di gas a tossicità acuta”: rifiuto che libera gas a tossicità acuta (Acute Tox. 1, 2 o 3) a contatto con l’acqua o con un acido.
HP 13 “Sensibilizzante”: rifiuto che contiene una o più sostanze note per essere all’origine di effetti di sensibilizzazione per la pelle o gli organi respiratori.
HP 14 “Ecotossico”: rifiuto che presenta o può presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali.
HP 15 “Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente”.
SCARICA Regolamento Ue n. 1357/2014
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