MALATTIE DELLA PELLE

MALATTIE DELLA PELLE: ANALISI PER COMPARTI ECONOMICIE PROFESSIONI DEI LAVORATORI

INAIL 2021 Sistema di sorveglianza delle malattie professionali

Le malattie della pelle in cui l’attività lavorativa svolge un ruolo causale risultano di particolare interesse a causa degli effetti sulla salute e del loro costo economico e sociale.

Il contatto con alcune sostanze chimiche può causare la dermatite da contatto, una reazione infiammatoria caratterizzata da arrossamento della pelle, piccole vescicole, prurito e desquamazione.

Le dermatiti da contatto possono essere di tipo irritativo (DIC) quando dovute all’effetto irritante sulla pelle delle sostanze oppure di tipo allergico (DAC) quando determinate dall’attivazione di un meccanismo immunitario.

Altre forme particolari sono la dermatite da contatto aerotrasmessa, indotta da sostanze presenti nell’ambiente e trasportate per via aerea, e la fotodermatite da contatto indotta dalla luce solare o artificiale con il concorso di sostanze chimiche.

L’orticaria da contatto è invece una reazione caratterizzata da arrossamento, prurito e pomfi a comparsa immediata.

Anche alcune forme di acne possono essere di origine professionale causate principalmente dall’esposizione a oli e grassi industriali, catrame e idrocarburi.

Inoltre, il contatto con alcune sostanze quali l’arsenico e suoi composti, l’arseniuro di gallio, il catrame di carbone e la pece, il benzo(a)pirene, la fuliggine e il catrame di carbon fossile, può causare tumori della pelle o condizioni che possono portare a questi tumori.

Tra i fattori di rischio fisici che possono provocare malattie della pelle troviamo le radiazioni ionizzanti, come i raggi X, la cui prolungata esposizione a piccole dosi può causare la radiodermite cronica caratterizzata da pelle secca, sottile, con aree di desquamazione, fissurazioni e caduta dei peli.

Successivamente, anche dopo 20 – 30 anni, possono insorgere tumori della pelle (epitelioma spinocellulare ed epitelioma basocellulare). L’esposizione lavorativa a radiazioni ultraviolette (UV) è tra i principali fattori di rischio fisico per la pelle.

Sono esposti alle UV naturali (luce solare) i lavoratori all’aria aperta e sono esposti alle UV artificiali i lavoratori addetti alla saldatura, uso di lampade UV in medicina e nell’industria, ecc. L’esposizione cronica a UV può causare invecchiamento precoce della pelle (fotoinvecchiamento), sviluppo di pelle ruvida e squamosa (cheratosi solare) e tumori della pelle (epitelioma spinocellulare e meno frequentemente epitelioma basocellulare), non è stato ancora ben stabilito, invece, se le esposizioni professionali a UV abbiano qualcosa a che fare con lo sviluppo del melanoma: i risultati degli studi sono discordanti.

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La resina epossidica

La resina epossidica danneggia la pelle

Documento SUVA

Al di là delle definizioni “tecniche”, la resina epossidica è un prodotto liquido che se esposto ad una temperatura minima di 10-15°C, inizia a catalizzare diventando quindi solida.

Durante l’applicazione della resina epossidica viscosa occorre evitare qualsiasi contatto con la pelle.

La resina viscosa può causare malattie cutanee.

Guanti, pantaloni e indumenti adatti a maniche lunghe garantiscono una buona protezione.

Per evitare malattie cutanee è indispensabile proteggersi.

Può avere un effetto dannoso ed è proprio per questo che occorre evitare che la pelle venga a contatto con questa sostanza viscosa.

Chi lavora con la resina epossidica può sviluppare gravi malattie cutanee e delle vie respiratorie.

Spesso la resina è utilizzata come rivestimento di pavimenti.

Quando la si manipola, è possibile che questa venga a contatto con la pelle.

Le persone che lavorano con questa sostanza viscosa possono ammalarsi; purtroppo il numero dei casi di malattia legati alla resina epossidica non accenna a diminuire.

Per i malati gravi la Suva emana una decisione di inidoneità, questo significa che queste persone non devono più lavorare nell’attuale ambiente o esercitare la loro professione.

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