ILLUSTRAZIONI DELLE DINAMICHE INFORTUNISTICHE IN CAVA DALL’ANALISI ALLA PREVENZIONE. INAIL 2023.
analisi alla prevenzione
Il progetto “Dall’analisi alla prevenzione” nasce nel 2016 per l’iniziativa di Asl Toscana nord ovest Dipartimento della prevenzione, Inail e Comitati paritetici per il marmo di Massa carrara e di Lucca. Dall’esame dei contenuti nell’osservatorio degli infortuni del Dipartimento prevenzione dell’Asl si è sviluppata l’idea di realizzare una pubblicazione che, partendo dall’analisi dell’accadimento infortunistico, proponga una riflessione in chiave prevenzionistica.
Il presente testo contiene, perciò, le illustrazioni di 30 infortuni gravi, gravissimi o mortali avvenuti nel comparto delle cave di Massa carrara tra gli anni 2006 e 2022, suddivisi in capitoli relativi alle diverse fasi lavorative della coltivazione di una cava.
Lo scopo è quello di sensibilizzare tutti gli addetti ai lavori, in particolar modo coloro che giornalmente sono maggiormente esposti al rischio di infortuni gravi, talvolta gravissimi o mortali, con la convinzione che la sicurezza in ambito lavorativo transiti anche attraverso una precisa e mirata informazione proprio verso coloro che ogni giorno sono in prima linea. Il contenuto del presente testo, oltre ad illustrare alcune dinamiche infortunistiche note, riporta le azioni che hanno determinato l’evento e le ipotesi di azioni che avrebbero potuto evitarlo.
Le principali norme di sicurezza sul lavoro per le cave sono rappresentate dal D.P.R. 128/59, dal d.lgs. 624/96 e dal più recente Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro (d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81) che si applica con esplicite esclusioni. Il dettato normativo prevede la valutazione dei rischi per salute e la sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ attività svolta e la conseguente individuazione delle misure e modalità operative al fine di eliminare il rischio o comunque ridurlo (rischio residuo) adottando misure preventive che fanno diminuire la probabilità che un determinato danno atteso si verifichi e misure
protettive che ne circoscrivano gli effetti.
D lgs 81
Inoltre, il Testo Unico (d.lgs. 81/08) prevede l’adozione di uno strumento fondamentale per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori oltre che per il sostegno, lo sviluppo e la diffusione di una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta delle “buone prassi” definite all’art. 2, comma 1, lettera v) del decreto citato come “soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro”.
Infortuni sul lavoro, nel nuovo numero di Dati Inail il bilancio provvisorio del 2022. Andamento infortuni
Il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dedica un approfondimento ai risultati delle rilevazioni mensili delle denunce presentate all’Istituto, da cui emerge un incremento del 25,7% rispetto al 2021 e dell’8,7% rispetto al 2019. In crescita anche le malattie professionali, tornate ai livelli pre-pandemia
INFORTUNI SUL LAVORO: I DATI PROVVISORI DEL 2022
INFORTUNI SUL LAVORO DA SARS-COV-2: BILANCIO DI UN TRIENNIO
ANALISI DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI DEGLI ANNI 2019 E 2022 AL 31 DICEMBRE DI CIASCUN ANNO
MALATTIE PROFESSIONALI: I PRIMI DATI DEL 2022
L’INFORMAZIONE AI TEMPI DELLA PANDEMIA
Gli aumenti più rilevanti nella Sanità e nei Trasporti.
Il numero delle denunce ha segnato un +24,5% nella gestione Industria e servizi (dai 464.401 casi del 2021 ai 578.340 del 2022), un -3,6% in Agricoltura (da 26.962 a 25.999) e un +46,3% nel Conto Stato (da 63.873 a 93.434). Gli infortuni in occasione di lavoro sono in aumento in quasi tutti i settori produttivi, a partire dalla Sanità e assistenza sociale (+113,1%), dal Trasporto e magazzinaggio (+79,3%), dalle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+55,2%) e dall’Amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (+54,8%). L’aumento rilevato nel 2022 rispetto al 2021 per gli infortuni in complesso è legato sia alla componente maschile, che presenta un +16,0%, sia soprattutto a quella femminile, che registra un +42,9%, in larga misura influenzato dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare quelli da Covid-19. L’emergenza sanitaria, infatti, ha fortemente condizionato l’andamento infortunistico, con un 2022 che nel solo primo trimestre ha superato il numero dei contagi dell’intero 2021.
I casi mortali sono 1.090, +21% per quelli avvenuti in itinere.
L’effetto Covid emerge anche dall’analisi dei casi mortali denunciati, che nel 2022 sono stati 1.090, 131 in meno rispetto ai 1.221 del 2021, 180 in meno rispetto ai 1.270 del 2020 e uno in più rispetto ai 1.089 del 2019 pre-pandemia. Il calo rispetto al 2021 riguarda solo i decessi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 (-18,8%) per il notevole minor peso delle morti da contagio, mentre quelli occorsi in itinere sono aumentati del 21,0%.
L’andamento dei contagi tra il 2020 e il 2022.
Le infezioni di origine professionale denunciate all’Inail, con data di rilevazione al 31 dicembre di ciascun anno, sono state 131.090 nel 2020, 42.561 nel 2021 e 117.154 nel 2022. A tre anni dalle prime infezioni da Sars-CoV-2, il confronto dei dati triennali permette alla Csa di rilevare caratteristiche e differenze riscontrabili in momenti distinti, dalla fase più acuta della pandemia (2020), con il succedersi delle due ondate più importanti, al periodo in cui il fenomeno si è fortemente attenuato (2021), per poi ripresentarsi con picchi di denunce di infortuni sul lavoro anche rilevanti (2022). Le professioni sanitarie, più esposte al contagio da Sars-CoV-2, sono in testa alla graduatoria in tutto il triennio. Al primo posto i tecnici della salute, con incidenze intorno al 40% che si abbassano nel 2021 per poi risalire l’anno successivo, al secondo gli operatori socio-sanitari, che registrano un calo, dal 19,2% del 2020 al 13,6% del 2022, mentre i medici, dopo una contrazione dell’incidenza nel 2021, mostrano una ripresa nell’ultimo anno, rappresentando un caso ogni 10 denunce.
L’effetto Covid sul confronto tra i Paesi europei.
La pandemia ha finito per condizionare anche i risultati delle rilevazioni Eurostat sull’andamento infortunistico in ambito lavorativo a livello europeo. Solo Italia, Spagna e Slovenia, sottolinea infatti Dati Inail, hanno riconosciuto i contagi da Covid-19 univocamente come infortuni sul lavoro, mentre altri 17 Stati li hanno classificati come malattie professionali e altri cinque sia come infortuni che come malattie. Nel nostro Paese, in particolare, oltre un terzo degli infortuni in occasione di lavoro indennizzati dall’Inail nel 2020 ha avuto come causa professionale il contagio da Covid-19, con il risultato di contribuire ad aumentare il numero degli infortuni rispetto al periodo pre-pandemia. Il dato complessivo europeo degli infortuni, avendo la maggior parte degli Stati considerato le infezioni da Covid-19 come malattia professionale, è risultato invece in calo.
Le patologie lavoro-correlate sono quasi 61mila, circa 39mila riguardano il sistema osteo-muscolare.
Per quanto riguarda le malattie professionali, le quasi 61mila denunce del 2022 rappresentano un ritorno ai livelli pre-pandemia (nel 2019 quelle rilevate al 31 dicembre furono 61.310, il valore più alto dell’ultimo ventennio), dopo la contrazione registrata nel 2020 (45mila casi) a causa dello scoppio dell’emergenza Covid, con la conseguente oggettiva difficoltà di rivolgersi ai presidi sanitari per la raccolta della documentazione necessaria alla denuncia, e la ripresa del 2021 (55mila). A non cambiare in questi anni è il tipo di patologia denunciata più frequentemente. Nel 2022, infatti, con quasi 39mila casi segnalati all’Istituto sono sempre le malattie del sistema osteo-muscolare a colpire maggiormente chi lavora, seguite a distanza dalle malattie del sistema nervoso, con oltre settemila denunce, quasi tutte per sindromi del tunnel carpale, da quelle dell’orecchio (ipoacusie), che raggiungono quasi quattromila casi, dai tumori (1.630) e dalle malattie del sistema respiratorio (1.600). Tra le neoplasie spiccano i mesoteliomi della pleura (in maggioranza asbesto-correlati) e i tumori maligni ai bronchi e ai polmoni, mentre tra le patologie respiratorie si rilevano soprattutto malattie della pleura e dei polmoni, sempre con l’amianto come causa principale.
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