Non tutti i rifiuti sono però uguali: i privati cittadini e le aziende che si ritrovano a doverli smaltire, devono seguire precise direttive stabilite dalla normativa del nostro Paese.

Rifiuti Codici HP

Generalmente, indichiamo come rifiuto qualsiasi materiale di scarto o di avanzo di svariate attività umane. L’Unione Europea li definisce “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”, mentre per la legislazione italiana, secondo il decreto legislativo del 3 aprile 2006 n. 152, il cosiddetto Testo unico ambientale, si intendono “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”.

Non tutti i rifiuti sono però uguali: i privati cittadini e le aziende che si ritrovano a doverli smaltire, devono seguire precise direttive stabilite dalla normativa del nostro Paese.

I rifiuti vengono suddivisi in rifiuti urbani e rifiuti speciali.

L’importanza del codice CER per una corretta classificazione dei rifiuti

La corretta classificazione dei rifiuti è un passaggio fondamentale per le imprese. Come procedere all’identificazione dei rifiuti? Si tratta di attribuire al rifiuto in questione una sequenza di 6 cifre riunite in coppia. È il codice CER (Codice Europeo Rifiuti), rintracciabile all’interno dell’Elenco Europeo di Rifiuti (EER).

Ad esempio, 08 01 15* è il codice CER che indica fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose”. La finalità è quella di identificare un rifiuto in base al processo produttivo da cui è originato. Il codice CER può indicare rifiuti:

non pericolosi assoluti;
pericolosi assoluti.
non pericolosi con voce a specchio;
pericolosi con voce a specchio.

Le caratteristiche di pericolo vengono, invece, indicate con la dicitura “HP” più un numero. HP1 indica, per esempio, pericolo esplosivo, HP3 infiammabile, HP7 cancerogeno, HP8 corrosivo. Le informazioni circa la pericolosità delle sostanze che compongono il rifiuto e il processo che l’ha generato si ricavano dalle Schede di Sicurezza.


A decorrere dal 1° giugno 2015 si applica il regolamento N. 1357/2014 del 18/12/2014 che rinomina le caratteristiche di pericolo sostituendo la sigla H con la sigla HP.  Ai rifiuti pericolosi va attribuita una classe di pericolosità indicata con la sigla HP, seguita da un numero. Le proprietà di pericolo, definite da HP1 ad HP15, possedute dal rifiuto, devono essere determinate al fine di procedere alla sua gestione.

L’Allegato I della parte IV riproduce l’Allegato III alla direttiva 2008/98/UE, così come sostituito dal regolamento (UE) n.1357/2014 del 18.12.2014; prevede le seguenti caratteristiche di pericolo per i rifiuti pericolosi:

  • HP 1 “Esplosivo”: rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell’area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti autoreattivi esplosivi.
  • HP 2 “Comburente”: rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie.
  • HP 3: “Infiammabile”:

– rifiuto liquido infiammabile: rifiuto liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 60 °C oppure rifiuto di gasolio, carburanti diesel e oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è superiore a 55 °C e inferiore o pari a 75 °C;

– rifiuto solido e liquido piroforico infiammabile: rifiuto solido o liquido che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria;

– rifiuto solido infiammabile: rifiuto solido facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento;

– rifiuto gassoso infiammabile: rifiuto gassoso che si infiamma a contatto con l’aria a 20 °C e a pressione normale di 101,3 kPa;

– rifiuto idroreattivo: rifiuto che, a contatto con l’acqua, sviluppa gas infiammabili in quantità pericolose;

– altri rifiuti infiammabili: aerosol infiammabili, rifiuti autoriscaldanti infiammabili, perossidi organici infiammabili e rifiuti autoreattivi infiammabili.

  • HP 4 “Irritante — Irritazione cutanea e lesioni oculari”: rifiuto la cui applicazione può provocare irritazione cutanea o lesioni oculari.
  • HP 5 “Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/Tossicità in caso di aspirazione”: rifiuto che può causare tossicità specifica per organi bersaglio con un’esposizione singola o ripetuta, oppure può provocare effetti tossici acuti in seguito all’aspirazione.
  • HP 6 “Tossicità acuta”: rifiuto che può provocare effetti tossici acuti in seguito alla somministrazione per via orale o cutanea, o in seguito all’esposizione per inalazione.
  • HP 7 “Cancerogeno”: rifiuto che causa il cancro o ne aumenta l’incidenza.
  • HP 8 “Corrosivo”: rifiuto la cui applicazione può provocare corrosione cutanea.
  • HP 9 “Infettivo”: rifiuto contenente microrganismi vitali o loro tossine che sono cause note, o a ragion veduta ritenuti tali, di malattie nell’uomo o in altri organismi viventi.
  • HP 10 “Tossico per la riproduzione”: rifiuto che ha effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo della progenie.
  • HP 11 “Mutageno”: rifiuto che può causare una mutazione, ossia una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula.
  • HP 12 “Liberazione di gas a tossicità acuta”: rifiuto che libera gas a tossicità acuta (Acute Tox. 1, 2 o 3) a contatto con l’acqua o con un acido.
  • HP 13 “Sensibilizzante”: rifiuto che contiene una o più sostanze note per essere all’origine di effetti di sensibilizzazione per la pelle o gli organi respiratori.
  • HP 14 “Ecotossico”: rifiuto che presenta o può presentare rischi immediati o differiti per uno o più comparti ambientali.
  • HP 15 “Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente”.

SCARICA Regolamento Ue n. 1357/2014

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