I nuovi indicatori Qualità della vita. Focus sui giovani. Le migliori città italiane in cui vivere. qualità della vita 2023 in Italia.

Qualità della vita

Le migliori città italiane in cui vivere: un’analisi approfondita della qualità della vita.  Il “Sole 24 Ore”.

È stata stilata la classifica delle province italiane dove si vive meglio: ecco i dati sulla qualità della vita 2023 in Italia

Si tratta della terza edizione dell’indagine pubblicata da Il Sole 24 Ore,  che tiene conto di tre indici generazionali, calcolati basandosi su 12 parametri statistici.

Dallo studio, emergono diversi divari territoriali: ad esempio, l’Emilia-Romagna è in vetta alla classifica per qualità di vita dei giovani, piazzandosi al terzo posto con Ravenna e altre quattro città nella top 20, nella classifica che misure il benessere dei più piccoli.

Per quanto riguarda gli anziani, la regione dove si vive meglio è il Trentino-Alto Adige, con Bolzano in vetta alla classifica. Questo, grazie alla spesa per alcuni servizi sociali, al basso consumo di farmaci e alla speranza di vita più lunga.

Le province del Centro Italia e del Friuli sono quelle che hanno ottenuto i migliori piazzamenti per la qualità di vita dei bambini. Tra le prime dieci province, troviamo Siena, Aosta, Firenze, Arezzo e Ancona.

Focus sui giovani

Ormai da tempo sappiamo l’importanza che hanno i giovani nella nostra società. Sono infatti gli unici che possono essere parte attiva e centrale nella crescita demografica e lavorativa in Italia.

E’ quindi importante far si che le migliori città italiane si concentrino sul benessere e sulle idee dei nostri giovani. In un sondaggio, duemila ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, hanno risposto riguardo le criticità e le loro aspettative lavorative e di vita.

I risultati sono allarmanti. C’è infatti una profonda spaccatura dei giovani in ambito privato e lavorativo.

Più del cinquantacinque percento dei giovani vorrebbe avere un figlio ma non può in quanto il contesto non lo permette. Tra stipendi troppo bassilavori precaricosti della vita in continuo aumento e una condizione di malessere generale, dovuto in parte anche alla politica che non ascolta i giovani, diventa difficile solo pensare di poter fare un figlio.

I nuovi indicatori

Grandi variazioni nei piazzamenti delle province, rispetto alla passata edizione, possono derivare dai cambiamenti nel panel di indicatori: ne sono stati confermati 26 su 36, dieci sono new entry. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

Nell’indice dei bambini, quello che ha subito più modifiche, debuttano la retta media della mensa scolastica, salita del 2,14% l’ultimo anno, che pesa diversamente sul reddito medio dichiarato (dall’1,6% di Roma al 7,2% di Trapani, mentre ad Agrigento il servizio proprio non viene erogato); la spesa pro capite dei Comuni per interventi e servizi sociali per famiglie e minori; le competenze numeriche e alfabetiche dei ragazzi di terza media, peggiorate in tutte le province italiane post pandemia.

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