Interazione uomo-macchina
Interazione uomo-macchina – L’uso scorretto può essere ragionevolmente prevedibile? Valutare e prevedere le prestazioni cognitive è fondamentale per qualsiasi disciplina che si occupi di operatori umani nel contesto di comportamenti critici per la sicurezza. In materia di sicurezza del macchinario, questo si traduce in una progettazione antropocentrica finalizzata ad un sistema di interazione che favorisce una condizione di comfort cognitivo dell’operatore, alta performance e comportamento sicuro.
PREMESSA
La valutazione del rischio dell’interazione uomomacchina, specie in presenza di macchine autonome e semiautonome, è resa complessa dalla variabilità delle configurazioni possibili e dei comportamenti umani.
Alla luce di questo, il saper predire l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile è un obiettivo complesso anche perché contempla un ambito di possibilità molto ampio. Gli esempi di “uso scorretto ragionevolmente prevedibile” suggeriti dalla normativa tecnica sono indubbiamente comportamenti possibili durante l’uso della macchina ma non chiaramente contestualizzabili a tipiche configurazioni di interazione.
Questo lavoro ha messo a fuoco gli stati cognitivi a cui sono ascrivibili comportamenti involontari, usi scorretti o ragionevolmente prevedibili, nella convinzione che una progettazione vincente in termini di sicurezza deve tendere a finalizzare un’interazione che attivi stati cognitivi scientificamente associabili alla performance dell’operatore.
Tale conoscenza offre al progettista la possibilità di gestire il rischio di uso scorretto ragionevolmente prevedibile con un nuovo approccio.
LA TRASFORMAZIONE DIGITALE E IL CAMBIAMENTO NELL’INTERAZIONE UOMO-MACCHINA
La trasformazione digitale ha introdotto numerose macchine tecnologicamente avanzate nel sistema produttivo, molte delle quali, oggi, interagiscono con l’operatore, non lo sostituiscono.
