DMS

Disturbi muscolo-scheletrici Telelavoro

Documento European Agency for Safety and Health at Work

La pandemia di COVID-19 ha accelerato la tendenza già emergente del telelavoro. Lavorare da casa presenta alcuni vantaggi, ad esempio si risparmia il tempo necessario per recarsi in ufficio. Tuttavia è altresì associato al mantenimento più prolungato della posizione seduta, all’isolamento sociale dai colleghi e alla difficoltà a disconnettersi.

Questa scheda informativa spiega i motivi per cui ciò può influire negativamente sulla salute dei telelavoratori e contribuire all’insorgenza o all’aggravamento di disturbi muscolo-scheletrici. Inoltre offre numerosi suggerimenti ai lavoratori e ai datori di lavoro per creare postazioni di lavoro da casa confortevoli e salutari e consigli su come restare attivi durante la giornata di telelavoro.


Il telelavoro è salito alle stelle nel 2020, quando una quota importante dell’UE i datori di lavoro telelavoravano a tempo pieno al culmine del COVID-19 pandemia. Ciò ha sostanzialmente rafforzato la già tendenza al rialzo del telelavoro negli ultimi anni.

Impatto del telelavoro sulla salute dei lavoratori

Sebbene il telelavoro da casa presenti potenziali vantaggi, come il tempo e lo stress risparmiati non facendo il pendolarismo, migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, maggiore produttività e migliore concentrazione, a questo è anche associato ad un aumento della sedentarietà, orari di lavoro più lunghi e isolamento sociale. Questo potrebbe avere un impatto negativo sulla salute dei telelavoratori e contribuiscono al sviluppo o esacerbazione dei DMS.

Poiché gli MSD sono di origine multidimensionale e correlati all’ergonomia, organizzazione del lavoro, fattori ambientali e psicosociali fondamentale per identificare i rischi di DMS dei telelavoratori da casa e all’indirizzo loro in modo preventivo e proattivo.

Valutazione del rischio sul posto di lavoro è il primo passo

Il telelavoro deve essere incluso nel rischio obbligatorio che il datore di lavoro dovrà valutare. La partecipazione dei lavoratori e del management alla il processo di valutazione del rischio è importante. Oltre a fornire una chiave informativa per compiere i passi successivi verso un piano d’azione per prevenire i rischi, crea consapevolezza tra i telelavoratori e la gestione.

Mappatura interattiva del corpo e mappatura dei pericoli i metodi, combinati con strumenti online o liste di controllo, sono a un buon modo per identificare e comprendere i telelavoratori e relativi rischi di MSD.


Il telelavoro è una scelta che il dipendente fa all’origine del rapporto di lavoro, lavorare da casa anziché in ufficio, con l’obbligo di essere online durante tutto l’orario di lavoro.

Lo smart working non è una scelta definitiva, bensì una modalità anche temporanea, per particolari esigenze. Lo smart working può essere considerato una evoluzione del telelavoro, con una maggiore flessibilità rispetto al telelavoro.

Il dipendente può scegliere il luogo in cui lavorare, il quale non deve coincidere con la propria abitazione e può essere cambiato anche, in corso di esecuzione.

A differenza del telelavoro, lavorare in smart working, per definizione, presuppone flessibilità e adattamento, a differenza del telelavoro, fondato sulla necessità di una postazione fissa per il dipendente, solitamente la casa.

Per lo svolgimento dell’attività lavorativa in smart working non è obbligatorio che sussista un luogo fisico fisso in cui lavorare.

L’applicazione dello “smart working” presenta dei “pro” e dei “contro”, che si caratterizza “a macchia di leopardo” nel momento in cui si manifesta irregolarmente da azienda a azienda, pubblica o privata, da Nord a Sud soprattutto per il numero delle imprese presenti sul territorio.

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A quanto  lo smart working porta un maggiore livello di engagement e una crescita nei livelli motivazionali nei dipendenti, con anche una migliore identità organizzativa e professionale. Questo potrebbe risultare quindi in un aumento del livello medio di produttività da parte dei dipendenti.

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