Atti del Convegno La cassetta degli Attrezzi

CONVEGNO UIL-SGK. BOLZANO 4.3.2016 SICUREZZA SUL LAVORO: LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Atti del Convegno La cassetta degli Attrezzi

sicurezza_lavoroNel nostro Paese nel quinquennio 2010-2014 si è potuto apprezzare un sensibile calo degli infortuni sul lavoro pari al 24%. Meno bene va invece in Alto Adige dove invece gli infortuni sul lavoro, nello stesso periodo, sono calati solo dell'11%. Fra le cause che hanno condizionato negativamente l'andamento infortunistico in Alto Adige, vi è sicuramente la difficoltà  del settore agricolo a mantenere un trend positivo. Mentre i settori dell'industria e dei servizi hanno registrato una riduzione costante degli infortuni, l'agricoltura alterna periodi di calo ad improvvise impennate del numero degli infortuni sul lavoro. Tanto è che se nelle costruzioni gli infortuni sono calati del 29% e nel commercio del 26%, in agricoltura sono sostanzialmente rimasti invariati, registrando un calo di appena il 3,7%. Grave in tutti i settori, invece, permane la situazione nella nostra provincia relativamente agli infortuni gravi e mortali. Dopo un periodo di sostanziale calo di questi eventi, dal 2013 per gli infortuni gravi, e dal 2014 per quelli mortali la situazione è drasticamente peggiorata; I primi sono passati dal 8,6% al 9,2% sul totale degli infortuni, mentre l'incidenza degli infortuni mortali sul totale degli infortuni è praticamente raddoppiata, passando dallo 0,6 all'1,2 per mille. Nel 2014 i settori più a rischio di infortunio grave sono stati l'agricoltura con il 13,6%, le costruzioni con il 10,6%, ed il turismo con il 9,3%. L'ANNO 2015 (Solo infortuni mortali Fonte Vega Engineering) In Italia l'anno scorso sono morti sul lavoro tre lavoratori al giorno, sabati, domeniche e festivi compresi, con un incremento rispetto all'anno precedente pari ad oltre 16 punti in percentuale. Hanno perso la vita lavorando 1.172 lavoratori nel 2015, rispetto ai 1.009 del 2014; al netto degli infortuni in itinere, le vittime sul lavoro sono aumentate di poco meno del 18%, passando dalle 746 del 2014, alle 878 del 2015. I settori che pagano il prezzo più alto sono le costruzioni (15%), le attività  manifatturiere (12,4%) ed i trasporti (10,4%). Il numero maggiore di vittime sul lavoro si è registrato in Centro Italia (31,3%), seguito dal Sud (24,5%), dal Nord Ovest (23,8%), dal Nord Est (12%), e dalle Isole (8,4%). Nel Nord Est nel 2015 hanno perso la vita lavorando 105 lavoratori, ed anche qui il prezzo più caro lo hanno pagato i settori delle costruzioni (17%), i trasporti (12,4%), e delle attività  manifatturiere (11,4%). Fra le 13 province presenti in questa area geografica, quella di Bolzano si colloca al 5″° posto con 10 infortuni mortali, è quella di Trento al 6″° posto con 9 infortuni mortali; peggio di Trento e Bolzano, Verona con 15 vittime, Venezia con 14, Vicenza con 12 e Padova 11. La situazione evidenziata dai dati statistici è gravissima, e ci impone una seria riflessione, anche sull'efficacia degli strumenti messi in campo sino ad oggi per cercare di arginare questa tragica deriva. Indubbiamente molto è stato fatto, soprattutto sul versante della formazione in materia di sicurezza sul lavoro, e questo ha contribuito a diffondere quella cultura alla sicurezza che tutti indichiamo come presupposto indispensabile per rendere i luoghi di lavoro più sicuri. Ma allora cosa non sta funzionando come dovrebbe. Io credo che una falla nel sistema c'è, e bisogna porvi rimedio subito se vogliamo intervenire con efficacia in questa importantissima materia. È necessario che alla diffusione della cultura alla sicurezza, venga affiancata una massiccia campagna di educazione alla sicurezza, e questo può realizzarsi solo se alla formazione si aggiunge una seria vigilanza del rispetto delle norme di prevenzione. Se ci impegnassimo di più tutti a verificare quanto delle nozioni insegnate nei corsi di formazione si trasforma, in realtà , in azioni concrete di riduzione dei rischi di infortunio, la situazione potrebbe senza dubbio migliorare. In questo ambito un ruolo importante potrebbero giocarlo gli organismi paritetici di settore, a patto che vengano superati i timori e le diffidenze che ancora esistono fra molti datori di lavoro. Il settore edile ne è la prova provata; la bilateralità  è ancorata nel genoma di questo settore da sempre. Esistono le Casse Edili, quella di Bolzano celebra proprio questàanno il suo cinquantesimo compleanno, ed esistono i Comitati Paritetici per la formazione e la sicurezza; hanno compiti di formazione delle maestranze edili, alla professione ed alla sicurezza, ed hanno compiti di consulenza in materia di sicurezza attraverso le visite di cantiere; visite che si realizzano con tecnici del comitato che verificano il rispetto delle norme di prevenzione e aiutano i datori di lavoro a rendere i loro cantieri luoghi di lavoro sicuri. Impartiscono, se necessario, delle prescrizioni per correggere eventuali negligenze, è solo nel caso in cui un datore di lavoro si ostini a non volerle rispettare, possono informare l'organo di vigilanza. Ebbene anche a Bolzano, dove sicuramente la sensibilità  su questa materia è più presente che altrove, non si è riusciti a raggiungere l'obbiettivo minimo di visite fissato dal contratto nazionale di lavoro. Pur rimanendo nella “top ten” dei comitati in Italia, nel 2014 sono state eseguite solo 41 visite, delle 316 fissate come obbiettivo minimo; questo lo considero un grave errore, ma è emblematico di quanta diffidenza ancora permane fra tanti datori di lavoro quando si tratta di sottoporre i propri cantieri a verifiche, con o senza sanzioni. E lo ritengo ancora più grave perché sono fermamente convinto che, se questa attività  dei comitati paritetici rientrasse in programmi organizzati e concordati con gli organi di vigilanza, si potrebbero evitare inutili doppioni, e a beneficiarne sarebbe l'intero mondo del lavoro, e non solo quello edile.

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