Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici

studio sperimentale multidisciplinare per lo sviluppo di processi biotecnologici a partire da materie prime rinnovabili

Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici

Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organiciLo studio si inquadra in un'ottica di 'bioraffineria', puntando alla diversificazione dei prodotti ottenibili dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani nonché all'incremento del loro valore economico, prevedendo una modifica sostanziale della digestinoe anaerobica per la produzione di biogas/bioidrometano e polimeri biodegradabili (bioplastiche). Anche se i processi biotecnologici sono tendenzialmente 'dolci', il loro sviluppo deve includere la valutazione degli aspetti della salute e sicurezza sin dalle fasi iniziali. Nella filiera specifica sono stati studiati i rischi occupazionali che variano in relazione alla biomassa di partenza, ai pretrattameti applicati e alle diverse configurazioni di processo.
Prodotto: Volume Edizioni: Inail – 2017 Salute e sicurezza nelle biotecnologie industriali Progetto Inail BRIC 2015 Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit)
La presente Monografia si inquadra nelle finalità  dell'attività  di ricerca Inail-Dit “Sviluppo di processo nelle biotecnologie industriali e connessi aspetti di salute e sicurezza” ed è relativa ai risultati del progetto Inail BRIC 2015 “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici mediante produzione integrata di biogas/bioidrometano e polimeri biodegradabili: sviluppo di processo e connessi aspetti di salute e sicurezza”. La stessa descrive uno studio sperimentale multidisciplinare che è stato impostato a partire da due considerazioni iniziali: – Le biotecnologie industriali hanno grande potenziale per lo sviluppo di processi di produzione a basso impatto ambientale ed a partire da materie prime rinnovabili. In tale ambito sono particolarmente interessanti i processi biotecnologici che utilizzano come materia prima i rifiuti organici, consentendone la piena valorizzazione verso prodotti utili e innovativi, in un'ottica di “economia circolare” che potrebbe contribuire alla ripresa economica del paese. – Anche se i processi biotecnologici possono essere considerati come tendenzialmente “dolci”, il loro sviluppo deve includere l'attenzione agli aspetti della salute e della sicurezza dei lavoratori sin dalla fasi iniziali dello sviluppo dei processi stessi [Pietrangeli et al., 2014]. Infatti, tali processi non sono del tutto esenti da stadi di tipo chimico-fisico, cui si aggiungono problematiche specifiche connesse all'impiego di agenti biologici. Altri fattori da considerare sono: – Ai fini dello sviluppo di filiere industriali efficaci dal punto di vista ambientale ed economico, la materia prima rinnovabile (il “feedstock” della filiera) deve avere caratteristiche peculiari, ovvero a) larga e diffusa disponibilità  sul territorio, b) effettiva richiesta sul mercato dei prodotti ottenibili e c) scarsa disponibilità  di usi alternativi (prima di tutto se in filiere “food”). Ciò motiva la scelta di utilizzare per questo progetto la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (cosiddetta FORSU), ovvero la frazione dei rifiuti urbani con minor tasso di recupero “efficace”. Attualmente, la principale via di recupero della FORSU è rappresentata dalla produzione del compost che però trova difficoltà  di collocazione sul mercato, in particolare quando la FORSU non deriva da raccolta differenziata molto selettiva e capillare. – Anche la valorizzazione mediante digestione anaerobica (DA) con produzione di biogas porta ad un prodotto di limitato valore aggiunto: il biogas ha infatti un elevato tenore di CO2 e quindi non è utilizzabile tal quale in rete o per autotrazione. Inoltre, l'utilizzo del digestato anaerobico come fertilizzante in agricoltura incontra qualche difficoltà  per possibile scarsa stabilizzazione e potenziale presenza di sostanze chimiche e microrganismi. Pur con questi limiti, la DA è oggi una tecnologia di grande interesse per la valorizzazione energetica e per il recupero di nutrienti dalla FORSU. Partendo da queste considerazioni, lo studio si inquadra in un'ottica di “bioraffineria”, puntando alla diversificazione dei prodotti ottenibili dalla FORSU, nonché all'incremento del loro valore economico.

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