Qualità  del dato nel monitoraggio biologico

macroinvertebrati delle acque superficiali interne

Qualità  del dato nel monitoraggio biologico

Qualità  del dato nel monitoraggio biologicoLa qualità  dei dati ecologici, così come richiesto dalla recente politica di gestione ambientale, è direttamente correlata al livello di fiducia riposto nei dati analitici forniti da laboratori che operano sul territorio; la partecipazione a confronti interlaboratorio rappresenta quindi un utile strumento per garantire la validazione del dato e permette agli operatori di documentare prestazioni di buona qualità .
Le linee guida qui presentate riguardano un percorso volto a disegnare ed organizzare confronti interlaboratorio per la componente macrobentonica delle acque superficiali interne.
Quanto riportato nel documento rappresenta una guida per procedere alla corretta organizzazione ed esecuzione sia di confronti interlaboratorio indirizzati alla valutazione della “performance” degli operatori che all'organizzazione di specifici confronti che garantiscano il mantenimento delle competenze per gli Expert Panel.
ISPRA ha curato la stesura delle linee guida al fine di rendere fruibili i risultati dell'attività  svolta attraverso un documento unico, in forma di guida per l'operatore, che evidenziasse con chiarezza le procedure per operare nell'ambito dei confronti interlaboratorio conformemente alle norme vigenti. ISPRA Settembre 2017

In Italia, con l'emanazione del D.lgs. 152 del 2006 (Italia, 2006) e dei successivi decreti attuativi che recepiscono la Direttiva 2000/60/CE, o Direttiva Quadro Acque, si applica l'approccio ecologico, orientato ad uno sviluppo sostenibile e ad una gestione integrata delle risorse idriche. Gli elementi biologici richiesti per il monitoraggio rappresentano i differenti livelli trofici dell'ecosistema: i produttori primari (fitobenthos e macrofite) e i diversi livelli di consumatori (macroinvertebrati e pesci). La Direttiva Quadro Acque richiede agli Stati membri la classificazione dei corpi idrici attraverso l'applicazione del monitoraggio biologico, che viene effettuato mediante l'utilizzo di elementi di qualità  biologica per i quali vengono stabiliti rapporti di qualità  biologica (RQE). Tali rapporti rappresentano la distanza tra i valori dei parametri biologici osservati nel corpo idrico monitorato e i valori degli stessi parametri per un corpo idrico di riferimento dello stesso tipo fluviale. La classificazione espressa mediante rapporti di qualità  biologica ha uno scarso valore se non è accompagnata da una stima quantitativa delle incertezze dovute al campionamento o ad altre fasi di analisi e dalla conoscenza del livello di fiducia con cui si assegna un corpo idrico ad una determinata classe di qualità . La consapevolezza dell'importanza degli aspetti legati alla qualità  del dato ha portato la Commissione Europea a inserire nella Direttiva 2000/60/CE la richiesta che il “livello di attendibilità  e precisione conseguito dal sistema di monitoraggio” sia “definito nel piano di gestione del bacino idrografico” (paragrafo 1.3.4 dell'Allegato V della Direttiva 2000/60/CE).

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