Esposizione a silice nella lavorazione dei marmi tecnici

Esposizione a silice nella lavorazione dei marmi tecnici

Pubblichiamo in allegato il nuovo numero della newsletter medico-legale curata dall'INCA CGIL

sicurezza_lavoroSul Giornale Italiano di Medicina del lavoro ed Igiene Industriale sono stati pubblicati i risultati delle indagini ambientali condotte nel territorio delle aziende USL 11 di Empoli e 3 di Pistoia in alcune aziende che utilizzano questi nuovi materiali rilevando valori di espo-sizione a silice libera tra gli addetti molto elevati.

Nella USL 11 di Empoli è stata condotta anche un'indagine sanitaria tra i lavoratori addetti che ha permesso di riscontrare n. 7 casi di silicosi di cui due gravi in un gruppo di 29 lavoratori.

L'esposizione a silice libera cristallina è un rischio noto per il comparto lavorazione lapidei.

Nell'ultimo decennio si sono diffusi nuovi materiali sintetici, creati all'inizio degli anni 80 in Israele ed in Spagna, costituiti da un agglomerato di quarzo e resina, con un contenuto in silice libera cristallina molto elevato (oltre il 90%).

Sono commercializzati in lastre del tutto simili a quelle dei materiali naturali e lavorati nello stesso modo. Esteticamente sono quasi indistinguibili dai materiali naturali; possono anche essere variamente
colorati e decorati. Hanno ottime qualità  merceologiche che li fanno preferire alla pietra naturale: resistono ai graffi agl'urti e non si macchiano.

Vengono utilizzati soprattutto per la costruzione di piani di cucina, bagni, banconi per negozi ecc.

L'indagine

Nel territorio delle Aziende USL 11 di Empoli e 3 di Pistoia sono state condotte indagini tese ad approfondire i rischi legati alla lavorazione dei conglomerati in quarzo. Il ciclo lavorativo prevede il taglio della lastra con seghe (a ponte e a bandiera), una prima lucidatura della superficie con la macchina lucidatrice, il taglio e l'incisione della lastra con il pantografo a controllo numerico e la finitura del bordo (lucidatura e sagomatura) con lucida coste. Tutte queste operazioni sono eseguite con abbattimento ad umido delle polveri prodotte, ottenuto con un getto d'acqua nel punto di lavorazione.

L'acqua ha anche una funzione di raffreddamento della lama nelle operazioni di taglio.

Dai campionamenti eseguiti è emerso che i valori di polveri respirabili erano generalmente contenuti, mentre i livelli di esposizione a quarzo erano molto elevati, con il superamento del limite, pari a 0.025 mg/m3 dell'American Conference of Governemental Industrial Hygienists (ACGIH – 2013), anche di 20 volte. I valori aumentano durante la lavorazione dei conglomerati di quarzo.

L'indagine sanitaria nell'Empolese ha rilevato 8 casi di silicosi di cui 7 tra i 29 lavoratori delle 8 aziende che utilizzavano conglomerati di quarzo. Sia l'anzianità  lavorativa (oltre 20 anni) che l'età  media (oltre 50 anni) sono risultate superiori a quelle dei casi riportai in letteratura.

sicurezza_lavoroNumero 6″°/2015

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