Salute e sicurezza sul lavoro, Istat

Salute e sicurezza sul lavoroL'Istat presenta i risultati dell'approfondimento tematico “Salute e sicurezza sul lavoro“, inserito nel secondo trimestre 2013 all'interno dell'Indagine Forze di Lavoro e già  proposto nel secondo trimestre del 2007. Vengono rilevati gli infortuni sul lavoro; i problemi di salute causati o aggravati dall'attività  lavorativa; la percezione dell'esposizione ai fattori di rischio sul luogo di lavoro.

Sono 714 mila le persone che nei 12 mesi precedenti l'intervista dichiarano di aver subito almeno un infortunio sul luogo di lavoro o durante il tragitto casa-lavoro (2,9% degli occupati e dei non occupati che nello stesso periodo hanno svolto un'attività  lavorativa contro i 937 mila del 2007, il 3,7% del totale).

Le persone che dichiarano malattie o problemi di salute causati o aggravati dall'attività  lavorativa negli ultimi 12 mesi sono 2 milioni 282 mila, il 5,4% del totale della popolazione degli occupati e dei non occupati con precedenti esperienze di lavoro (era il 6,9% nel 2007). La quota è più alta fra gli uomini (5,7%) rispetto alle donne (5,1%) e fra gli italiani (5,5%) rispetto agli stranieri (4,7%).

Oltre la metà  di quanti dichiarano disturbi di salute lamenta un problema osseo, articolare o muscolare (59,0%), in particolare alla schiena (29,5%). Problemi di salute di natura psicologica come lo stress, la depressione e l'ansietà  sono avvertiti dall'11,9%.

Oltre 17 milioni di occupati (il 76,6% del totale) percepiscono nello svolgimento del proprio lavoro la presenza di almeno un fattore di rischio per la salute; il 74,7% si sente esposto ad almeno un fattore di rischio fisico (degli 8 indagati) mentre il 27,0% ad almeno uno dei fattori di rischio psicologico (dei 3 indagati).

Tra i fattori di rischio, i più diffusi sono i movimenti ripetitivi della mano e del braccio (43,6%) e l'infortunio (40,2%). Gli uomini e gli operai sono i lavoratori maggiormente esposti.

Per la salute psicologica, sia per gli uomini sia per le donne, il più importante fattore di rischio è invece il “carico di lavoro eccessivo o tempistiche di lavoro pressanti” (25,3%). Le quote più elevate si osservano tra dirigenti e quadri (39,6%), imprenditori e liberi professionisti (29,6%), impiegati (29,3%). I settori più coinvolti sono le attività  finanziarie e assicurative (33,4%), i servizi di informazione e comunicazione (33,6%), l'amministrazione pubblica e difesa (33,2%), la sanità  (32,6%).

Salute e sicurezza sul lavoroTesto integrale

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