Le norme UNI EN ISO

L'UNI, l'ente di normazione italiano, nasce nel 1921 in seno all'AIMA (Associazione nazionale per gli industriali della meccanica), da cui nel 1928 si distacca assumendo la nuova denominazione. È un'associazione di diritto privato con personalità  giuridica, di cui fanno parte enti pubblici, associazioni, aziende, istituti tecnici, di istruzione ed economici, 14 enti federati e persone fisiche. In particolare, fanno parte dell'UNI i Ministeri interessati e, fra gli enti pubblici, l'ENEA e il CNR. Gli enti federati sono associazioni di normazione che operano in specifici settori industriali predisponendo progetti di norme tradotte dall'UNI in norme nazionaliLe norme tecniche o standard sono documenti tecnici con le seguenti caratteristiche:

contengono specifiche tecniche di applicazione volontaria ovvero non cogente/vincolante;
sono elaborate attraverso il consenso delle parti interessate:

  • produttori;
  • pubblica amministrazione;
  • utenti e consumatori;
  • centri di ricerca e laboratori;
  • collegi e ordini professionali;
  • sono basate sui risultati dell'esperienza e dello sviluppo tecnologico secondo il principio dello stato dell'arte;
  • sono approvate da un organismo regionale, nazionale, sovranazionale o internazionale di normazione riconosciuto;
  • sono disponibili al pubblico. Esistono anche norme interne, normalmente non disponibili al pubblico (usate ad esempio da un'azienda nei rapporti con i fornitori).

Scopo del documento è fornire una guida che avvicini il lettore al complesso e variegato mondo degli organismi di normazione, sia nazionali che internazionali.

Gli Enti normatori, sia nazionali che internazionali, con finalità  di interesse pubblico o privato, sono vari e talvolta in contrasto tra loro.
Ciononostante, indipendentemente dagli interessi in gioco, hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale in tutto il mondo, sia sul piano economico che sociale.

Gli effetti socio-economici scaturenti dall'attività  di normazione sono molteplici e riguardano principalmente il miglioramento e l'economicità  del processo produttivo, delle modalità  di controllo, di prova e di collaudo che si concretano soprattutto in una migliore qualità  del prodotto finale; semplificare la comunicazione tecnica mediante l'unificazione della simbologia, della codifica e delle interfacce; tutelare gli interessi dei consumatori e della collettività  in generale.

Inoltre l'esplicitazione nei contratti delle norme a cui fare riferimento e alle quali attenersi, determina in maniera chiara e precisa i rapporti commerciali evitando il rischio di eventuali contenziosi. Questo è un fatto che riguarda ovviamente i rapporti di natura privatistica esistenti tra due soggetti, mentre gli interessi generali, di tipo pubblicistico, sono influenzati ad esempio dall'applicazione di norme che attengono alla sicurezza le quali rivestono una importanza sociale rilevante.

Il raggiungimento dei suddetti scopi è possibile attraverso delle associazioni che, in forma continuativa, espletano l'attività  normativa nei settori merceologici ad esse afferenti.

Il risultato dei lavori si estrinseca mediante l'emanazione di norme tecniche che non hanno carattere di obbligatorietà , ma di cui si consiglia l'applicazione.
A questo riguardo occorre precisare che esistono principalmente due categorie di standard. La prima contempla quelli c.d. volontari che sono prodotti attraverso un processo ben definito e trasparente che coinvolge tutti gli interessati. La seconda, si riferisce agli standard obbligatori,altrimenti detti regolamenti tecnici che sono emanati mediante una apposita procedura legislativa.

Infine ci sono gli standard proprietari che sono originati da una determinata azienda la quale cerca mediante la diffusione del suo standard di imporsi sul mercato: essi sono prodotti senza alcun piano formale e con l'eventuale coinvolgimento di altre aziende.

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